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Tre maggiori aeroporti italiani: 75 km a tutta sicurezza

10/09/2018

La sicurezza negli aeroporti negli ultimi anni è diventato un tema particolarmente sentito. L’Unione Europea ha emanato una serie di direttive sulle infrastrutture critiche comprendenti gli aeroporti, per il loro impatto transfrontaliero su un elevato numero di persone, e indicando il conduttore come responsabile della protezione del perimetro. La prima difesa è quella fisica passiva, sistema dissuasivo ancora oggi fondamentale. Così come fossati e fortificazioni proteggevano antichi borghi e castelli dalle invasioni, analoghe strutture fisiche - riviste in chiave moderna e tecnologica - vengono ancora oggi applicate. Da anni per ottenere l’abilitazione ENAC è indispensabile predisporre una robusta recinzione con altezza minima di 2,5m sovrastata da concertina di diametro 60cm. Barriere, recinzioni, muri, grate, dissuasori, car-block sono difese fisiche passive, mentre tecnologie elettroniche di rilevazione come sensori volumetrici, di vibrazione e radar si definiscono attive. La sola difesa fisica può rallentare l’intruso, ma non è sufficiente a garantire il tempo di intervento per raggiungerlo: ecco perché fin dagli anni ’80 l’elettronica si è applicata per localizzare e comunicare con immediatezza l’effrazione. Le esigenze di sicurezza degli aeroporti negli anni si sono evolute e assieme ad esse anche le prestazioni dei dispositivi perimetrali.

LA SOLUZIONE

Nello specifico i tre aeroporti più importanti d’Italia hanno adottato la tecnologia SIOUX MEMS 3D di CIAS, con sensori ogni 5m ma precisione di 1m nell’informazione verso VMS/PSIM, interpolando il dato classificato per preallarme intrusione, allarme intrusione, preallarme taglio, allarme taglio, manomissione e guasto. Telecamere termiche fisse con analisi video integrata e dome IR vanno quindi a monitorare quanto rilevato dal sistema Sioux. L’architettura del sistema è quella tipica dei grandi perimetri, con fibra mono-modale ridondata interrata per il trasferimento dei dati, e sulla quale ogni 700m si intestano i box contenenti alimentazioni, switch e Control-Unit, ognuna delle quali gestisce 2 rami da 350m (è in rilascio in questi mesi la più potente versione SIOUX PLUS fino a 1500m).

I BENEFICI

Nonostante gli imponenti perimetri, 75km in totale, l’installazione ha richiesto tempi relativamente brevi, grazie alla semplicità di cablaggio dell’esclusivo sistema Plug&Play RJ45 con veloce indirizzamento dei sensori MEMS e l’auto- acquisizione della CU. Con la messa in rete si telegestiscono informazioni di allarme e apparecchiature. Semplice anche l’integrazione del protocollo proprietario CIAS sul sistema VMS/ PSIM con il IB-SYSTEM IP sw: le informazioni cifrate AES128 provenienti dalle CU sono tradotte e rese disponibili via IP al Supervisore. I parametri da rispettare erano: velocità di comunicazione dell’intrusione non superiore a tre secondi per l’intero processo (la riduzione di questo valore è stato un punto di vantaggio del sistema Sioux), oltre agli internazionali criteri del numero di falsi allarmi (NAR), numero di allarmi impropri dovuti a fenomeni esterni (FAR) e probabilità di rilevazione (POD). La messa in funzione ha richiesto impegno per far collimare l’enorme quantità di punti di intrusione con i relativi pre-set di allarme delle dome integrate, ma ha superato tutti i test di attacco secondo lo schema di commissioning della Direzione Lavori. Attualmente le soluzioni Cias, in gran parte operative o in fase di attivazione, stanno dando ottimi risultati a livello di performance di campo e affidabilità, come più volte dichiarato dagli utilizzatori dei sistemi.


maggiori informazioni su:
www.cias.it



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