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Sfide e prospettive per la security secondo l’Unione Petrolifera Italiana

11/04/2016

La Redazione

La security nel settore oil: ne parliamo con Claudio Spinaci, Presidente dell’Unione Petrolifera italiana. A fronte di una sempre maggiore diffusione di furti e rapine ai punti vendita di carburante, la sicurezza per gli associati resta una priorità assoluta, anche se i margini industriali, negli ultimi anni, si sono ridotti. Come muoversi, quindi? Rafforzando i sistemi di allarme e di protezione fisica degli accettatori di banconote e, nello stesso tempo, diffondendo la cultura del pagamento elettronico. E per ciò che riguarda fabbriche e impianti, siti ad alto rischio, restano fondamentali il perimetrale e la videosorveglianza, integrata con la videoanalisi, per prevenire furti e perdite che possono avere gravissime conseguenze. 

Secondo il più recente rapporto Ossif, quello del 2015, i benzinai si trovano, purtroppo per loro, al vertice della “hit parade” per furti (attacchi ai terminali self-service) mentre

migliore è la situazione per le rapine (penultimi nel confronto intersettoriale): l’indice di rischio furti, infatti, è pari al 10,5 ogni 100 punti vendita di carburante, contro il 6,3 delle farmacie, altro luogo molto “appetito” dai malviventi, e “solo” il 2,5 delle banche.

L’esigenza di sicurezza, quindi, nel settore petrolifero, sia per ciò che riguarda l’industria della lavorazione, distribuzione e vendita dei prodotti petroliferi, è elevata. Ne parliamo con Claudio Spinaci, Presidente dell’Unione Petrolifera (www.unionepetrolifera.it), associazione che, citiamo dal sito, “dal 1948, anno della sua costituzione, riunisce le principali aziende petrolifere che operano in Italia nell’ambito della trasformazione del petrolio, della logistica e della distribuzione dei prodotti petroliferi”. L’ingegner Spinaci ci conferma subito questa esigenza di sicurezza, anche a fronte del crollo dei prezzi del petrolio che si è verificato negli ultimi anni. “Per tutti i nostri associati, si tratta di una priorità assoluta, a prescindere, appunto, dai margini di guadagno, che sono notevolmente caduti negli utili tempi. Fra la crisi economica generale e la tassazione sul prezzo della benzina, che, dal 2011, ha portato, grazie alle accise, il prezzo italiano al livello più alto in Europa, la situazione non è certo rosea, ma non sono mai stati ridotti i livelli di investimenti per ciò che riguarda la sicurezza, sia delle persone sia delle attrezzature”.

E partiamo proprio “dalla strada”, cioè dai punti di vendita del carburante. “Purtroppo, i furti sono un fenomeno in forte crescita, come lo è anche a livello nazionale. Per la rete carburanti è però legato a due ordini di motivi. Il primo riguarda la diffusione del contante e il secondo è proprio “geografico”: spesso, i punti vendita si trovano in zone remote o, comunque, non presidiate”, nota Claudio Spinaci.

“Negli ultimi anni, il trend è quello degli attacchi all’accettatore di banconote in assenza del gestore, in particolare durante i week-end, quando ci sono maggiori approvvigionamenti da parte dei clienti e, nello stesso tempo, minori possibilità di depositare i contanti in banca. Per giunta, le forze dell’ordine hanno accertato che, di solito, tali attacchi sono operati non da singoli malviventi, ma da vere e proprie bande della criminalità organizzata, le quali, appunto, hanno dietro di sé una vera e propria “organizzazione” che consente di perpetrare il furto e la rapina in maniera “professionale”.
“Questi attacchi ci preoccupano molto”, dice Spinaci. “Per i danni economici e alle attrezzature. Di solito, infatti, i malviventi arrivano con mezzi pesanti con i quali sradicano direttamente l’accettatore di banconote, provocando serie conseguenze sia alle pensiline sia alle pompe. Se si pensa, poi, che stiamo parlando di benzina, e quindi di una sostanza altamente infiammabile, si può facilmente dedurre che basta una scintilla a causare un’esplosione e, quindi, a distruggere l’intero impianto”.

“Ancora più preoccupante, però, è l’incolumità fisica del gestore e dei suoi collaboratori. Capita, infatti, proprio perché parliamo di criminalità organizzata, che la rapina venga effettuata anche in presenza del personale addetto alle pompe. E i rischi possono essere elevati”.

Quali possono essere, quindi, le possibili risposte per contrastare questi fenomeni criminali? “Le risposte sono di due tipi”, continua Claudio Spinaci. “La prima è di tipo tecnologico, il che vuol dire blindatura degli accettatori, sistema di allarme e videosorveglianza. La seconda comportamentale, nel senso che è indispensabile cambiare proprio i comportamenti usuali. Ad esempio, ottimizzare il contante, con frequenti versamenti agli istituti di credito. Ma la risposta forse basilare è la diffusione del pagamento elettronico, perché, se so che non ci sono soldi, ovviamente non li rapino...Peccato che, in Italia, i pagamenti con carta di credito siano troppo “onerosi” per il gestore. Se si considera un margine di 4 centesimi al litro, e un costo di commissione per il pagamento con carta di 1 centesimo, cioè il 25%, è intuitivo che sia troppo alto.”

“Abbiamo lanciato, come associazione, delle campagne di informazioni rivolte ai gestori, anche per garantire, appunto, la loro incolumità, e attivato collaborazioni con le forze dell’ordine, in particolare con i carabinieri, che sono più diffusi su tutto il territorio, e con gli istituti di vigilanza privata, perché un intervento tempestivo è fondamentale”. Chiediamo all’ingegner Spinaci, quindi, quale sia la “killer application” per la sicurezza nei punti vendita di carburate. “La videosorveglianza non ha prodotto, al momento, l’effetto deterrente che ci auspicavamo, anche perché molto spesso i malviventi sono mascherati con caschi o passamontagna. Più importante è, come già accennavo, un buon sistema di allarme, sia visivo sia acustico, che “avvisi” le forze dell’ordine o di vigilanza nel momento stesso in cui si verifica un tentativo di furto e rapina, per consentire quell’intervento tempestivo che salvaguarda, nello stesso tempo, le persone, le attrezzature e il denaro. Ecco, il sistema di videosorveglianza può aiutare a ricostruire la dinamica di un attacco, mentre è fondamentale in quei punti vendita che hanno lo shop, il bar, il ristorante o via dicendo, come nelle autostrade, per scongiurare anche i più piccoli episodi di taccheggio”.

Cosa chiedono, quindi, gli “addetti ai lavori” all’industria della sicurezza? “Un maggior livello di attenzione, par- tendo proprio dal livello di progettazione dei dispositivi e delle attrezzature, a questi nuovi rischi. Sarebbe davvero opportuno che le aziende esaminassero la fattispecie degli attacchi per trovare le risposte più adeguate. Spesso, infatti, ci vengono presentate delle soluzioni un po’ standard, mentre i nostri siti hanno delle specifiche e delle caratteristiche diverse, a volte, proprio caso per caso e quindi occorrerebbero dei sistemi “ad hoc”. Parliamo ora della sicurezza, per così dire, all’origine della filiera petrolifera, oleodotti, depositi, che, oggi, sono diventati siti sempre più oggetto di attacchi non solo di ladri comuni, ma anche di una vera e propria criminalità organizzata, e soprattutto degli attacchi agli oleodotti, dove, insieme al furto di prodotto e al danno alle strutture, si possono avere conseguenze sulle matrici ambientali (acqua e suolo e sottosuolo). Inoltre, trattandosi di sostanze altamente infiammabili, rappresentano un rischio per la pubblica incolumità oltre alla possibile interruzione di pubblico servizio.

“Ecco, se dobbiamo cercare le “killer application”, qui sono davvero fondamentali la videosorveglianza e il perimetrale”, commenta Claudio Spinaci. “Dobbiamo prevenire attacchi e perdite e, quindi, è fondamentale “vede- re” quello che succede, integrando il tutto con l’analisi video e i vari sistemi di controllo accessi e di gestione. Stiamo parlando di luoghi spesso lontani ma nei quali, nelle ore lavorative, transitano numerose persone...E’ indispensabile sapere chi entra e chi esce, ma anche proteggere al meglio i dipendenti”.

Chiediamo, per concludere, al Presidente Spinaci quali siano le prospettive per il futuro della security nel suo settore. “Per ciò che riguarda la produzione industriale, confidiamo in sistemi di sorveglianza sempre più integrati tra loro, per prevenire, ancora prima che contenere, furti e incidenti. E per la distribuzione, speriamo in impianti tecnologici avanzati e, nello stesso tempo, in un miglioramento, proprio “fisico”, delle attrezzature...una loro maggiore resistenza...Oltre che un cambiamento nella gestione dei pagamenti e una collaborazione sempre più stretta con le forze dell’ordine”.

 

Insomma, il settore petrolifero si sta impegnando per non essere più “il bersaglio preferito” dei furti ...e le aziende della sicurezza, sono pronte a rispondere a questa nuova sfida?



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