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Il riconoscimento facciale, nuova frontiera del marketing

10/01/2017

MILANO – In Cina è in fase di sperimentazione un ristorante in cui il cliente entra e ordina da una postazione tecnologica: se si tratta di un ragazzo gli viene proposto pollo fritto e Coca-Cola, mentre se il cliente è una donna, le verrà consigliato un meù più leggero.

Il locale appartiene alla catena di fast food Kfc (Kentucky Fried Chicken), dove si sta sperimentando l'utilizzo di un software per il riconoscimento facciale, in grado di determinare se l'avventore è una donna, un uomo, di capire quale sia la sua età e persino  con quale umore sia entrato, con l'obiettivo di consigliare il piatto ritenuto più adatto.

Un sistema, questo, che contribuisce a sveltire le code, superando l'indecisione del consumatore, capace di offrire un'esperienza più soddisfacente e di raccogliere dati sui frequentatori del locale, in modo da personalizzare le azioni di marketing e comunicazione. Tutto questo avviene grazie alla collaborazione di Baidu, il più importante motore di ricerca in Cina, con Kfc China.

Il sistema, per ora in fase di test in un solo locale, può memorizzare ciò che viene acquistato e se il cliente torna, può identificarlo e dare consigli più precisi sul menù, basandosi sui piatti preferiti in passato. Il ristorante, come altri della catena nella città cinese, offre anche giochi in realtà aumentata grazie ad adesivi posizionati sui tavoli. In passato è stato inoltre lanciato un altro progetto per provare, in un locale Kfc di Shanghai, un robot in grado di comprendere il linguaggio umano per prendere le ordinazioni.

Quella del riconoscimento facciale è quindi una delle nuove frontiere del marketing in cui i brand cominciano a sperimentare: test in tal senso sono stati fatti per esempio da Coca-Cola, dalla catena di supermercati britannici Tesco, da Unilever e altri. Si tratta in genere di software che consentono di misurare la distanza tra gli occhi, la larghezza del naso e altri dati sui lineamenti del viso, comparando poi queste informazioni con codici standardizzati che rappresentano le caratteristiche tipiche di uomini o donne in diverse fasce d'età.

Da una ricerca di Computer Sciences Corporation, società specializzata in soluzioni tecnologiche per il business, condotta su 150 retailer nel Regno Unito tra grandi magazzini, catene di abbigliamento, di elettronica e supermercati, risulta che il 27% usa tecnologie per il riconoscimento facciale nei propri negozi. In ogni caso lo sfruttamento a livello di marketing e di pubblicità di queste soluzioni è una questione delicata, visto che potrebbe sollevare non poche preoccupazioni in tema di tutela della privacy dell'acquirente.

Non per nulla c'è chi, proprio per superare il possibile disagio del consumatore, propone metodi più discreti per capire chi sono i clienti che transitano nei negozi: un esempio è dato dall'azienda inglese Hoxton Analytics, che ha messo a punto un sistema, composto da telecamera e processore, in grado di catturare le immagini delle scarpe delle persone, classificandole in segmenti, rivelando quindi il genere, se si tratta di adulti o bambini, e lo stile in base al brand delle calzature che si indossano.

 


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www.federprivacy.it



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