Le competenze digitali in Italia, rispetto agli altri Paesi europei, sono decisamente basse, con una distanza dalla media Ue27 di circa 10 punti percentuali. Se si fa riferimento al 2021, risulta in crescita, sia pur minima, la quota di cittadini europei che possiedono queste competenze (+1,6 punti percentuali), mentre l’incremento più significativo si riferisce all'Ungheria, con +10 punti percentuali.
In Italia, nell'anno 2023, soltanto il 45,9% degli adulti vanta competenze digitali adeguate, oltre un terzo (36,1%) risulta invece insufficiente da questo punto di vista e il 5,1%, pur essendo utente di Internet, non possiede competenza alcuna. Questi dati pongono l’Italia al 23° posto tra i Paesi dell’Ue27.
I rilievi dell'Istat
A rendere noti questi dati è l’Istat, nell’ambito del monitoraggio del capitale umano realizzato congiuntamente ad altri Istituti europei di statistica. L'Istat documenta da circa 20 anni lo sviluppo della società dell’informazione in Italia per mezzo di due indagini specifiche, una che riguarda le persone, l’altra le imprese. La Commissione europea si serve di questi dati per valutare i progressi degli Stati membri nella digitalizzazione e, dal 2021, rientrano nel sistema di monitoraggio del programma strategico europeo “decennio digitale 2030”. Questo programma si articola su quattro assi d’intervento: capitale umano, imprese, Pubblica Amministrazione, infrastrutture. A ognuno di essi si associa un set di indicatori specifico.
Scarseggiano i laureati nelle discipline Ict
Nella relazione sul decennio digitale, la Commissione europea "chiede" di intensificare la quota di laureati nelle discipline scientifiche, tecnologiche, dell’ingegneria e della matematica (Stem). Nel 2022 secondo il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, i laureati in Italia sono 468mila, di cui 288mila sono parte all’aggregato delle discipline Stem, pari al 23,4% del totale.
La maggioranza dei laureati nelle discipline Stem si concentra tra Ingegneria e Architettura (14,2%). Seguono le materie del gruppo Scientifico e Matematico (3,2%) mentre sono soltanto l’1,5% i laureati nelle discipline Ict, rispetto a una media Ue di 4,5%. La quota di laureati nelle discipline Stem in Italia risulta lievemente inferiore alla media europea (26,5%). Il nostro paese risulta allineato con la media Ue27 per quanto riguarda i laureati nelle discipline di Ingegneria e Architettura e nel gruppo scientifico e matematico, mentre il nostro Paese si pone alla fine della graduatoria, con una distanza dalla media di 3 punti percentuali, per i laureati nelle discipline Ict.
Rimanendo in Italia e sempre facendo riferimento al 2023, le persone disoccupate che hanno competenze digitali, almeno di base, sono il 38,7% rispetto al 47,7% della media Ue27. Il valore è in linea con quello registrato in Germania, lontano però dalla Spagna e dalla Francia di oltre 18 punti percentuali. Tra gli occupati è maggiore la diffusione delle competenze digitali: in Italia, il 56,9% raggiunge un livello almeno di base. Va segnalato anche in questo caso l'ampio divario rispetto alla media dell’Ue27 (il 64,7%) e, tra le maggiori economie, con la Francia (67,5%) e la Spagna (75,4 %). La Germania presenta valori poco superiori a quelli italiani.
Disparità di genere e socioculturali
Così come altri Paesi europei, anche in Italia le competenze digitali si associano alle caratteristiche socioculturali della popolazione: le competenze almeno di base appartengono al 59,1% dei giovani tra 16 e 24 anni, contro il 19,4% degli adulti di età compresa tra 65 e 74 anni. La distanza che divide i più giovani dalle persone più anziane è assimilabile alla media europea, anche se l’Italia presenta valori decisamente più bassi all’Ue27, in ogni classe d’età.
In tema di disparità di genere su questi temi, si segnala il vantaggio che gli uomini hanno in quasi tutti i Paesi europei. In Italia, equivale a 3,1 punti percentuali. Lo svantaggio femminile risulta presente solo a partire dai 45 anni, mentre fino ai 44 anni le donne risultano possedere maggiori competenze digitali rispetto agli uomini. Un altro fattore discriminante, insieme a quello dell’età, è il grado di istruzione. Nel nostro Paese, tra le persone che possiedono un titolo di studio di livello universitario, il 74,1% ha competenze digitali almeno di base e per questa fascia di popolazione il divario con la media Ue27 si riduce a -5,7 punti percentuali. Tra le persone con un titolo di studio basso, almeno la licenza media (il 22,6%) la distanza con la media Ue27 è invece di 11 punti percentuali.
Le competenze più elevate
Così come avviene i altri Paesi europei, anche in Italia la quota più elevata di occupati che hanno competenze digitali almeno di base si registra nei Servizi di informazione e comunicazione e nelle Attività finanziarie e assicurative (80% circa). Segue col 76,7% l’aggregato del Settore immobiliare e dei servizi alle imprese e altre attività professionali, che si colloca davanti al settore Pubblica Amministrazione, difesa e assicurazione sociale obbligatoria (71,8%). L’Industria in senso stretto e il Commercio si pongono di poco sotto il valore medio, mentre i valori più bassi si registrano nei seguenti settori: Agricoltura, silvicoltura e pesca (32,5%); Costruzioni (43,8%).
(Fonte testo: www.corrierecomunicazioni.it)
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