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Ricerca OpenText, consumatori sempre più attenti a come vengono trattati i loro dati personali

06/12/2022

OpenText è un'azienda che si occupa di soluzioni e software di enterprise information management. Ha di recente condotto una ricerca su un campione di 27.000 consumatori tra Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Australia, Canada, Singapore, India, Brasile e Giappone.

La fotografia che emerge da questa indagine è quella di una popolazione informata e che mostra di essere preoccupata ai temi di privacy e di trattamento dei dati personali, in particolare sensibili, condivisi durante l'adozione massiccia dello smart working, negli anni 2020 e 2021 durante l’emergenza pandemica.

Mancanza di fiducia e scarsa conoscenza

Le persone interpellate nel nostro Paese sono 2.000. Dalle loro risposte emerge una certa mancanza di fiducia nei metodi di gestione dei dati sensibili da parte delle aziende e una non buona conoscenza dei dati stessi e dei fini per cui vengono archiviati.

Il nuovo modello "ibrido", che contempla che parte del lavoro venga ancora svolto da casa, determina nel 74% degli italiani il timore, maggiore rispetto al passato, di come le aziende garantiscano la protezione dei dati su modelli distribuiti, anche se soltanto il 38% - percentuale in ogni caso maggiore rispetto al 2020 - dichiara di avere una piena comprensione delle norme che regolamentano il data privacy. Nella nuova normalità, 4 italiani su 10 si aspettano che la sicurezza sia garantita a prescindere da dove lavorano i dipendenti, anche se il 24% del campione si è detto convinto del fatto che i dati condivisi nel periodo della pandemia non verranno più cancellati, anche se non serviranno per motivi riguardanti la prevenzione dal Covid-19.

Il 32% delle persone intervistate rivela di non fidarsi del modo in cui le aziende trattano i dati personali, anche se deve accettare le policy per poter continuare a utilizzarne i servizi. Poco meno della metà degli interpellati (il 49% del campione) nutre una fiducia diversificata, maggiore per alcune aziende che ritiene più meritevoli e inferiore per altre; soltanto il 15% si fida del tutto come gestiscono i dati. 

La necessità per le aziende di tutelare le informazioni

Le aziende, in un simile scenario, devono prendere in considerazione, con un maggior impegno rispetto al passato, nuovi aspetti, anche per trasformare le preoccupazioni delle persone in un vantaggio competitivo, che consenta di mantenere la fedeltà dei clienti. A questo riguardo, un italiano su tre ha dichiarato che abbandonerebbe del tutto i servizi di un’azienda se questa subisse violazioni ai danni di dati personali o se li condividesse con terze parti per ragioni diverse da quelle dichiarate.

Il regional vice president sales di OpenText , Antonio Matera, ritiene sia diventata "mission critical" anche per le aziende la necessità di proteggere le informazioni personali e che ogni settore dell’industria e dei servizi possa trovare nella privacy dei dati non solo sfide, ma anche opportunità. "Riuscire a proteggere con successo i dati personali dei clienti, - osserva -  significa aumentare la fiducia dei clienti e aumentarne in ultima analisi la fedeltà”.

Più della metà degli italiani intervistati (51%) sarebbe disposta a pagare di più pur di vedere i propri dati protetti in modo adeguato. Lo stesso sentimento è proprio della maggior parte delle altre popolazioni europee: in testa gli spagnoli (69%) seguiti da inglesi e tedeschi (entrambi 60%).

I francesi risultano meno interessati: solo il 39% pagherebbe di più per avere maggiori garanzie di data privacy. Questo atteggiamento dimostra che le aziende potrebbero  guadagnarci a tutelare maggiormente la privacy dei consumatori e al tempo stesso attesta che un atteggiamento meno protettivo potrebbe invece creare problemi al business. 

Comportamenti non sempre adeguati

Pur rivelando una notevole attenzione per la privacy sul piano teorico, i consumatori non dimostrano un comportamento altrettanto oculato, anche se sanno sempre meglio come proteggere i propri dati su app, account di posta elettronica e social media. Se l’85% degli intervistati sa come tenere al sicuro le informazioni personali, solo il 38% controlla in modo regolare le impostazioni per assicurarsi di seguire le migliori pratiche per mantenere i propri dati privati e al sicuro. 

(Fonte testo: www.repubblica.it/)



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