venerdì, 26 aprile 2024

W la Privacy

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Fra Big Data e ChatGPT: nuovi rischi sulla privacy e nuove responsabilità per i Data Protection Officer

24/02/2023

Nel 2008 Chris Anderson, l’allora direttore di Wired, scrisse un articolo intitolato “The End of Theory : The Data Deluge Makes the Scientific Method Obsolete”, che diede luogo a molte discussioni su questa fine, generata dai big data, il cui sfruttamento avrebbe consentito di mettere da parte la ricerca basata sul metodo scientifico.

La correlazione statistica viene celebrata come specchio della realtà, senza bisogno di alcun tipo di mediazione teorico-interpretativa per leggere i dati. Insomma: la morte della teoria, dell'interpretazione.

Chat GPT, opportunità o minaccia?

Con implicazioni in termini di trattamento dei dati personali la cui raccolta e trattamento dovrebbero essere lecitamente autorizzate dagli interessati a cui dovrebbe essere resa chiara la posta in gioco (con buona pace di cookie più o meno obbligatori ed evidenti). In caso contrario, lo scenario diventa quello del capitalismo della sorveglianza ben descritto e denunziato da Shoshana Zuboff.

Ma, aldilà del fatto che i numeri possono spiegare ciò che esiste – dalla media alle code eccentriche - non la varianza futura, numerosi poi sono i stati i cigni neri che da quella data hanno solcato i nostri cieli, per eventi che ancora condizionano il nostro futuro: e la correlazione nulla ha potuto se non per prevederle comunque per mettere sul chi va là i diversi soggetti coinvolti.

Diminuita (almeno parzialmente) la forza euristica della correlazione by big data, il metodo scientifico seppur riabilitato – e sicuramente consapevole dell’importanza che hanno e avranno i big data - comunque deve far fronte a nuovi pericoli e assalti, e noi con lui, perché nuove questioni si sono rapidamente imposte sullo scenario.

In primo luogo, pian piano con lo sviluppo anche dei social, si è diffusa nel primo scorcio di questo millennio prima la “truthiness”, la verità intuitiva, superata poi dall’arma delle fake news – esemplificativi i proclami no-vax basati su supposti fondamenti scientifici – sicchè oggi siamo nel pieno di ondate di post-verità, andando però molto oltre l’affermazione sulla fine della teoria di Friedrich Nietzsche che con l’affermazione “non esistono fatti, solo interpretazioni” piuttosto voleva forse rendere palese come la verità sia una costruzione sociale. Inoltre, utilizzare illecitamente profili e caratteristiche delle persone per trasmettere messaggi mirati per influenzare le loro intenzioni e comportamenti se pur non si traduce in fake news quantomeno impatta sulla libertà di pensiero e sulla tutela dei dati personali (e qui vien subito alla mente il caso di Cambridge Analytica).

Pasquale Mancino - Componente del Gruppo di Lavoro per la privacy nella Pubblica Amministrazione - prosegue questa interessante trattazione nel suo articolo.

Il link per la lettura del testo integrale

 


maggiori informazioni su:
www.federprivacy.org



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