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Applicazioni e soluzioni

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Videosorveglianza e allarme “uomo a terra”

12/11/2012

Stato di fatto ed esigenze del cliente

L’ottocentesca fornace Angelo Orsoni è dedita da decenni alla produzione di mosaico di vetro a foglia d’oro e smalti. È un mestiere d’arte che viene tramandato da quattro generazioni e che ha fatto rivivere le antiche lavorazioni del mosaico bizantino. I proprietari della vetreria hanno contattato la ditta Electronic Service di Venezia per rendere più sicuro il lavoro nella fornace della vetreria. Il timore più grande riguardava la possibilità che durante la notte la persona nella fornace potesse improvvisamente sentirsi male e, non avendo il tempo o la possibilità di chiamare soccorsi, non ricevesse aiuto fino al mattino seguente.

La soluzione messa in campo

Per risolvere questa problematica, Electronic Service ha adottato quattro dispositivi che intervengono a diversi livelli. E’ stato innanzitutto dotato il personale di un telecomando che l’operatore può premere per attivare le chiamate telefoniche tramite combinatore. E’ stato poi adottato un dispositivo “uomo a terra”, che è composto da un “teledrin” fissato alla cintura della persona da proteggere. Questo dispositivo invia un allarme nel caso in cui la persona rimanga sdraiata a terra per più di 30 secondi (questo dispositivo nasce come funzione antirapina, intervenendo se i malviventi fanno sdraiare a terra il personale). Nel caso che il lavoratore si senta male da seduto (rimanendo quindi nella stessa posizione), è stato necessario studiare appositamente un sistema. Per rilevare il movimento della persona sono stati innanzitutto utilizzati dei radar a sola microonda, perché il sensore a infrarossi che rileva il calore sarebbe stato accecato dalle temperature elevatissime della fornace, mentre i sensori a microonde pure funzionano senza problemi.

Questa serie di sensori installati lavorano in modalità OR, quindi è sufficiente che uno dei sensori rilevi il movimento e non necessariamente tutti insieme. Quando nessuno dei sensori rileva attività motoria, il sistema azzera un tempo di preallarme - che consiste in un allarme ottico/acustico che segnala che c’è una telefonata in fase di partenza e serve a far presente alla persona addetta l’assenza di movimento, quindi l’avvio dell’allarme. Se la persona è cosciente può azzerare il preallarme semplicemente muovendosi, ma se si trova effettivamente priva di sensi il combinatore telefonico, scaduto il tempo di preallarme, provvede a chiamare l’istituto di vigilanza. Come ultimo intervento, è stato installato un sistema di videosorveglianza gestito da Galileo con 4 telecamere per poter verificare che l’allarme sia reale e che la persona sia effettivamente priva di sensi. Il vigilante, dopo aver controllato la situazione nei monitor, può quindi provare a chiamare telefonicamente la fornace e, se non ottiene risposta, attiva l’intervento dell’ambulanza e di chi di competenza.

Alcuni accorgimenti rendono l’impianto particolarmente sicuro:

  • presenza del sistema di autotest via gsm e della linea telefonica commutata con il centro di supervisione Electronic Service che controlla l’effettivo arrivo delle chiamate giornalmente
  • sistema di supervisione di Galileo che verifica l’effettiva connessione via IP con il vcr, la connessione delle telecamere, l’eventuale sovra-temperatura del dispositivo, lo stato del disco ed altri parametri basilari di funzionamento.
  • il personale può e deve testare il telecomando ad ogni inizio turno, semplicemente premendo il pulsante e attendendo il tono di telefonata in corso, resettabile da codice in tastiera del combinatore
  • lo stesso test di funzionamento deve essere fatto ogni sera per il dispositivo “uomo a terra” semplicemente inclinando il dispositivo e attendendo l’attivazione del preallarme.

Tra le varie particolarità di questo impianto, che applica la security alla safety e alla sicurezza sul lavoro, si annoverano le condizioni ambientali estreme derivanti dalle altissime temperature e dalle peculiarità dell’ambiente-fornace. Ad esempio, è stato necessario l’utilizzo di plastiche al posto dei vetri delle custodie. La fornace, infatti, utilizza acidi che opacizzano i vetri e l’utilizzo di materiali plastici evita che si opacizzino i vetri e le lenti delle custodie.

La parola alla committenza

Il committente si è dichiarato molto soddisfatto delle soluzioni studiate e si è detto “lusingato che l’impianto siastato ritenuto degno di un concorso”. Questo progetto rientra infatti tra i finalisti al Premio H d’Oro 2011 per gli impianti realizzati nell’anno 2010. Il premio è stato lanciato nel 2006 da HESA Spa ed è ora passato sotto la governance di Fondazione Enzo Hruby, che con il Premio condivide la finalità di promuovere la professionalità delle imprese di installazione e, nello specifico del Concorso, di valorizzare la qualità e l’originalità delle realizzazioni.

www.accadoro.it

 


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