ROMA - Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte considera "essenziale" la mappatura del contagio da Coronavirus con la app Immuni sul cellulare, anche se l’applicazione di contact tracing sarà offerta su base volontaria e non su base obbligatoria. Il premier ha anche precisato che chi non vorrà scaricarla non subirà limitazioni di movimento o altri pregiudizi
“Un team, composto dal ministero dell’Innovazione, dal ministero della Salute e da esperti in sicurezza cibernetica, sta affiancando il commissario Domenico Arcuri per implementare l’app nel migliore dei modi con elevate garanzie“ - ha aggiunto. “Ho dato indicazioni affinché i capigruppo di maggioranza e opposizione siano costantemente informati sul processo applicativo. Mi riservo di riferire puntualmente alle Camere sui dettagli di questa app. Il coinvolgimento del Parlamento deve essere pieno essendo coinvolti i diritti costituzionali fondamentali, come il diritto alla salute pubblica, alla riservatezza e l’esigenza di proteggere un asset informativo di primaria importanza nella logica degli interessi strategici nazionali”.
L’alternativa alla app? Una nuova privazione della libertà
Il commissario Arcuri è stato chiaro: “L’alternativa alla app è ancora la privazione della libertà”. Il contact tracing è una modalità per garantire che in qualche modo vengano conosciuti e tracciati i contatti che le persone hanno, molto importante se qualcuno si contagia – ha spiegato.
Possono essere usati per contenere la diffusione del virus. In tutto il mondo alleggerire il contenimento significa essere in grado di mappare tempestivamente i contatti delle persone; l’alternativa – ha sottolineato – sarebbe non alleggerire le misure, privandoci di quote importanti della nostra libertà come in queste settimane è accaduto”.
Sicurezza e privacy garantite nella Fase 2
Il commissario ha quindi rassicurato in merito ai due requisiti fondamentali, sicurezza e privacy che caratterizzeranno l'app e ha poi messo un punto fermo di estrema importanza sulla sovranità digitale dell’app. I dati anagrafici e sanitari dei cittadini dovranno essere conservati su una “infrastruttura pubblica e italiana” perché privacy e riservatezza dei dati sono diritti inalienabili e irrinunciabili.
Arcuri ha inoltre spiegato che sarà necessario, in tempi ristretti e nelle forme possibili, che la app si possa connettere al sistema sanitario nazionale, che dia informazioni utili affinché l'intervento sia tempestivo ed efficace. Solo così il contact tracing avrà una valenza e non sarà solo un sistema informativo.
E' infine arrivata la smentita circa l'uso del braccialetto elettronico, alternativo all’app e ha anticipato che i test sierologici saranno la “terza arma con la quale ci prepariamo a fronteggiare la fase 2, insieme a mascherine, ventilatori, la rete di Covid Hospital.
Tornando alla app Immuni, per risultare efficace dovrà essere scaricata ed utilizzata da almeno il 60% della popolazione in Italia, ovvero da 36 milioni di cittadini.
(Fonte: https://www.key4biz.it/)
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