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Brexit: possibili influenze sul comparto security

20/10/2016

di Jim Dearing, Analista tecnologie security e building presso IHS Technology https://technology.ihs.com

Il fatto che la Gran Bretagna abbia deciso di lasciare l’Unione Europea potrebbe portare ad una serie di conseguenze che, lentamente, potrebbero infl uenzare anche gli operatori del settore sicurezza. In teoria, le previsioni a breve termine sul mercato nel 2016 e 2017 dovrebbero rimanere relativamente invariate: la Gran Bretagna non ha ancora attivato l’Articolo 50, che darebbe il via alla procedura formale per abbandonare l’UE. Solo il Primo Ministro britannico può invocare l’articolo 50 per iniziare il processo di negoziato, processo che a sua volta dovrebbe richiedere circa due anni per essere portato a termine. Ad aggiungere ulteriore incertezza, sembra ci siano poche probabilità che il nuovo Primo Ministro, Theresa May, scelga di non invocare l’articolo 50 (il referendum non è in sé vincolante). Tuttavia è passato un mese dal voto e alcuni segni preoccupanti per il mercato della sicurezza si sono già manifestati.

l settore bancario e finanziario britannico (grande utente di sistemi di videosorveglianza e controllo accessi) ha subito già una discreta batosta, in gran parte per il timore che possa perdere accesso a lucrativi mercati europei se Londra dovesse perdere i suoi diritti di passaporto. Alcune istituzioni finanziarie stanno già muovendosi per limitare i danni ai profitti ponendo un tetto alle spese: ciò ha fatto sì che, con riferimento agli investimenti in sicurezza, in alcune strutture l’approccio sia ora quello di “aggiustare prima di sostituire”, ovvero di concentrarsi sulla manutenzione delle attrezzature security più che sull’acquisto di nuove tecnologie. Una cattiva notizia per i vendor, quanto meno per il breve periodo, ma una buona notizia per chi offre servizi di manutenzione (installatori e società di sicurezza).

RISCHI VALUTARI

L’incertezza sul futuro della Gran Bretagna ha gettato nel panico anche i mercati delle valute, con la sterlina che ha perso circa il 9% del proprio valore sull’euro e sul dollaro a sole ventiquattr’ore dal voto. Se questo trend in discesa dovesse continuare, i produttori con sede in UK potrebbero veder aumentare i costi per le vendite, dal momento che l’import di materie prime e componenti si farebbe più caro. Tuttavia, potrebbero anche trarre vantaggio da un piccolo rialzo della domanda, poiché i loro prezzi potrebbero diventare più appetibili per i clienti esterni alla Gran Bretagna.

RESILIENZA ALLA VOLATILITÀ

In effetti, il mercato delle attrezzature di videosorveglianza dovrebbe essere uno dei più resilienti a questo genere di volatilità sul mercato. La maggior parte dei dispositivi è prodotta in Asia e la maggioranza dei vendor sono realtà internazionali, che hanno generalmente più esperienza nel gestire i cambiamenti dei termini degli scambi commerciali. Le stime di IHS Markit riguardanti la quota di mercato indicano che meno del 5% del mercato europeo riceve forniture da vendor di videosorveglianza con sede legale in Gran Bretagna. Anche il fatturato nel monitoraggio da remoto con allarmi antintrusione si pensa reagirà lentamente allo scossone. I contratti a lungo termine tipici di questo settore blindano infatti le entrate e generalmente proteggono i provider di servizi da andamenti altalenanti nella domanda.

NEL LUNGO PERIODO

Sul lungo termine, se la Gran Bretagna dovesse effettivamente dare inizio alle procedure formali per lasciare l’UE, certamente anche il mercato della security ci andrebbe di mezzo. Una sofferenza che potrebbe iniziare già nel 2018 anche se con effetti minimi, dettati per lo più dal rallentamento degli investimenti e dalla mancanza di nuovi progetti edilizi. Il controllo accessi, l’antintrusione e l’antincendio tipicamente seguono infatti da vicino l’andamento del mercato delle costruzioni e si prevede che saranno quelli ad essere colpiti più pesantemente da questa tendenza. Tuttavia, un pesante taglio alla spesa in infrastrutture sarebbe senza dubbio dannoso anche per il mercato della videosorveglianza. Questi influssi negativi probabilmente accelereranno nel 2019 e 2020, se la Gran Bretagna non riuscirà a negoziare un’“uscita soft”. Se non si riuscirà a siglare un accordo entro i due anni previsti dall’articolo 50, la Gran Bretagna dovrà invece fare appello alle norme commerciali dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Ciò significa che verranno imposti sovrapprezzi sugli scambi fra l’UK e UE: un disastro per il commercio in entrambe le aree, ma soprattutto in Gran Bretagna. Verrò profuso ogni sforzo per evitare questa situazione.

IPOTESI ULTERIORI

Una volta che la separazione avrà avuto luogo, altri aspetti potranno interessare l’industria della security:

• i fondi UE finanziano in molti casi lo sviluppo e i progetti di ristrutturazione in tutto il continente europeo. Spesso questi progetti giungono con la clausola che una certa quota dei fondi venga spesa con fornitori europei. I supplier di sicurezza britannici potrebbero perdere nella competizione con i loro omologhi europei una volta che il processo della Brexit verrà completato;

• la British Standards Institution (BSI) attualmente segue piuttosto fedelmente gli standard europei. Senza l’appartenenza all’UE, non è più chiaro se la BSI dovrà continuare a seguire tali standard;

• i vendor di antintrusione e controllo accessi con sede in Inghilterra sono cinque e forniscono prodotti al mercato europeo in grandi quantità, ognuna delle quali con un fatturato che supera i 10 milioni di dollari. IHS Markit prevede che queste aziende, tutte assieme, rappresentino meno del 10% del totale dei fatturati del mercato europeo, medio orientale e africano (EMEA) per entrambe le industrie.    

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