di Giovanni Villarosa - Esperto di Sicurezza Fisica per Infrastrutture, CSO e DPO, Vice Presidente di SECURTEC
Le infrastrutture portuali e aeroportuali sono ambienti strutturalmente complessi, caratterizzati da perimetri estesi, disomogenei, con caratteristiche di traffico complesse (persone, mezzi, merci) che richiedono attenti controlli. Ma sono anche luoghi con un alto tasso di rischio, dove occorre necessariamente un elevato livello di misure di sicurezza.
In tali infrastrutture sono diverse le vulnerabilità potenziali: si va dal traffico di armi ed ordigni (convenzionali e non) al traffico di stupefacenti, dall’immigrazione clandestina agli attacchi al naviglio da crociera; mentre per gli aeroporti le vulnerabilità maggiori si trovano principalmente nelle aerostazioni, sempre più esposte al rischio di attacco terroristico.
La norma marittima
Su scala internazionale la normativa di riferimento sulla sicurezza portuale è l’ISPS Code (International Ship and Port Facility Security), recepito a livello europeo dal regolamento CE/725/2004 relativo al miglioramento della sicurezza delle navi e degli impianti portuali, e la direttiva 2005/65/CE relativa al miglioramento della sicurezza dei porti, che insieme stabiliscono l’identificazione delle autorità, delle competenze e degli obiettivi efficaci a stabilire e mantenere alte le misure di sicurezza.
Piano di sicurezza portuale
All’interno del quadro normativo del settore marittimo rinveniamo la definizione di Port Security Plan (PSP), il piano di sicurezza portuale, che sarà redatto dal Port Security Officer (PSO), un security manager squisitamente portuale, che progetterà tale piano dopo un primo assessment iniziale e consequenziale risk analysis, a difesa del naviglio e dell’intera infrastruttura; parimenti troviamo, all’interno dei regolamenti, le responsabilità delle Port Facility (PF) ed i compiti dei Port Facility Security Officer (PFSO). In Italia la stragrande maggioranza degli insediamenti portuali è, fisicamente, parte integrante del tessuto urbano e il frazionamento/separazione delle zone sottoposte a controlli doganali di sicurezza assume una maggiore complessità.
Aeroporti
Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre anche l’attenzione sulla sicurezza delle strutture aeroportuali è diventata prioritaria. Paritetico al PSP portuale, negli aeroporti è stato creato il Piano Nazionale di Sicurezza (PNS), una piattaforma contenente tutte quelle disposizioni che fanno capo al Regolamento CE/300/2008, che istituisce norme comuni per la sicurezza dell’aviazione civile abrogando il Regolamento CE/2320/2002, e che si applicano a:
• tutti gli aeroporti o parti di aeroporti situati nel territorio di uno Stato membro che non siano utilizzati esclusivamente per scopi militari;
• tutti gli operatori, compresi i vettori aerei, che forniscono servizi negli aeroporti di cui al punto uno;
• tutti i soggetti che applicano norme per la sicurezza aerea operanti in locali situati all’interno o all’esterno del sedime aeroportuale, che forniscono beni e/o prestano servizi nell’ambito degli aeroporti di cui al punto uno o tramite essi.
Analisi accurate
La diversa natura delle possibili minacce, come ad esempio il terrorismo internazionale, il traffico di stupefacenti, l’immigrazione clandestina, rappresentano per l’aviazione commerciale i rischi più importanti, che vanno monitorati sempre e costantemente. Dunque per garantire adeguati livelli di sicurezza in tema di security, safety ed emergency, in infrastrutture sensibili come i porti e gli aeroporti è di fondamentale importanza un’accurata analisi degli scenari.
Modelli di sicurezza
I moderni modelli di sicurezza progettati per contenere tali minacce prevedono, fondamentalmente, l’interazione e l’integrazione di tre elementi sostanziali: tecnologie innovative; sicurezza fisica; policy e procedure.
Modelli che innalzano l’efficacia della rilevazione del rischio in eventi complessi, incrementando il livello di sicurezza integrata e la gestione delle emergenze nei siti portuali, come nei sedimi aeroportuali, supportando peraltro tutte le attività investigative da parte delle autorità di Polizia di Frontiera, Guardia di Finanza e Autorità Doganale.
Security Operation Center
Sappiamo bene, però, come l’esclusivo impiego degli strumenti tecnologici non sia sufficiente al raggiungimento di risultati accettabili; infatti tutti i sistemi, le policy e le procedure devono essere necessariamente integrate e gestite da un idoneo Security Operation Center (SOC), che abbia idonee capacità di supervisione e coordinamento, ottimizzando al massimo i risultati e riducendo al minimo la necessità di risorse gestionali.
Security aeroportuale 2020: ruolo della tecnologia tra virus e terrorismo
Leggi l’intervista a Silvia Pagini, Policy Manager Area Security di Assaeroporti, Associazione delle Società italiane di Gestione Aeroportuale associata a Confindustria, Federtrasporto e IFSC, membro ACI EUROPE
https://www.secsolution.com/intervista.asp?id=248
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