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Certificazioni verdi: ok dal Garante Privacy, con adeguate garanzie

14/06/2021

ROMA - Il Garante per la protezione dei dati personali, a seguito di un lungo lavoro di confronto con il Ministero della salute, ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto attuativo, che attiva la Piattaforma nazionale-DGC per il rilascio del green pass, prevedendo adeguate garanzie per l’utilizzo delle certificazioni verdi.

Introdotto dal decreto “Riaperture” per consentire gli spostamenti tra Regioni e l’ingresso a eventi pubblici e sportivi, nelle zone gialle il green pass è ora previsto anche per partecipare a feste, in occasione di cerimonie civili e religiose.

L’Autorità, che ha già avvertito il Governo sulle criticità dell’attuale versione del decreto “Riaperture”, ricorda la necessità di individuare con chiarezza, in sede di conversione in legge del decreto, i casi in cui può essere chiesto alla persona interessata di mostrare la certificazione verde per accedere a luoghi o locali.

"Finalità ulteriori"

La situazione attuale di indeterminatezza delle situazioni che prevedono l’esibizione del green pass ha indotto alcune Regioni e Province autonome ad adottare ordinanze che impongono l’uso di questo stesso pass anche per diversi scopi rispetto a quelli previsti nel decreto riaperture e nei confronti delle quali il Garante è già intervenuto.

L’Autorità sottolinea, inoltre, che anche il Regolamento europeo sul green pass, attualmente in fase di adozione, prevede che lo stesso possa essere utilizzato dagli Stati membri per finalità ulteriori, rispetto agli spostamenti all’interno dell’Ue, ma solo se ciò è espressamente previsto e regolato da una norma nazionale. L’Autorità - pur valutando positivamente, nel complesso, lo schema di Dpcm, che recepisce gran parte delle indicazioni fornite del Garante nel corso delle interlocuzioni con il Ministero della Salute - rileva alcuni profili sui quali ritiene necessario un intervento di modifica.

Il Garante ha richiesto chiarezza sulle finalità per le quali potrà essere richiesto il green pass. Tali finalità dovranno essere stabilite con una norma di rango primario. La norma dovrà prevedere inoltre che le certificazioni possano essere emesse e rilasciate solo attraverso la Piattaforma nazionale-DGC e verificate esclusivamente attraverso l’App VerificaC19. Tale app infatti è l’unico strumento in grado di garantire l’attualità della validità della certificazione verde, in conformità ai principi protezione dei dati personali, garantendo inoltre che i verificatori possano conoscere solo le generalità dell’interessato, senza visualizzare le altre informazioni presenti nella certificazione (guarigione, vaccinazione, esito negativo del tampone).

Un'adeguata formazione

Il Garante ha richiesto e ha si è visto assicurare che i soggetti preposti al controllo delle certificazioni verdi siano chiaramente individuati e istruiti. In riferimento al modo con cui ottenere il green pass, lo schema di decreto prevede che venga messo a disposizione attraverso diversi strumenti digitali (sito web della Piattaforma nazionale-DGC; Fascicolo sanitario elettronico; App Immuni; App IO) che permetteranno agli interessati di consultare, visualizzare e scaricare le certificazioni. Gli interessati potranno rivolgersi anche al medico di famiglia e al farmacista per scaricare la certificazione verde.

In merito alle app per recuperare il green pass, il Garante ha autorizzato l’uso dell’App Immuni, ma ha rinviato l’impiego dell’App IO a causa delle criticità riscontrate in merito alla stessa.

Nella stessa riunione del Collegio, con distinto provvedimento, l’Autorità, in relazione a criticità di ordine generale sul funzionamento dell’App IO, ha ordinato in via d’urgenza alla società PagoPA di bloccare provvisoriamente alcuni trattamenti di dati effettuati mediante la predetta app che prevedono l’interazione con i servizi di Google e Mixpanel, e che comportano quindi un trasferimento verso Paesi terzi (es. Usa, India, Australia) di dati particolarmente delicati (es. transazioni cashback, strumenti di pagamento, bonus vacanze), effettuato senza che gli utenti ne siano stati adeguatamente informati e abbiano espresso il loro consenso.

Profili sui quali l’Autorità aveva già richiamato l’attenzione con diversi provvedimenti del 2020 fornendo peraltro indicazioni per rendere conforme l’uso dell’app alla normativa sulla privacy


maggiori informazioni su:
www.fedeprivacy.org



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