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Rfid: tanta innovazione nella Pa italiana

08/10/2010

L'Rfid porta innovazione ma l'innovazione va consapevolmente misurata. Tecnologie e strategie di performance management rappresentano le basi di una buona governance.
In ambito pubblico, una Pa efficiente è una Pa che sa gestire le informazioni che ha a disposizione per offrire migliori servizi ai cittadini. E per acquisire informazioni l'Rfid è una tecnologia abilitante in quanto può aiutare la Pa a costruire una migliore relazione con gli utenti.

Si è parlato di questo e di molto altro ieri, in occasione del workshop "Innovazione manageriale e tecnologie per il miglioramento delle performance nella pubblica amministrazione, organizzato dal CePa (Centro di ricerca sulla Pa) e dal Lab#Id, entrambi attivi all'interno dell'Università Carlo Cattaneo-Liuc. L'evento è stata anche la prima attività del nuovo Osservatorio Performance.Pa, istituito all'interno dell'università di Castellanza.

"Le organizzazioni sono fatte per innovare e la tecnologia è una tipica leva d'innovazione – ha spiegato Renato Ruffini, direttore del CePa -. Ma la tecnologia non può essere fine a sé stessa. La Pa, infatti, è mossa da quel motore etico che sta nella volontà di fare meglio. L'innovazione, dunque, deve essere supportata da una nuova cultura manageriale, capace di misurare le performance, di ragionare su un doppio binario economico e strategico, di assumersi le proprie responsabilità e di saper gestire il rischio ma anche di saper coordinare le persone per farle lavorare insieme nel modo migliore".

Com'è stato più volte ribadito, l'innovazione non è un adempimento, e vale solo se il personale riesce a comprenderne l'utilità. Il management deve capire che la comunicazione fa parte delle strategie fondanti. "Bisogna imparare a ragionare sugli outcome e comunicare l'innovazione – ha sottolineato Ruffini -, sia all'interno dell'organizzazione che ai cittadini. Il vero nodo cruciale per la Pa è quello di fare un resoconto pubblico puntuale delle attività svolte. Questo crea più responsabilità negli amministratori perchè i cittadini informati sono più consapevoli e quindi stimolano a migliorare sempre i servizi offerti. In questo contesto, l'Rfid è una tecnologia di riferimento che può aiutare la Pa a costruire una relazione migliore con tutti i propri utenti".

Tantissimi gli ambiti applicativi citati da Luca Mari che, in qualità di direttore Lab#Id, ha avuto il compito di spiegare ai moltissimi rappresentanti della Pa presenti, i fondamentali dell'Rfid, rivelando come questa tecnologia è ormai da tempo entrata nel Dna delle amministrazioni italiane di ogni dimensione. I tag integrati agli oggetti permettono infatti una gestione automatizzata delle informazioni che può essere declinata in una pluralità di servizi: videoguide museali, percorsi per non vedenti, automazione nella gestione delle forniture, controllo degli accessi, gestione documentale, tracciabilità del paziente, delle sacche di sangue, dei campioni biologici in ambito sanitario-ospedaliero, distribuzione automatizzata di farmaci monodose, tracciabilità dei rifiuti, solo per citare i casi più noti.

"Nelle tre edizioni dell'Rfid Award Italia – ha sottolineato Mari -, dal 2008 al 2010 sono stati selezionati 140 progetti di cui 30 sono stati progetti portati avanti dalla Pa. Di questi il 40% sono stati progetti sviluppati da comuni, province e consorzi locali, il 30% da università, il 20% dalla sanità e il 10% dalle regioni. Sono dati significativi, considerato il fatto che il 50% di questi progetti è già in produzione e il restante 50% è in fase di sviluppo".

Il workshop è proseguito nel corso del pomeriggio, con sette pubbliche amministrazioni, tra comuni ed enti pubblici, che hanno presentato la loro esperienza di miglioramento delle performance. Al di là dei singoli casi presentati, gli ingredienti comuni dell'amministrazione 2.0 sono i seguenti: una buona infrastruttura di rete, un'ottimizzazione nell'uso dello spazio Web, l'utilizzo dell'Rfid attraverso l'erogazione di smartcard o l'utilizzo di tag Rfid per innescare processi di identificazione univoca che rendono più efficaci e puntuali i servizi erogati al cittadino.

Ad aprire le presentazioni è stato il comune di Venezia, che ha presentato un progetto ad ampissimo raggio che, oltre all'Rfid, sfrutta 170mila metri di fibra ottica a 10 Giga, sistemi di videosorveglianza e di geolocalizzazione, sensori e cloud computing che permettono di offrire ai 270mila cittadini e ai 20 milioni di turisti che ogni anno visitano la città servizi diversificati. Punto di partenza dello sviluppo, iMob, la tessera intelligente che consente di accedere ai servizi di navigazione pubblici sul Canal Grande.

È il caso del Consorzio Chierese che ha utlizzato il sistema Rfid per la gestione dei rifiuti urbani, la Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori che dalla tracciabilità delle sacche chemioterapiche ha esteso le logiche alla gestione dei dati di ricerca legate alla biobanca. Il comune di Trento, invece, ha utilizzato i tag a supporto del Servizio Cultura, Turismo e Politiche Giovanili per gestire i festival e altre manifestazioni, sviluppando un sistema capace anche di misurare le ricadute economiche legate agli eventi. A Venaria Reale, l'Azienda Speciale Multiservizi ha esteso la tessera Rfid utilizzata nel network delle farmacie locali agganciando altri servizi come, ad esempio, la bigliettazione elettronica per il trasporto pubblico.Il vero nodo cruciale per la Pa - continua Ruffini - è quello di fare un resoconto pubblico puntuale delle attività svolte. Questo crea più responsabilità negli amministratori perchè i cittadini informati sono più consapevoli e quindi stimolano a migliorare sempre i servizi offerti.


Fonte: rfid.thebizloft.com


Tag:   Rfid Lab#Id CePa

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