ROMA - Come molti sicuramente ricorderanno, il precedente ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, aveva voluto fortemente le impronte digitali “per stanare i furbetti del cartellino e tutelare chi va a lavorare regolarmente”.
L'attuale ministro Fabiana Dadone pensa invece a un dietrofront, tenendo anche conto delle obiezioni del Garante Privacy, che propone modifiche alla misura.
Per quanto riconosca l'utilità della tecnologia, per quanto sia consapevole che vada proseguita l’opera di modernizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione, ritenuta una sfida fondamentale per gli uffici pubblici e per il Paese, il ministro pensa che essa vada usata in modo meno "criminalizzante". La rilevazione delle impronte, secondo il parere dell'attuale ministro, contiene in sé uno "stigma di tale negatività che rischia di deprimere anche chi ogni mattina si reca sul posto di lavoro con energia ed entusiasmo”.
Il parere del Garante Privacy per la correzione della legge
“L’astratta, generalizzata e indiferrenziata presunzione di sussistenza, per tutte le amministrazioni pubbliche, di fattori di rischio tali da far ritenere quello biometrico l’unico sistema in grado di assicurare il rispetto dell’orario di lavoro non appare compatibile”, ha scritto il Garante Privacy nel parere,“con il principio di proporzionalità“. L’Autorità indica così allo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri una serie di indicazioni per rendere la misura meno eccessiva nei confronti della privacy dei dipendenti pubblici.
Il “no” della ministra Dadone va ad aggiungersi a quello del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti che ha promesso, il 16 settembre scorso: “Escluderemo i presidi dalle impronte digitali”. Gli insegnanti sono esclusi perché impiegano il registro elettronico.
Le impronte digitali per i dipendenti della pubblica amministrazione non sono quindi gradite al governo attuale. La misura è diventata legge a giugno scorso e ha reso obbligatoria la rilevazione delle impronte in formato digitale e, contestualmente, la videosorveglianza, per combattere l’assenteismo nella Pa. Pare però che il rischio che questa legge rimanga inapplicata e prossimamente abrogata sia elevato.
(Fonte: Key4Biz)
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