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W la Privacy

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Data breach: Garante, le comunicazioni agli utenti devono essere precise

20/06/2019

ROMA - Le comunicazioni agli utenti dei data breach non solo non devono essere generiche, ma devono fornire precise indicazioni su come proteggersi da usi illeciti dei propri dati, innanzitutto il furto di identità. Lo sostiene il Garante per la privacy nel provvedimento adottato nei confronti di un importante fornitore nazionale di servizi di posta elettronica. 

La società sarà tenuta ad effettuare una nuova comunicazione sul data breach subìto nei mesi scorsi, che era stato causa dell’accesso fraudolento alle caselle di posta elettronica di circa un milione e mezzo di propri utenti. La nuova comunicazione dovrà contenere una descrizione della natura della violazione e delle sue possibili conseguenze e dovrà fornire agli utenti indicazioni chiare sugli accorgimenti che devono essere adottati per scongiurare ulteriori rischi.

Nel caso specifico, ad esempio, dovrà essere spiegato agli utenti di non utilizzare più le credenziali compromesse e di modificare la password utilizzata per l’accesso a qualsiasi altro servizio online, se uguale o simile a quella violata.

La decisione è stata presa dall’Autorità nell’ambito di un procedimento avviato a seguito della notifica di data breach trasmessa al Garante dall’azienda. Nella notificazione dell’incidente di sicurezza, la società ha dichiarato che il 20 febbraio scorso le analisi tecniche avevano evidenziato un accesso fraudolento tramite un hotspot della rete Wifi, dal quale era derivata la violazione di circa un milione e mezzo di credenziali di utenti che avevano avuto accesso tramite webmail.

Al fine di limitare le possibili conseguenze del data breach la società aveva “forzato” gli utenti a reimpostare la password e predisposto una pagina apposita sul proprio sito per informare della violazione, in attesa di inviare una mail a tutti agli interessati colpiti dall’incidente. Mail effettivamente inviata, ma che, dagli atti acquisiti dal Garante nel corso di un’ispezione, è risultata carente e non in linea con quanto previsto dalla normativa sulla tutela dei dati personali. La società, infatti, aveva inviato due diverse comunicazioni a seconda che l’utente avesse provveduto o meno a effettuare il cambio della password entro le 48 ore successive all’avviso dell’avvenuto data breach.

La violazione era in entrambi i casi descritta come “attività anomala sui sistemi” e a chi aveva cambiato la password non veniva suggerita alcuna ulteriore azione correttiva, sostenendo che che il cambio di password aveva reso inutilizzabili le credenziali precedenti. Chi, invece, non aveva provveduto alla modifica si vedeva suggerire solo di cambiare la password per “eliminare il rischio di accesso indesiderato alla casella mail”. Informazioni ritenute dall’Autorità insufficienti, a fronte dei possibili e gravi rischi ai quali sono stati esposti gli utenti.     


maggiori informazioni su:
www.garanteprivacy.it



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