MILANO - Passaggio chiave della quarta rivoluzione industriale, l'intelligenza artificiale sta trasformando tutti i settori industriali e di conseguenza anche il mondo del lavoro.
Il numero uno di Ibm, Ginni Rometty, presidente, chair e Ceo, in un suo recente intervento si è espressa con grande chiarezza in proposito: nei prossimi cinque-dieci anni ogni ambito verrà toccato e tutti i ruoli lavorativi, in ciascun settore industriale, sarà inevitabilmente interessato da questa grandissima "sfida e opportunità".
Secondo il World Economic Forum, il valore della trasformazione digitale che opera la Quarta rivoluzione industriale è di circa 100 miliardi di $ nei prossimi 10 anni, in tutti i settori, industrie e aree geografiche.
Quale sarà la tipologia del cambiamento? Secondo Rometty anche se solo una minoranza di posti di lavoro scomparirà, la maggior parte dei ruoli che rimarrà richiederà alle persone di lavorare con l’aiuto dell’analisi e di una qualche forma di intelligenza artificiale. Una simile trasformazione impone una formazione professionale su larga scala.
L’intervento di Rometty giunge in un momento in cui il divario tra le abilità dell’AI e il futuro del lavoro diventa sempre più ampio. Il settore tecnologico rappresenta il 10% del Pil degli Stati Uniti e rappresenta la parte più rapida dell’economia americana. A fronte di questo, però, non vi è la presenza di un numero adeguato di lavoratori qualificati per riempire il mezzo milione di posti di lavoro high-tech vacanti negli Usa, stando a quanto emerge da u sondaggio incentrato sul futuro del lavoro condotto dalla Consumer Technology Association.
L'industria tecnologica teme anche un altro fatto: che i sistemi scolastici e le università non siano stati abbastanza tempestivi nell'adeguare i loro curriculum ad approfondire la conoscenza dei dati e l’apprendimento automatico. Questo ritardo rende difficile per le aziende trovare candidati preparati per le attività di sviluppo di software, analisi dei dati e ingegneria del software.
"Per prepararsi – sostiene Rometty – a questo cambiamento di paradigma, le aziende devono concentrarsi su tre cose: riqualificazione, assunzione di lavoratori che non debbano necessariamente possedere un diploma di laurea, comprensione del modo in cui il loro bacino di forza lavoro possa adattarsi a nuovi ruoli".
Un passaggio epocale che richiede preparazione
Gli Stati Uniti stanno organizzandosi per affrontare al meglio questo passaggio epocale: numerose aziende stanno cercando di far partire un movimento nazionale per colmare il divario di competenze. È la Consumer Technology Association (oltre a Ibm ci sono anche aziende come Canon, Ford, Sprint, Toyota e Walmart) che ha annunciato a gennaio il lancio della CTA, Apprenticeship Coalition, per creare migliaia di nuovi apprendistati in 20 stati americani.
L’organizzazione fornisce il modello di apprendimento per oltre 15 diversi ruoli di apprendistato in settori in rapida crescita, tra cui ingegneria del software, scienza e analisi dei dati, cybersecurity, amministrazione di sistemi mainframe, design creativo e gestione del software. I nuovi apprendistati saranno modellati in gran parte sul programma di apprendistato di IBM, lanciato nel 2017, registrato presso il Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti e cresciuto quasi il doppio della velocità prevista.
Rometty ha fornito infine qualche suggerimento: "Bisogna portare il consumismo nel modello delle risorse umane. Eliminare il self-service e utilizzare l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati per personalizzare i modi per riqualificare, promuovere e coinvolgere i dipendenti, oltre a spostarsi dai modelli basati su centri di eccellenza a quelli basati su centri di soluzioni".
(Fonte: Corriere Comunicazioni)
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