lunedì, 29 aprile 2024

W la Privacy

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In vigore il Digital Services Act

31/08/2023

E' entrato in vigore lo scorso 25 agosto il Digital Services Act, il nuovo regolamento emanato dall’UE per porre un freno al 'far west digitale'. Il regolamento, che prevede anche misure a tutela della privacy e per la protezione dei minori, si basa sul principio che quanto è illegale offline deve esserlo anche online.

Il suo obiettivo è creare un ambiente digitale sicuro e affidabile, che tuteli i diritti dei consumatori. Le piattaforme dovranno dunque garantire loro maggiore sicurezza,  contrastare la diffusione di contenuti illegali e disinformazione, definendo un quadro normativo chiaro ed efficace sulla trasparenza e responsabilità delle piattaforme.

Le nuove misure

Tra gli obblighi introdotti dal Digital Services Act figura l'introduzione di sistemi di segnalazione dei contenuti illegali che le stesse piattaforme dovranno poi vagliare ed eventualmente rimuovere in tempi brevi. Non sarà poi più possibile visualizzare annunci pubblicitari basati su dati sensibili dell'utente, come origine etnica, opinioni politiche, orientamento sessuale. Le nuove misure prevedono in particolare la protezione degli utenti online, con particolare attenzione ai minori, con la prevenzione dei rischi sistemici e la moderazione dei contenuti.

Per gli utenti europei dei social network dovrebbe tornare anche la possibilità di poter scegliere di vedere i contenuti in ordine cronologico e non sulla base di scelte fatte da un algoritmo.

Scaduto il termine per adeguarsi, il Digital Services Act dovrà ora essere rispettato da tutte le piattaforme online che raggiungono almeno i 45 milioni di utenti attivi online ogni mese, tra cui Amazon Store, AppStore, Booking, Facebook, Google, Instagram, LinkedIn, TikTok, Twitter (adesso rinominato in “X”), Wikipedia, YouTube, e Zalando.

Meta ha risposto positivamente, creando un apposito “Centro di Trasparenza” dove si trovano tutte le informazioni su come gli algoritmi agiscono sulle piattaforme per proporre i contenuti consigliati. Amazon ha invece presentato richiesta alla Corte di giustizia dell’Ue di annullare la decisione con cui la Commissione europea l’ha classificata tra le grandi piattaforme online che ricadono sotto una serie di obblighi aggiuntivi, tra cui vigilare sulla pubblicazione di contenuti che incitino all’odio o diffondano disinformazione. Anche Zalando ha presentato ricorso.

Le piattaforme che, pur rientrando negli adempimenti richiesti dal Digital Services Act, ne violeranno le regole saranno passibili di multe fino al 6% del loro fatturato annuo e, in caso di recidiva, il divieto di operare sul territorio europeo.


maggiori informazioni su:
www.federprivacy.org



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