venerdì, 26 aprile 2024

W la Privacy

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Telecamere troppo intelligenti? A rischio la privacy

17/03/2016

di Nicola Bernardi, Presidente di Federprivacy

Nell’era tecnologica in cui viviamo dovrebbero essere le nostre migliori alleate per aiutarci a vedere dove i nostri occhi non arrivano, invece rischiano di diventare le principali nemiche della nostra privacy, perché ci possono scrutare dovunque ci troviamo, e spesso a nostra insaputa. Parliamo delle telecamere, strumenti da gestire con estrema attenzione, soprattutto alla normativa che le disciplina. 

Secondo uno studio di Gartner, nel 2016 saranno utilizzati nel mondo 1,6 miliardi di oggetti connessi alla rete, con un aumento del 39% rispetto allo scorso anno, e tra questi ben il 24% sono telecamere di sicurezza commerciali o webcam, ovvero la bellezza di 464 milioni di telecamere sparse intorno alla Terra che ci osservano. Le previsioni della stessa ricerca indicano che gli oggetti connessi ad internet raddoppieranno nel giro di soli 2 anni. Se non si può negare che le telecamere siano diventate quasi indispensabili, dato che grazie ai loro occhi elettronici possiamo vigilare su abitazioni ed aziende per tutelare il nostro patrimonio, parlare in videoconferenza da un capo all’altro del pianeta o monitorare a distanza le condizioni dei pazienti nelle strutture sanitarie, è però un fatto che ci troviamo di fronte ad una lama a doppio taglio, perché come tutti gli strumenti connessi al web, anche le telecamere implicano criticità e vulnerabilità che possono giocarci brutti scherzi.

Riguarda anche te 

Se pensate che la questione non vi possa riguardare direttamente, riportate per qualche istante la vostra memoria al servizio televisivo delle Jene di qualche tempo fa, in cui è stato dimostrato come sia possibile inviare a una vittima predeterminata un semplice sms che nasconde in realtà un software come “Adwind” (acquistabile su internet): in questo modo una persona neanche troppo esperta può assumere il controllo dello smartphone del destinatario, ascoltando le sue telefonate, leggendo la messaggistica e anche scattando ripetuta- mente delle immagini attraverso la webcam ogni volta che il salvaschermo viene attivato, senza che chi tiene in mano il telefonino si accorga di niente. E che dire della webcam incorporata nel vostro laptop? potrebbe qualcuno guardarvi mentre siete davanti al vostro PC? Pare proprio di sì, dato che alcuni ricercatori della Johns Hopkins University hanno dimostrato che sfruttando il software “Remote Administration Tool” (RAT), è possibile attivare la telecamera attraverso internet senza neanche far accendere la luce a led che dovrebbe segnalare all’utente che è in corso una registrazione.

Mentre almeno i PC sono di solito protetti da buoni antivirus, quasi tutte le smart tv collegate a internet sono invece generalmente prive di software di protezione, e come ha confermato il noto esperto IT Kurt Stammberger, le loro webcam integrate possono essere facilmente violate e sfruttate da hacker interessati a sottrarre numeri di carte di credito, o da voyer a cui piace spiare nel salotto di casa vostra mentre siete comodamente distesi sul divano e guardate il vostro programma preferito.

A rischio la tvcc 

Forse pochi sanno che esistono siti web come www.exploit-db.com, attraverso cui i più curiosi (ma anche i malintenzionati) con un click possono comodamente selezionare dal monitor del proprio computer tra migliaia di scene da guardare nella vita quotidiana degli altri, come ad esempio bambini che dormono sereni nella culla, casalinghe che stendono il bucato, commesse e cassieri che svolgono la propria attività nei negozi, e a volte anche persone che fanno cose che in genere non farebbero mai se solo dubitassero di essere visti da qualcuno, non pensando affatto che a tradirli possa essere proprio il loro stesso sistema di videosorveglianza. Hacker all’arrembaggio? non proprio, perché Exploit Database, che gestisce questo sito, altro non è che un’associazione senza scopo di lucro che si occupa di formazione in materia di sicurezza delle informazioni e che svolge di routine penetration test per individuare le vulnerabilità di software integrati di telecamere connesse su indirizzo IP senza però effettuare alcuna forzatura.

Fin troppo spesso queste risultano sprovviste di qualsiasi misura di sicurezza, o addirittura prive di una banale password di protezione, essendo di fatto ad accesso pubblico. A chi è quindi da imputare la responsabilità se persone che spendono or di soldi per installare delle telecamere per sentirsi più sicuri, finiscono poi per rischiare di essere protagonisti a loro insaputa di un vero e proprio reality show davanti a un’ignota platea di internauti a causa di quegli stessi impianti di videosorveglianza?

Responsabilità

Sostanzialmente, le principali cause sono tre.

1. Le mani in cui si affidano gli utenti spesso non possiedono le competenze adeguate sulla security e tanto meno in materia di protezione dei dati personali. Solo recentemente il mercato sta iniziando ad acquisire una certa consapevolezza dei rischi di violazioni della privacy degli utenti, e del conseguente pericolo di risarcimenti e pesanti sanzioni che potrebbero colpire anche gli installatori. A questo proposito, è interessante il progetto della certificazione dei “Consulenti della Privacy del settore della Video- sorveglianza” che è partito a gennaio di quest’anno, nel quale il TÜV Examination Institute certifica i professionisti che, attraverso un percorso formativo e la documentazione della propria esperienza in mate- ria, sostengono un esame con l’ente tedesco dimostrando di possedere le competenze necessarie per assicurare un adeguato livello di protezione dei dati secondo quanto prescritto dalla normativa vigente in materia di privacy.

2. Nonostante la progressiva presa di coscienza dell’importanza della tutela della privacy, gli stessi utilizzatori finali non hanno ancora sufficientemente consapevolezza dei rischi che corrono. E’ stato emblematico il caso di Cassidy Wolf, ex Miss Teen Usa che è stata vittima di un ricattatore, il quale aveva preso il controllo del suo PC riuscendo a scattarle delle foto mentre era nuda nella sua stanza. “Non ero consapevole che qualcuno mi stesse spiando. Non ne avevo idea, la luce della webcam non si è mai accesa”, ha dichiarato la ragazza al “The Today Show”. C’è bisogno quindi che gli stessi clienti, privati cittadini o aziende che siano, esigano di poter veri care se l’installatore possiede o meno le capa- cità tecniche e normative necessarie, chiedendo al professionista l’esibizione di attestati di partecipa- zione a corsi di formazione, certificazioni, o altri titoli che documentino le competenze.

 

3. Chi invade la sfera privata altrui spiando attraverso una telecamera senza esserne legittimato non è giustificato e può incorrere comunque in un illecito penale anche se il sistema di telecamere è incustodito o non dovutamente protetto. Per fare un esempio banale, se la porta di un’abitazione rimanesse aperta, chi entrasse in quella casa senza autorizzazione e portasse via della refurtiva, commetterebbe in ogni caso violazione di domicilio e furto. Generalmente, se chiedete a qualcuno del mestiere cosa potete fare per difendervi dai ladri e dai curiosi, vi consiglierà di installare un efficace impianto di videosorveglianza. Ma attenzione, perché se il lavoro non viene fatto a regola d’arte sotto tutti i pro li e con una adeguata protezione dei dati personali, c’è il concreto rischio che proprio attraverso le telecamere riusciate involontariamente a rendere ancora più facile il lavoro di chi sta pensando di derubarvi.



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