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Vaccino: quali ripercussioni in caso di rifiuto del lavoratore?

29/06/2021

MILANO - È di stretta attualità il tema della vaccinazione del personale a tutela della sicurezza dei lavoratori - con particolare, ma non esclusivo, riferimento a quelli esposti a contatto con il pubblico o che svolgano attività sanitaria. Chi si rifiuta di sottoporsi a vaccinazione rischia delle ripercussioni sul piano lavorativo?

Le testate di stampa più “autorevoli” lo scorso 23 marzo hanno diffuso con grande enfasi la notizia che il Giudice del lavoro di Belluno riteneva legittima la sospensione dal lavoro senza retribuzione e finanche il licenziamento di ben dieci lavoratori rei di esseri rifiutati di sottoporsi a vaccinazione Anti-Covid.

La notizia tuttavia era infondata perché il provvedimento del Giudice Anna Travia dice tutt’altro ed anzi, pur respingendo il ricorso di urgenza dei lavoratori (due infermieri e otto ASA dipendenti di due diverse RSA), chiarisce che la condotta dei datori di lavoro è da ritenersi legittima proprio perché e nel limite in cui non si è applicata alcuna sospensione dei lavoratori bensì, per proteggerne la salute, li si è collocati cautelativamente in ferie con piena retribuzione ed escludendosi ogni licenziamento.

Oggi per i sanitari la questione si pone in termini diversi per l’approvazione, nel frattempo, dell’obbligo vaccinale in base al D.L. 44/2021 (il quale comunque soffre di seri dubbi di costituzionalità); tuttavia la questione rimane aperta per tutte le altre categorie di lavoratori nei termini che seguono.

Alessandro Mario Malnati - Contitolare Studio Legale GMV di Varese, prosegue la sua trattazione nel suo articolo.

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