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Coronavirus e comparto Sicurezza

Coronavirus e mercato della sicurezza: progettare il “dopo” secondo Aikom Technology

Coronavirus e mercato della sicurezza: progettare il “dopo” secondo Aikom Technology
27/04/2020

Riccione (RN) - Il Coronavirus ha segnato uno spartiacque tra prima e dopo il 23 febbraio. Da lì è storia, una storia che scriviamo giorno dopo giorno e di cui non sappiamo il finale. Quello che è chiaro è che il mondo come lo conoscevamo prima non esisterà più: dovremo riscriverlo noi. Il comparto sicurezza è solido, si adatta alle nuove emergenze e si prepara al "dopo". Un "dopo" che tutti siamo chiamati a disegnare mettendo a fattor comune professionalità, intelligenze e knowhow. Abbiamo intervistato alcuni operatori per un primo brain storming.


“Diffondere la cultura della prevenzione nel suo impatto sulla collettività”; intervista a Mauro Renzi, General Manager Aikom Technology


 Come vi siete riorganizzati per gestire l’emergenza?

Fin dai primi giorni dell’emergenza Covid-19 abbiamo attuato un modello organizzativo volto a ridurre la densità di persone nei nostri uffici, attivando l'home working per alcuni e riducendo la presenza fisica in ufficio. Successivamente, all'aggravarsi della situazione, abbiamo ridotto ulteriormente le presenze a un solo soggetto per ufficio, per poi passare all'home working al 100%. Di fatto, oggi in azienda sono fisicamente presenti solo due addetti alla ricezione/spedizione merci, attività che naturalmente non può essere convertita in home working. Abbiamo dovuto cambiare le nostre modalità lavorative anche nella relazione con i clienti e i fornitori, usando strumenti differenti. Lo abbiamo fatto molto velocemente proprio perché siamo sempre stati operativi: non solo contatti telefonici quindi ma anche conference e video call continue, sia per proporre prodotti e soluzioni specifiche a supporto dell’emergenza, sia per dedicare tempo alla formazione tecnico commerciale. Tutto questo è stato affrontato non senza difficoltà, soprattutto nel reperimento dei necessari dispositivi di protezione individuale (DPI) per i nostri dipendenti, tra i temi più complessi da gestire: la difficoltà nel reperire questi DPI e i costi sostenuti sono decisamente un aspetto su cui lavorare per scongiurare in futuro situazioni simili. 


Quali sono le sue previsioni e le aspettative per il post Coronavirus?

Credo che, contrariamente a quanto alcuni sostengono, riguadagneremo la "normalità", intesa come la libertà di comportamenti pre Covid-19; tuttavia, sono convinto che questo avverrà molto lentamente e con inevitabili compromessi transitori con cui dovremo fare i conti. La vera sfida sarà adattare i nostri modelli sociali per migliorare la capacità di risposta e contenimento di situazioni di emergenza simili a quella che stiamo vivendo.
Leggendo articoli di stampa nazionale e internazionale, mi ritrovo su visioni economiche positive rispetto alla ripresa del nostro mercato IT. Dovremo essere pronti e bravi nell’orientare il timone verso mercati di business nuovi o consolidati, proponendo nuove soluzioni e facendo tesoro dell’esperienza maturata in questi mesi. I principali Vendor multinazionali che rappresentiamo, come Cambium Networks e Motorola Solutions, stanno lavorando molto per essere presenti sul mercato a supporto del canale distributivo e questo rappresenta per noi un grande valore.


Di quale messaggio secsolution.com potrebbe farsi portavoce?

Credo sia molto importante diffondere la cultura della prevenzione, non tanto del fenomeno in sé, quanto dell'impatto sulla collettività. In questo la tecnologia offre importanti contributi, ma la necessità di investimento che ne deriva deve essere sostenuta da una adeguata formazione per gli addetti ai lavori e da indispensabili interventi della politica, volti a favorire il processo. In questo chi, come voi fa informazione, ha un ruolo strategico! Usciti da questo grande frullatore, che è stato tragico per troppe persone, saremo chiamati a far ripartire il Paese... tutti stiamo scalpitando per ritornare in campo, abbiamo voglia di esserci, fisicamente, fuori dalle quattro mura di casa, e di sentirci parte della ripresa.

 



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