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Cybercrime, indagine Accenture: 5.200 miliardi di dollari i costi per le aziende

28/01/2019

ROMA -  A causa dei cyber-attacchi, si stima che, a livello mondiale, possano essere 5.200 miliardi di dollari i costi addizionali e i mancati ricavi delle aziende nel corso dei prossimi cinque anni.

Sono dati che emergono da un’indagine condotta da Accenture, che ha coinvolto oltre 1.700 CEO e top manager di aziende in diversi paesi. Il report ha titolo Securing the Digital Economy: Reinventing the Internet for Trust ed evidenzia come la dipendenza da modelli di business abilitati da Internet è attualmente di gran lunga superiore all’abilità di introdurre misure di sicurezza adeguate in grado di proteggere asset strategici.

Il cybercrime pone sfide significative in quanto può compromettere le attività aziendali, la crescita e l’innovazione del business, l’introduzione di nuovi prodotti e servizi, con un costo elevatissimo per le aziende. 

A correre i rischi maggiori è il settore high-tech, con oltre 753 miliardi di dollari di costi emergenti, seguito da life science e automotive, la cui esposizione ammonta rispettivamente a 642 e 505 miliardi di dollari.

“Il livello di sicurezza di Internet è inferiore rispetto al livello di sofisticazione raggiunto dalla criminalità informatica e questo sta portando ad un’erosione della fiducia nell’economia digitale” - ha spiegato Paolo Dal Cin, Security Lead di Accenture Italia.

“Il rafforzamento della sicurezza su Internet richiede una leadership incisiva – e a volte non convenzionale – da parte dei CEO, non solo dei CISO. Un primo passo da compiere per le aziende che intendono diventare "cyber-resilienti" è quello di portare le competenze dei CISO nel consiglio di amministrazione, garantendo così che la sicurezza sia integrata sin dalla fase iniziale di qualunque iniziativa e tutti dirigenti aziendali si assumano la responsabilità della sicurezza e della riservatezza dei dati.”

Altre osservazioni di rilievo che emergono dall’indagine: quattro intervistati su cinque (79%) ritengono che il progresso dell’economia digitale sarà seriamente compromesso se non ci sarà un sostanziale miglioramento della sicurezza su Internet, mentre oltre la metà (59%) ritiene che Internet sia sempre più instabile sotto il profilo della cyber-sicurezza e non sa come reagire.

Necessario uno sforzo congiunto

Tre quarti degli intervistati (75%) ritengono che sia necessario uno sforzo congiunto per saper fronteggiare le sfide in materia di cyber security, dal momento che nessuna organizzazione è in grado di risolvere il problema da sola. Oltre la metà dei dirigenti (56%) si ritiene sempre più preoccupata della sicurezza su Internet e guarderebbe con favore l’entrata in vigore di più rigide norme di business introdotte da istituzioni o autorità governative.

Nuove tecnologie = nuove minacce

 La rapida ascesa delle nuove tecnologie sta creando nuove sfide, come testimoniato da quattro intervistati su cinque (79%), che ammettono di adottare tecnologie emergenti più rapidamente rispetto alla velocità con cui affrontano i relativi problemi di cyber security. I tre quarti di essi (76%) evidenziano che gli aspetti di sicurezza informatica sono sfuggiti al controllo a causa di nuove tecnologie come l’Internet of Things (IoT) e l’Industrial Internet of Things (IIoT). La maggioranza (80%) ha inoltre dichiarato che è sempre più difficile proteggere la propria organizzazione dalle vulnerabilità delle parti terze, il che non sorprende, data la complessità e la vastità attuale degli ecosistemi su Internet.

Un tema di grande interesse per molti dirigenti è la protezione dei dati dei clienti. Sulla scia dei timori legati alla sicurezza, il 76% degli intervistati ritiene che i consumatori non possano confidare nella sicurezza della propria identità digitale dal momento in cui molti dei loro dati personali sono già disponibili senza nessuna restrizione.

 

 



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