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“Sciolto” un importante nodo, ora il Regolamento Europeo è più vicino

22/05/2014

PISA  - Nonostante sia ormai calato il sipario sulla 4° edizione del Privacy Day Forum, il dibattito prosegue con vivacità, alimentato anche dalla recente pronuncia della Corte di Giustizia UE su Google e il diritto all'oblio. Rosario Imperiali aveva aperto il convegno richiamando la necessità di nuove regole e invocando “un nuovo patto che richiede un'iniezione etica”.

L'ex Garante, Francesco Pizzetti, ha dato in seguito una scossa attraverso Twitter, affermando che la “decisione della Corte di Giustizia sui motori ricerca scioglie positivamente un nodo del Regolamento. Ora è più vicino”. In base a quanto stabilito dalla corte, che ha ritenuto Google responsabile a tutti gli effetti del fatto che offre dati personali fra i propri risultati di ricerca, i cittadini potranno d'ora innanzi chiedere ai motori di ricerca di poter scomparire dalla rete. Questo significa la rimozione di un ostacolo importante che finora aveva rallentato il nuovo regolamento privacy europeo, ponendo ora i presupposti favorevoli per la sua approvazione definitiva durante il semestre di presidenza italiana nella UE. Ricordiamo che la legislazione europea sulla protezione dei dati risale al 1995. L'entrata in vigore della nuova normativa, in discussione a Bruxelles dal 2012, comporterà regole più attuali e al passo con i tempi, e al tempo stesso farà anche crescere nel mercato del lavoro la richiesta di profili professionali ancora poco diffusi in Italia, come quello che negli Usa e in molti altri Paesi è conosciuto come privacy officer. Lo stesso Pizzetti si è soffermato su questo tema durante il Privacy Day. In un'intervista rilasciata a margine del convegno ha ricordato come il privacy officer negli Stati Uniti sia una figura di grande rilievo, ben retribuita in tutte le multinazionali che fanno uso delle nuove tecnologie e della trasmissione in rete dei dati. “Come sempre, noi arriviamo con un bel ritardo. Le normative europee prevedevano o consentivano la figura del privacy officer, che paesi come la Germania e la Slovacchia già hanno. In Francia ne è favorita l'istituzione, in cambio di minori “pesantezze” burocratiche. Noi non lo abbiamo mai inserito nella nostra legislazione. Se le multinazionali americane - ha aggiunto Pizzetti - considerano, senza aver bisogno del regolamento europeo, essenziale la protezione dei dati, quando arrivano da noi e la vedono come una materia secondaria, un peso o una scocciatura, dicono che siamo un Paese del terzo mondo. Quando ce ne accorgeremo, sarà sempre troppo tardi.”  Ricordiamo ancora una volta che quella del privacy officer sarà una figura specialistica, con un ruolo chiave del nuovo regolamento europeo. Non solo avrà una ricaduta importante nel mercato delle professioni (nell'attuale proposta di regolamento saranno obbligate a nominarlo 20.000 pubbliche amministrazioni e migliaia di imprese del privato che effettuano nell'arco di 12 mesi consecutivi più di 5.000 trattamenti di dati personali). La protezione dei dati dei cittadini sarà maggiormente garantita proprio dalla presenza di questa nuova figura, e per questo sarà fondamentale che a rivestirne il ruolo siano professionisti, in possesso di competenze documentate, come una certificazione rilasciata da un ente accreditato basata sulla Norma ISO 17024, promossa espressamente dalla riforma delle professioni non organizzate in ordini e collegi,(Legge 4/2013), come quella del privacy officer.

Guarda l'intervista con Francesco Pizzetti

www.federprivacy.it



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