In occasione della sua ultima seduta plenaria, lo scorso 13 dicembre, il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB) ha adottato una dichiarazione sugli effetti prodotti dalla recente sentenza C-817/19 della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) sull'uso dei dati del codice di prenotazione (PNR) per la prevenzione, l'individuazione, l'indagine e perseguimento di reati di terrorismo e reati gravi, ai sensi della direttiva PNR 2016/681.
Con questa sentenza, la Corte ha inteso confermare la validità della direttiva PNR, ma ha stabilito che i trattamenti di dati personali da essa previsti sono soggetti a limitazioni, così da garantire il rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Tra le limitazioni indicate, la possibilità di utilizzare i dati PNR esclusivamente in rapporto ai reati di terrorismo e ai reati gravi che abbiano un legame oggettivo con il trasporto aereo di passeggeri e l'applicazione non indiscriminata del periodo di conservazione generale di cinque anni a tutti i dati personali dei passeggeri.
L'EDPB invita gli Stati membri dell'UE ad adottare tutte le misure necessarie a livello legislativo e/o amministrativo per garantire che il recepimento nazionale e l'attuazione della direttiva PNR (in Italia, il d.lgs. 53/2018) siano in linea con la Carta come interpretata dalla CGUE. A tale riguardo, l'EDPB osserva che le Autorità per la protezione dei dati hanno piena competenza ad accertare la conformità ai requisiti dell'UE in materia di protezione dei dati a livello nazionale.
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