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Controllo accessi e tecnologie RFId

04/10/2018

MILANO - Fin dagli anni Ottanta, una delle prime applicazioni pratiche della Radio Frequency Identification (RFId) è stata quella del controllo elettronico degli accessi. Oggi che le vecchie tecniche ID (come il bar code e la banda magnetica) stanno andando in pensione, è proprio la tecnologia RFId a farla da padrone. Fino a quando la biometria non prenderà il sopravvento (privacy permettendo). I benefici offerti rispetto ai sistemi tradizionali sono molteplici, sia a livello di sicurezza che di operatività. Ecco un breve excursus su RFId e controllo accessi: pro e contro, le credenziali e i lettori, le frequenze di lavoro, la distanza di lettura…

Negli scorsi decenni, le tecniche più diffuse per riconoscere in automatico le persone nell’ambito di un sistema elettronico di controllo accessi, erano il codice a barre e la banda magnetica. Ci sono tuttora, ma il loro destino è ormai segnato: molto presto andranno definitivamente in soffitta.

A determinare il loro declino e a prendere il timone è stata la RFId (Radio Frequency Identification). Sebbene la nascita di questa tecnologia risalga a circa un secolo fa, l’effettiva rivoluzione nel controllo accessi è coincisa con l’arrivo del nuovo millennio. D’altra parte la RFId ha tutte le carte in regola per imporsi su questo segmento di mercato e sbarazzarsi di molte soluzioni ormai obsolete. Almeno fino a quando, privacy permettendo, non verrà messa alle corde dalle tecnologie biometriche.

La lettura di questo interessante articolo può essere proseguita al link seguente:

https://www.secsolution.com/articolo.asp?id=636

 

 



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