lunedì, 29 aprile 2024

News

Eventi

Privacy Day Forum, gli esperti di privacy chiedono nuove regole per la protezione dei dati

12/05/2014

PISA -  Il 4° Privacy Day Forum, organizzato da Federprivacy, ha avuto un ottimo riscontro, registrando una presenza di 500 addetti ai lavori, accorsi da tutta Italia per fare il punto della situazione in vista dei prossimi sviluppi normativi, che promettono una svolta epocale con l'entrata in vigore di nuove regole, identiche e direttamente applicabili in tutti e 28 stati membri UE. La testata a&s Italy era presente come media partner tecnica relativa al comparto security. Quanto è emerso dal dibattito, moderato dalla giornalista Roberta Pagnetti, è il fatto che siamo dinanzi a un momento fondamentale, perché, a fronte di un incerto iter della normativa, il progresso della tecnologia è celere e questa situazione rischia di lasciare dietro di sè un vuoto troppo grande da colmare, di cui i colossi del web possono approfittare per servirsi a loro piacimento delle informazioni personali degli utenti. I cybercriminali traggono infatti enormi vantaggi dall'assenza di regole: le imprese tendono a trascurare per tale ragione l'adozione di misure di sicurezza, diventando vulnerabili ad attacchi degli hacker. Il tutto a danno del cittadino, quale diretto interessato. Dopo il benvenuto di Ottavio Zirilli, direttore del CNR di Pisa, in apertura dei lavori, Rosario Imperiali ha fatto riferimento alla necessità di formulare a breve nuove regole in materia di data protection. Ha detto che “occorre un nuovo patto, che richiede una iniezione etica”. Per il Garante della protezione dei dati personali, è intervenuta Licia Califano, membro del collegio guidato da Antonello Soro, che si è riferita al difficile equilibrio tra apertura alle nuove tecnologie e la tutela dell'interessato.

L'importanza del Privacy Officer

Molto attesa la relazione di Francesco Pizzetti, presidente del Garante nello scorso settennato, che ha svolto una panoramica sulla figura del Responsabile della protezione dei dati, il cosiddetto Privacy officer. Ha posto l'accento sull'importanza del ruolo, a cui possono aspirare solo veri esperti della materia. Il loro compito è quello di garantire nell'azienda in cui operano l'adozione delle misure di sicurezza e applicare le future regole dettate dal regolamento europeo, operando con piena autonomia e indipendenza. Non è possibile pensare a un data protection officer formato con un corso di formazione di soli tre o quattro giorni, perché questa figura deve possedere alte competenze comprovate, così come imporranno le regole dettate da Bruxelles. Pizzetti ha auspicato che il regolamento, del quale si è in attesa da due anni, venga approvato a breve. Se però ciò non avvenisse, “sarebbe carino - così ha detto - che l'Italia pensasse di avere un ruolo attivo in occasione del semestre di presidenza dell'Unione Europea, e in caso di una fase di stagnazione, il nostro governo potrebbe pensare di intervenire a livello locale mettendo mano al nostro attuale impianto normativo”. Ad aprire il dibattito della tavola rotonda istituzionale sulla videosorveglianza nei luoghi pubblici e di lavoro, è stato invece il prefetto Francesco Tagliente. L'incontro è stato importante perché si sono poste le prime basi per un dialogo franco e sinergico tra mondo istituzionale, della normazione e dei controlli e industria che produce la tecnologia...un passo essenziale nel dialogo tra pubblico e privato, che però mancava di un tassello importante della filiera: l'installatore e l'utilizzatore finale. Alla tavola rotonda, condotta da Antonio Ciccia, hanno partecipato anche Claudio Filippi del Garante, la direttrice della DTL di Pisa, Anna Maria Venezia, il direttore del CNR, Ottavio Zirilli, e Massimiliano Troilo di Hikvision Italy. “Questa edizione del Privacy Day Forum al CNR ha segnato un significativo salto di qualità - ha detto Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy - sia per la prestigiosa collaborazione con l'Area della Ricerca di Pisa, sia perchè finalmente siamo riusciti a lanciare un messaggio importante, cioè che la privacy non è burocrazia, ma un diritto fondamentale del cittadino, e la normativa in materia serve per tutelare il cittadino, e non deve essere considerata come un fastidioso onere che comporta costi superflui per le imprese, ma un valore aggiunto a protezione dei dati che sono veri e propri asset.”. Umberto Rapetto, dopo aver tenuto una speciale lezione dedicata a 50 studenti dell'Istituto Luigi di Savoia di Rieti, dinanzi a un'aula gremita è stato uno trai principali protagonisti del Privacy Day Forum di quest'anno. Nel suo intervento, “Internet & Privacy: la minaccia virtuale è sempre più reale”,  Rapetto non ha nascosto la sua preoccupazione sul futuro della sfera personale dei singoli cittadini e su quello delle aziende alle prese con la minaccia incombente di spionaggio industriale e commerciale ogni giorno più aggressivo ed efficace. “Le carenze culturali e organizzative, insieme alla lentezza della produzione normativa che non riesce a tenere il passo con l’evoluzione tecnologica, sono una ferita difficile da rimarginare: le violazioni dalla riservatezza crescono in misura esponenziale e la diffusione irrefrenabile di dispositivi mobili incrementa la vulnerabilità senza che aumenti minimamente la sensibilità individuale o collettiva". A proposito dei sempre più diffusi codici QR, ha detto: “Quei quadrati che vengono ripresi e scannerizzati con la fotocamera degli smartphone, consentendo di raggiungere siti web e ottenere informazioni senza alcuno sforzo da parte dell’utente, possono contenere istruzioni malevole e attivare azioni indesiderate con pregiudizio di chi casca in un invito apparentemente innocuo”.  Un altro ospite di spicco, giunto dagli USA dove è docente di Economia della privacy all’Heinz College della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, in Pennsylvania, è stato Alessandro Acquisti. Nella sua esposizione ha infatti ridefinito le convinzioni abituali intorno al senso comune della privacy, ad esempio tramite i dispositivi che sfruttano tecnologie di realtà aumentata, integrati con un software di riconoscimento facciale neanche troppo complesso, chi ci guarderà attraverso un paio di lenti, (come i discussi Google Glass), potrà ricavare tutta una serie di informazioni, anche sensibili, dai nostri profili su Facebook, su altri social-network, o disseminati da qualche altre parte nella rete, visualizzandoli in tempo reale sui propri occhiali per mettere a nudo tutti i nostri gusti e le nostre abitudini. www.federprivacy.it

 

 

 



Tutte le news