Pensiamo a un innovatore come Leonardo da Vinci: non si è mai fermato davanti ai problemi e non ha mai smesso di imparare.
Anche noi non dobbiamo aver paura di imparare, soprattutto in considerazione dei cambiamenti che le dinamiche odierne stanno imponendo, in scala macro e micro, con riferimento sia alla società che alla vita quotidiana. Partendo da questa riflessione è possibile inserire l’alfabetizzazione digitale come un momento di sviluppo e crescita necessario per rispondere ai cambiamenti che stiamo vivendo in termini di disponibilità di nuove tecnologie e loro utilizzazione.
Le città e le amministrazioni sono chiamate ad offrire sempre più servizi, accessibili facilmente, in maniera dematerializzata. Per far ciò hanno bisogno di adeguate infrastrutture tecnologiche e soprattutto di intercettare bisogni e desideri. Ma per far sì che domanda e offerta di servizi si incontrino anche attraverso le nuove tecnologie, è necessario che entrambe parlino uno stesso linguaggio. La sfida che oggi si pone è biunivoca: si rivolge sia a chi gestisce la città, sia a chi la vive ed è quella dell’alfabetizzazione digitale, chiave per formare la cd. società della conoscenza.
Alessandro Bove - Ricercatore di tecnica e pianificazione urbanistica, Università di Padova - approfondisce il tema nel suo articolo.
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