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Internet of Things, occorre maggiore sicurezza

22/08/2016

MILANO – Dalla conferenza annuale Black Hat di Las Vegas, un incontro che riunisce esperti di sicurezza del mondo accademico e industriale, analisti e anche hacker, giunge un messaggio molto chiaro: non siamo del tutto pronti per un mondo di oggetti connessi, almeno per quanto riguarda l'aspetto della sicurezza. Il rischio di attacchi, in un mondo in cui l'Internet of Things è sempre più una realtà, il pericolo si estende e non sempre aziende e utenti si dimostrano solleciti nel coglierlo e affrontarlo come sarebbe necessario.

Tra i settori più a rischio vi è quello delle auto connesse, dato che tutti i più recenti modelli di automobile sono in qualche modo collegati a Internet, e quello del Cloud computing. Anello debole della catena per qualunque sistema è l'elemento umano: per garantire maggiore sicurezza occorrerà quindi porre enfasi sulla formazione e su interfacce utente più sicure.

Per quanto riguarda la crescita di oggetti connessi nella quotidianità della vita di tutti i giorni, la conferenza Black Hat ha rilevato che neppure i prodotti consumer connessi a Internet sono ancora sufficientemente sicuri, essendo la priorità dei vendor rappresentata dalla velocità di arrivo sul mercato (time to market) che non appunto dalla sicurezza. Gli hacker studiano attentamente le vulnerabilità dei prodotti consumer, in quanto possono rappresentare il trampolino di lancio per attacchi di maggiore portata e gravità.

Gli esperti di sicurezza riuniti per la conferenza di Las Vegas hanno infine dato dimostrazione della pluralità e creatività di strategie con cui gli hacker riescono a compromettere la sicurezza dell'Internet of Things e come la vera sfida dell'industria sia in futuro quella di creare meno falle nelle “cose”, così da ridurre le vie di ingresso per gli hacker.

 


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