Che giudizio può dare sulla sicurezza nel territorio?
"Le statistiche rivelano una crescita della sicurezza nella provincia, con una diminuzione del numero di reati e un aumento dei sequestri, arresti e misure di prevenzione. Oltre ai numeri, comunque, ci soddisfa la sinergia che contraddistingue sempre di più il rapporto tra le istituzioni, gli enti locali e il mondo dell'impresa. Le associazioni di categoria hanno instaurato un rapporto di vicinanza alle Istituzioni che è andato ben oltre le parole, concretizzandosi in fattivi interventi d'intermediazione.
L'Api, per esempio, ha di recente organizzato con noi una serie di conferenze nelle scuole. La mafia trapanese non è legata al pizzo come può esserlo nel palermitano, ma segue le dinamiche dell'impresa. Per questo, un imprenditore che prenda - come quello trapanese - una posizione netta contro la mafia, è senza dubbio più coraggioso di altri suoi colleghi. La stessa crisi economica ha indotto gli imprenditori a rivendicare pari diritti e dignità e quindi a voler concorrere a parità di condizioni. Noi possiamo dare dei segnali, poi deve essere il territorio a capire che il malaffare porta ad un impoverimento.
Il messaggio, comunque, sembra essere stato recepito dal territorio, dal quale ci arriva una forte richiesta di sicurezza. Accanto a questo tipo di attività, c'è naturalmente anche l'attività giudiziaria. Nei processi che li vedono imputati, i boss hanno chiesto il rito abbreviato, visto che non avevano possibilità di difesa.
Si respira un'aria nuova, insomma, data dalla coscienza che la difesa dei propri diritti passa dalla denuncia e quindi attraverso i canali istituzionali. Inoltre, va segnalato l'importante ruolo svolto dal buon funzionamento dell'aeroporto di Trapani, dal quale sono arrivati buoni flussi turistici e un sostegno all'occupazione. Questo ha portato ad una diminuzione dei reati predatori, in un contesto che vede in calo la microcriminalità".
Quali sono le emergenze da affrontare?
"Restano alcuni problemi endemici, come la diffusione dell'alcol tra i giovani, che può dare luogo a comportamenti che turbano l'ordine pubblico. O ancora la dipendenza dal gioco d'azzardo. Una grande operazione sulle slot-machines ci ha fatto scoprire un modo sommerso di dipendenza. Da lì, abbiamo avviato un progetto con l'Asp. Il Gap (Gioco d'azzardo patologico) oggi prescrive un trattamento anche farmacologico del giocatore e ne assiste anche i familiari, perché è nella famiglia che si sviluppa la dipendenza. Nel corso di un convegno, in programma il prossimo mese di maggio, presenteremo gli ottimi risultati fin qui ottenuti".
E sul fronte della lotta alla criminalità organizzata?
"La strada scelta è quella del metodo e della serietà. Il gruppo di lavoro è altamente qualificato e vede l'impegno del meglio delle risorse delle Questure di Trapani e Palermo e dello Sco. Chi gioca bene, alla fine segna".
I mezzi e le risorse di cui disponete sono sufficienti?
"In tutta la provincia disponiamo di circa 600 uomini. È comunque prevista una riduzione progressiva di circa il 20% all'anno del personale. Uomini che andranno in pensione e che non saranno sostituiti. Anche le risorse non sono ottimali, ma va detto che il ministero dell'Interno ha avuto un occhio di riguardo per la nostra provincia. Nella contrazione delle risorse che ha interessato tutto il territorio, la riduzione nei nostri confronti è stata fatta con grande oculatezza.
Per sopperire alle carenze, in ogni caso, abbiamo siglato degli accordi di partenariato con gli enti locali.
I Comuni hanno messo in bilancio dei fondi per la sicurezza. In questo modo, le risorse aggiuntive vengono utilizzate per l'acquisto di materiali o per garantire qualche pattuglia in più il sabato sera.
In questo caso è il Comune a farsi carico di coprire il costo degli straordinari degli agenti. Nell'ambito di questa collaborazione con gli enti locali, inoltre, la Provincia di Trapani per il secondo anno sta fornendo una psicologa alla sezione specializzata per i reati sui minori".
Informatizzazione e tecnologia, in alcuni progetti gli uffici sono all'avanguardia nazionale
In che modo la tecnologia supporta la vostra attività per il controllo del territorio?
"Nell'ambito del Por Sicurezza, abbiamo collaborato con i Comuni per l'installazione dei sistemi di videosorveglianza. La loro diffusione è un fatto di cultura: è necessario far comprendere ai cittadini che tale sistema non è affatto una sorta di 'Grande Fratello' e che il diritto alla riservatezza viene sempre garantito. Certo, la videosorveglianza ha dei costi, anche di gestione".
I vostri uffici sono informatizzati?
"Non solo le nostre strutture sono informatizzate, ma la Questura è pilota in Italia per alcuni progetti. È il caso, per esempio, dell'informatizzazione delle unità ricettive. Abbiamo consegnato un software agli albergatori della provincia, grazie al quale non è più necessario trasmettere di volta in volta le presenze giornaliere, ma contestualmente alla registrazione, le informazioni vengono inviate automaticamente al cervellone informatico del ministero dell'Interno. Lo stesso procedimento verrà seguito anche per la vendita delle armi".
Avete messo in campo delle iniziative per la diffusione della legalità tra le nuove generazioni?
"Andiamo nelle scuole e accogliamo periodicamente gli studenti nei nostri uffici. Tutte le iniziative devono però essere modulate in ragione dei soggetti ai quali ci rivolgiamo. Più che un bombardamento di eventi, dobbiamo pensare a far capire ai ragazzi l'essenza e la finalità del nostro lavoro, cercando di infondere loro fiducia nelle istituzioni".
di Luca Insalaco
Fonte: Quotidiano di Sicilia