MILANO – E' una fotografia positiva quella scattata da Bsa, Business software alliance, nell’ultima edizione del suo report sulla diffusione del cloud computing nel mondo. L'Italia si pone in ottava posizione su scala mondiale tra i paesi in cui il cloud è più utilizzato e compie passi in avanti anche nel campo della tutela del copyright grazie a una normativa nazionale che offre “valide protezioni giuridiche dal cybercrime anche alle applicazioni e-commerce e cloud”.
Il nostro paese ha scalato due posizioni rispetto all’ultima rilevazione, avvenuta nel 2013, grazie al suo impegno verso politiche favorevoli all'innovazione nel cloud. Bsa stila la classifica in base ai risultati economici ottenuti in ciascun paese ma anche alla protezione messa in campo per i dati. La particolarità del cloud computing è quella di offrire a un Governo come ad una piccola impresa l'accesso a servizi che aprono la porta a potenzialità di connessione, produttività e competitività.
I risultati dell'edizione 2016 dello studio Bsa pongono in evidenza che quasi tutte le nazioni analizzate sono avanzate. Le più virtuose sono Giappone, Stati Uniti, Germania, Canada e Francia, ma la nazione che ha realizzato l'avanzamento più forte in termini relativi è il Sudafrica, salito di sei posizioni dal 2013
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