MILANO - Il numero di telecamere installate nel mondo ha superato i 30 milioni. Ogni anno vengono caricate su YouTube circa 3 milioni di ore di video riguardanti accadimenti ripresi dagli utenti; su Facebook sono state già inserite circa 300 milioni di immagini. Lo scenario fin qui descritto ha un inevitabile riscontro in ambito forense: oggi è sempre più improbabile che un evento delittuoso possa consumarsi senza che la scena del crimine o parte di essa, oppure l’autore dello stesso fatto, non vengano ripresi da un sistema di videosorveglianza.
La crescente diffusione di immagini e video sulle piattaforme del web si ripercuote sempre più spesso anche in ambito investigativo: poter costruire delle evidenze processuali analizzando in maniera specialistica tali fonti di prova, analogamente a quanto avviene nei vari settori della “computer forensics”, testimonia dunque la piena credibilità dei video TVCC. Ma bisogna sempre procedere per gradi e con metodo scientifico, e quindi, da un lato padroneggiando le basi della relativa disciplina, dall’altro estraendo qualora possibile le sole informazioni che possano essere utili.
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