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Installazione di telecamere nascoste in un luogo di lavoro, ok dalla Corte Europea (con qualche limite)

24/10/2019

MILANO - Si possono installare di nascosto apparecchiature di videosorveglianza in un luogo di lavoro senza che i lavoratori siano stati avvertiti preventivamente e senza affiggere il cartello che ne attesti la presenza?

Al quesito è stata data una chiara risposta da parte della Grande Camera della Corte Europea di Strasburgo, con una sentenza datata 17 ottobre 2019. I giudici si sono espressi su questo tema in maniera positiva, ammettendo la legittimità dell'installazione di telecamere occulte, a condizione che la mancata informazione ai lavoratori venga giustificata dal sospetto che sul luogo stesso di lavoro avvengano gravi irregolarità. 

In questo specifico caso, l’installazione di dispositivi per la videosorveglianza è stata giudicata lecita, in quanto il datore di lavoro, titolare di una catena di supermercati in Spagna, aveva avuto il fondato sospetto che, all'interno di uno dei punti vendita, fossero commessi furti, con ammanchi nei magazzini e perdite significative.

Finalità giustificate 

Ad aver fatto emergere la questione, sollevata da cinque cassieri, era stata la scelta di utilizzare apparecchiature di videosorveglianza non visibili, ovvero nascoste, sul luogo di lavoro, senza che i lavoratori fossero stati informati. La decisione era stata presa con la sola finalità di accertare il verificarsi di condotte illecite, tali da provocare un danno patrimoniale all’azienda.

Poichè il supermercato è un luogo aperto al pubblico e la videosorveglianza è stata di breve durata (soltanto 10 giorni), dato inoltre che la ripresa è stata circoscritta al solo al luogo in cui erano ubicate le casse, senza coinvolgere attività di natura privata dei lavoratori, e che le immagini erano state visionate da un numero ristretto di persone e per una ragione ben fondata, i giudici della Corte Europea di Strasburgo, considerato anche il fatto che non sarebbe stato possibile adottare un mezzo alternativo, hanno ritenuto che il provvedimento assunto dal datore di lavoro, ovvero quello di predisporre la sorveglianza, non fosse in contrasto con la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo e non avesse violato il diritto alla privacy dei dipendenti.

Su questa sentenza si è espresso anche il Presidente del Garante per la privacy, Antonello Soro. Le sue parole:  “La sentenza della Corte di Strasburgo se da una parte giustifica, nel caso di specie, le telecamere nascoste, dall’altra conferma però il principio di proporzionalità come requisito essenziale di legittimazione dei controlli in ambito lavorativo. L’installazione di telecamere nascoste sul luogo di lavoro è stata infatti ritenuta ammissibile solo perché, nel caso sottoposto, ricorrevano determinati presupposti”.

“La videosorveglianza – ha concluso il Garante – è ammessa solo in quanto extrema ratio a fronte di gravi illeciti e non può diventare una prassi ordinaria”.

 



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