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Cyber Security

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Cisco Consumer Privacy Survey 2023, sono i giovani a prestare più attenzione ai loro diritti in tema di privacy

08/11/2023

La consapevolezza dell'importanza dei propri diritti in tema di privacy è forte, nei giovani. Lo stabilisce il Cisco Consumer Privacy Survey 2023, secondo cui il 42% dei consumatori che esercita il proprio diritto di accesso ai dati ha un’età compresa fra i 18 e i 24 anni, mentre gli over 75 si fermano al 6%.

A spiegare questo divario è la perdita di fiducia nelle organizzazioni a causa dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale (IA). La metà degli intervistati si rivolge al governo per stabilire le regole e far rispettare e proteggere la privacy dei dati. L'indagine fornisce anche le prime informazioni sull'IA generativa (IA Gen), rivelando che ne fa un uso regolare solo il 12% degli intervistati.

"I consumatori stanno osservando il modo in cui le aziende utilizzano l'IA" - spiega Dev Stahlkopf, Vicepresidente esecutivo e Chief Legal Officer di Cisco. "Per Cisco, questo significa mantenere un'attenzione particolare al rispetto della privacy e dei diritti umani mentre incorporiamo la tecnologia IA nelle nostre soluzioni".

Intelligenza artificiale e timori per la privacy

Il 42% degli intervistati italiani (48% a livello globale) è d'accordo sul fatto che l'IA può essere utile per migliorare la vita in alcuni ambiti: shopping, servizi di streaming, assistenza sanitaria. In Italia il 61% degli intervistati (54% a livello globale) è disposto a condividere i propri dati personali in forma anonima per contribuire a migliorare i prodotti e i processi decisionali dell'IA. 

Il 53% dei consumatori nostri connazionali che l'indagine ha coinvolto, il 62% a livello globale, ha dichiarato di temere il modo in cui le organizzazioni utilizzano i dati personali per l’IA, e il 54% (60% a livello globale) di aver perso fiducia nelle organizzazioni a causa dell'impiego da parte loro dell'intelligenza artificiale. L'implementazione di misure per (ri)conquistare la fiducia del cliente è fondamentale. L'audit di prodotti e soluzioni per il bias, la maggiore trasparenza con la spiegazione del funzionamento dell'IA, garantendo il coinvolgimento umano e istituendo un programma di gestione dell'etica dell’IA, sono tutte azioni importanti per costruire una relazione di fiducia che sia duratura.

IA generativa: la contraddizione sulla privacy

Il report di Cisco offre una prima istantanea dell'uso dell'IA generativa e di alcuni dei potenziali rischi e sfide per la privacy. L'IA generativa è ancora relativamente nuova per la maggior parte delle persone, tanto è vero che più della metà (52%) degli intervistati ha dichiarato di non conoscerla.

Tra quanti utilizzano in modo regolare l'IA generativa (12%), solo la metà ha dichiarato di astenersi dall'inserire informazioni personali o riservate nelle applicazioni di IA generativa, con il restante 50% che potrebbe quindi farlo. Questo nonostante l'88% degli intervistati abbia espresso preoccupazione nel caso in cui i propri dati inseriti nella IA Gen venissero condivisi.

I giovani, "paladin"i della privacy dei dati

Il 22% degli intervistati italiani (33% a livello globale) si qualifica come "Privacy Active": si preoccupano della privacy, sono disposti ad agire per proteggerla e lo hanno fatto, ad esempio cambiando azienda o fornitore a causa delle loro politiche sui dati o delle pratiche di condivisione dei dati. I consumatori più giovani sono i più attenti alla protezione della propria privacy. Il 42% dei consumatori, di età compresa tra i 18 e i 34 anni, sono "Privacy Active", una percentuale che diminuisce costantemente con l'età.

E' in salita - pari al al 19%, rispetto al 14% dello scorso anno - la percentuale di consumatori che richiedono la cancellazione o la modifica dei dati. Anche in questo caso si assiste a una correlazione forte tra percentuale ed età: il 32% dei consumatori di età compresa tra i 18 e i 24 anni presenta richieste di cancellazione o modifica dei dati, rispetto al 4% dei consumatori meno giovani. La consapevolezza circa le leggi sulla privacy continua ad essere piuttosto bassa, con il 46% degli intervistati che si dichiara esserne a conoscenza, percentuale che in Italia arriva al 56%. Il 68% dei consumatori di età compresa tra i 18 e i 24 anni ritiene inoltre di essere in grado di proteggere i propri dati, percentuale che scende gradualmente fino al 47% dei consumatori con un’età superiore ai 65 anni.

Il ruolo delle leggi e dei governi

Molti consumatori ritengono che sia compito del governo definire standard e far rispettare le protezioni della privacy. La metà (50%) degli intervistati ha dichiarato che il governo nazionale o locale dovrebbe avere il ruolo principale nella protezione dei dati, mentre il 21% ha affermato che le aziende private dovrebbero esserne le principali responsabili. 

"Mentre i governi approvano leggi e le aziende cercano di creare fiducia, anche i consumatori devono agire e utilizzare la tecnologia in modo responsabile per proteggere la propria privacy", ha affermato Harvey Jang, Vice Presidente, Deputy General Counsel e Chief Privacy Officer di Cisco.   

Il report evidenzia infine una divisione dei consumatori sul valore della localizzazione dei dati. La maggior parte ha sentito parlare di tali requisiti e il 76% ha indicato inizialmente che potrebbe essere positiva. Se si valuta però il costo associato, che rende i prodotti e i servizi più cari, è soltanto il 44% (40% in Italia) a dichiararsi favorevole.

 


maggiori informazioni su:
www.cisco.com



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