venerdì, 19 aprile 2024

W la Privacy

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Videosorveglianza: il Garante privacy interviene su riconoscimento facciale e occhiali smart

29/11/2022

Il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un’istruttoria nei confronti del Comune di Lecce, che ha annunciato l’avvio di un sistema che prevede l’impiego di tecnologie di riconoscimento facciale

Il trattamento di dati personali realizzato da soggetti pubblici, per mezzo di dispositivi video - in base alla normativa europea e nazionale - in genere è ammesso se necessario per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico, o connesso all’esercizio di pubblici poteri. I Comuni sono autorizzati a utilizzare impianti di videosorveglianza a condizione che venga stipulato il cosiddetto "patto per la sicurezza urbana tra Sindaco e Prefettura".

Fino al momento dell’entrata in vigore di una specifica legge in materia, in ogni caso fino al 31 dicembre 2023, in Italia non sono consentiti l’installazione e l’uso di sistemi di riconoscimento facciale tramite dati biometrici, a meno che il trattamento non sia effettuato per indagini della magistratura o prevenzione e repressione dei reati. La moratoria nasce dall’esigenza di disciplinare requisiti di ammissibilità, condizioni e garanzie relative al riconoscimento facciale, nel rispetto del principio di proporzionalità.

Il Comune pugliese dovrà quindi fornire all’Autorità una descrizione dei sistemi adottati, le finalità e le basi giuridiche dei trattamenti, un elenco delle banche dati consultate dai dispositivi e la valutazione d’impatto sul trattamento dati, che il titolare è sempre tenuto ad effettuare nel caso di "sorveglianza sistematica su larga scala di una zona accessibile al pubblico".

Il caso "occhiali smart" ad Arezzo

Rimandendo in tema di videosorveglianza, il Garante ha avviato un’istruttoria anche nei confronti del Comune di Arezzo. Secondo notizie di stampa, a partire dal 1° dicembre 2022 in città è prevista la sperimentazione di "super-occhiali infrarossi" (che rileverebbero le infrazioni dal numero di targa e, collegandosi ad alcune banche dati nazionali, sarebbero in grado di verificare la validità dei documenti del guidatore).

L’Autorità ha messo in guardia dall’uso di dispositivi video che possano comportare – anche indirettamente – un controllo a distanza sulle attività del lavoratore e ha invitato al rispetto delle garanzie previste dalla disciplina privacy e dallo Statuto dei lavoratori.

Il Comune di Arezzo dovrà pertanto a sua volta fornire copia dell’informativa che sarà resa agli interessati, sia cittadini a cui si riferiscono i veicoli, sia personale che indosserà i dispositivi, e la valutazione d’impatto sul trattamento dei dati che li riguarda.

 

 


maggiori informazioni su:
www.garanteprivacy.it



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