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Ben oltre il campanello: la videocitofonia è smart

30/09/2022

di Annalisa Coviello

I sistemi di videocitofonia (intercom in inglese) svolgono un fondamentale ruolo di sicurezza, spesso poco riconosciuto, negli edifici commerciali e residenziali. Non ci si pensa, ma la prima “connessione” tra interno ed esterno, tra le persone che abitano o lavorano in un edificio e i loro visitatori, e quindi il livello iniziale, e fondamentale, di sicurezza, è rappresentato proprio da un citofono, di qualsiasi natura esso sia. La crescita in questo settore, vedremo tra poco i dati, non ha subito mai rallentamenti negli ultimi tempi. Sono diversi gli studi di settore, e anche i numeri, ma su un punto tutti gli analisti concordano: il trend è di sicuro positivo e destinato sempre ad aumentare. 

Almeno in questo mercato, infatti, il COVID ha avuto una conseguenza positiva. La necessità di proteggersi dal contagio ha posto maggiore enfasi sull’accesso agli edifici e su una comunicazione iniziale sicura. Si pensi agli studi medici: prima che il virus stravolgesse vite ed abitudini, era normale che le sale di attesa fossero ad accesso libero. Oggi, invece, è impensabile un assembramento di persone in un luogo che, per sua natura, è ad alta probabilità di contagio e il primo “filtro” avviene proprio tramite il citofono. La pandemia ha portato i progettisti a cercare soluzioni di citofonia sempre più “smart”, per aiutare gli utenti dell’edificio a mantenere le pratiche igieniche e di distanziamento fisico. 

Free to communicate

Ma anche senza pensare al coronavirus, la tecnologia oggi ci permette una maggiore libertà di comunicazione. E’ possibile lavorare da qualsiasi luogo utilizzando sistemi di videoconferenza e dispositivi mobili. Eppure, ci sono ancora numerosi servizi e attività che devono per forza tenersi “in loco” ed è proprio il citofono che consente al personale che si trova, magari, in un sito isolato, di far entrare o no un visitatore che potrebbe creare problemi di sicurezza. Ovviamente non dobbiamo più pensare al citofono come a quella specie di telefono a muro che si trova ancora nei condomini più vecchi. I dispositivi, infatti, si sono evoluti da semplici soluzioni audio a sistemi avanzati su IP che forniscono, ad esempio, immagini HD di chi è alla porta. E, ormai, consentono anche il monitoraggio remoto, in modo che gli utenti abbiano il controllo delle loro porte, indipendentemente da dove si trovino.

Contactless 

Di recente, c’è stata una grande spinta per l’integrazione dei citofoni con altre piattaforme di sicurezza come il controllo degli accessi e le applicazioni mobili, non solo trainata dal COVID, ma dallo stesso modo in cui gestiamo il quotidiano con dispositivi come gli smartphone. Ed è la comunicazione contactless la vera “killer application”: ci siamo ormai abituati ed evita ogni forma di contagio. Durante le fasi più acute della pandemia, infatti, tutti erano consapevoli dei potenziali hotspot rappresentati proprio dalle pulsantiere tradizionali. Ecco, quindi, la migrazione verso dispositivi e sensori che non richiedono il contatto, proprio per gestire il traffico di residenti e visitatori di un edificio. Ad esempio, un citofono dotato di sensore consente l’accesso semplicemente muovendo le mani davanti al dispositivo per avviare la comunicazione con la persona all’interno. I videocitofoni possono essere utilizzati anche per gestire la cosiddetta “occupancy management”, che abbiamo tutti conosciuto durante la pandemia, ma che può avere anche utilizzi differenti. Ad esempio, in un laboratorio universitario in cui possono entrare solo un tot di persone, è proprio il videocitofono che può non autorizzare l’ingresso quando si è raggiunto il numero stabilito. 

Integrazione

Anche l’integrazione è diventata una delle principali tendenze nel settore intercom. Già adesso, incominciamo a vedere produttori di citofoni che realizzano sistemi di controllo accessi e viceversa. Ma la vera integrazione avviene nel software dei dispositivi stessi. Pensiamo, ad esempio, alle soluzioni multi-tenant: se in edificio c’è una palestra, i gestori possono inserire le modifiche in un nuovo cliente una sola volta nel sistema e fornirgli una chiave d’accesso sicura e aggiornata, senza bisogno di incrociare di continuo i dati.

L’evoluzione

Del resto, il mondo intercom è in continua evoluzione tecnologica. Oggi, la maggior parte dei sistemi in campo sono ancora cablati, e quelli IP collegati tramite cavi Ethernet, ma ci si sta rapidamente dirigendo verso il ben più comodo wireless e, addirittura, gli apparati di ultima generazione ospitano a bordo delle tecnologie di intelligenza artificiale. Una rivoluzione, poi, sarà rappresentata dalla diffusione delle tecnologie cellulari come il 5G, mediante la quale qualsiasi trasferimento di dati diventerà molto più economico. 

Usabilità

Le moderne tecnologie, inoltre, consentono di rendere i sistemi citofonici sempre più “friendly” anche nei riguardi delle persone anziane o con disabilità. Icone sempre più intuitive, l’utilizzo del linguaggio dei segni o dell’alfabeto Braille, così come videocamere che consentano una perfetta visuale anche a chi si trova su una sedia a rotelle sono solo alcuni degli accorgimenti per tenere al sicuro, nelle case come negli uffici, tutti, anche i più deboli. Proprio nel settore sanitario, e anche qui la pandemia è senza dubbio stata un grosso traino, può essere possibile il controllo dei pazienti da parte di medici e infermieri senza la loro presenza, per così dire, “fisica”: i videocitofoni nelle stanze consentono un monitoraggio praticamente continuo e di tutti i ricoverati nella struttura senza dover passare da una stanza all’altra, con un notevole risparmio in termini di tempo e anche di possibilità di contagio. 

I numeri

E veniamo ai numeri. Secondo uno studio di Market Research Future, il mercato intercom dovrebbe arrivare a 3.663,6 milioni di dollari entro il 2027, con un CAGR del 5,30% nel periodo tra il 2020 e il 2027.

Gli analisti sono tutti d’accordo: a far crescere questo settore, sicuramente la maggiore percezione ed esigenza di sicurezza tra le mura di casa, legata proprio ai ben noti eventi pandemici, ma anche l’impiego della tecnologia IP e, più in generale, gli interventi che sono stati fatti un po’ in tutto il mondo a sostegno dell’automazione degli edifici negli ultimi anni. 

Infine, un discorso a parte lo merita il wireless nel segmento della citofonia. Come in tutti i settori, le tecnologie senza fili acquistano popolarità e diffusione perché si sono fatte sempre più sicure, per loro natura, riducono i costi di installazione e manodopera. Se a questo si aggiunge l’Internet of Things, risulta facile prevedere che il mercato raggiungerà numeri molto positivi nei prossimi anni, allargandosi sempre di più a settori come la logistica e l’ospitalità. Gli analisti di Transparency Market Research prevedono un valore di mercato di 12,4 miliardi di dollari entro la fine del 2030. Insomma, una cosa è certa: dimentichiamoci campanello e cornetta, il futuro sta bussando proprio alla nostra porta di casa…

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