Le istanze al Governo di A.I.PRO.S. nelle parole del Presidente Gianni Andrei
Qualsiasi istanza istituzionale presuppone un'adeguata massa critica che conferisca all'interpellante la forza propositiva necessaria. L'esperienza del CIPES (Consulta Interassociativa Professionisti Esperti in Sicurezza, fondata inizialmente da A.I.PRO.S., Aias, Asis e Aipsa), è a mio avviso utile e motivante. A.I.PRO.S., assieme alle altre associazioni, è stata, ad esempio, interpellata dal dipartimento per le Infrastrutture Critiche della Presidenza dei Consiglio dei Ministri del governo Monti, per individuare delle nuove figure di coordinamento con competenze multidisciplinari di sicurezza destinate alla protezione e gestione delle infrastrutture critiche.
Per le note vicende politiche, non si è potuta trasmettere al Parlamento una proposta di legge compiuta, ma parte di quel lavoro è confluito nella commissione UNI che sta oggi lavorando per individuare queste nuove figure e i relativi percorsi formativi.
Tali figure saranno non solo un punto di riferimento delle aziende, ma di tutti i siti sensibili – ossia tutti i siti, aperti e frequentati dai cittadini a qualsiasi titolo, che, se colpiti, possono avere, specialmente da un punto di vista mediatico, un effetto particolarmente ampio sull'opinione pubblica. Si tratta di un campo molto vasto.
Le normative UNI restano però di natura volontaria: sarebbe invece interessante che una norma rendesse cogenti tali disposizioni e ufficializzasse i percorsi formativi in esse contenuti.
Un'istanza al Governo Letta che potrebbe essere portata avanti dalla CIPES, nell'interesse del comparto tutto.
A.I.PRO.S. sul tavolo interassociativo
Premetto che A.I.PRO.S. ha estremo interesse a cercare un confronto su temi e problematiche specifici. La storia di settore ci insegna infatti che gli esperimenti interassociativi "generalisti" e privi di una direzione chiara sono per natura fallimentari.
Sarebbe invece utile portare in un tavolo interassociativo delle problematiche di sicurezza a 360 gradi: penso ad esempio alla vulnerabilità e all'emergenza dei siti e degli edifici storici, un tema che riguarda tutte le figure professionali del comparto e che potrebbe, anzi a mio avviso dovrebbe, essere affrontato insieme.
Le istanze al Governo di A.I.PS. nelle parole del Presidente Aldo Coronati
Da quando è nata l'A.I.P.S. abbiamo cercato di far capire ai nostri politici l'importanza e la delicatezza dell'attività da noi svolta nell'interesse precipuo della cittadinanza.
E non per tutelare la nostra categoria, bensì per consentire al cittadino, bisognoso di sicurezza, di poter attingere da un apposito elenco i nominativi delle aziende abilitate, e quindi professionalmente preparate, a cui affidare la tutela sia personale che dei propri beni.
Continueremo quindi a chiedere l'attivazione di un apposito Registro nazionale, per evitare così che il cittadino possa cadere nelle mani di dopolavoristi e improvvisatori che, al posto della sicurezza, lasceranno solo una scottante fregatura.
Inoltre, per favorire la prevenzione, dotandosi di sistemi o strumenti di sicurezza (dall'impianto di allarme alla porta blindata, alla cassaforte, ecc.), sarebbe opportuno che il privato cittadino potesse beneficiare di IVA ridotta al 4%.
A.I.P.S. sul tavolo interassociativo
Nel complesso campo della sicurezza il rapporto tra i vari attori non è sempre stato idilliaco: l'installatore, il produttore e/o fornitore delle apparecchiature, gli istituti di vigilanza, i progettisti, tutti dovrebbero agire con occhio di riguardo verso l'utente finale, cercando ciascuno di fare al meglio il proprio lavoro sulla base delle proprie competenze.
Le istanze al Governo di AIPSA nelle parole del Presidente Damiano Toselli
Il compito principale della nostra associazione, che è senza scopo di lucro, è la valorizzazione della figura del Security Manager, che perseguiamo attraverso proattività verso le Istituzioni e partecipazione e supporto alle attività di formazione e di studio delle Università.
Un aspetto di particolare rilevanza e che ci sta molto a cuore ed è quello del riconoscimento a livello legislativo della figura del Security Manager. Infatti se, come dice il nostro Statuto, il Security Manager "studia ed attua le strategie, le politiche ed i piani operativi volti a prevenire, fronteggiare e superare eventi, in prevalenza di natura dolosa e/o colposa, che possano colpire le risorse umane, materiali, immateriali ed organizzative di cui le Aziende dispongono", appare allora evidente che, essendo le aziende un patrimonio delpaese, la loro sopravvivenza è interesse di tutti e quindi tutelare le aziende significa tutelare il Pil.
Il ruolo sempre più importante della Security Aziendale richiede un'attenzione volta a mantenere vivo il rapporto pubblico/privato, che negli ultimi anni si è espresso in termini pratici con sottoscrizione di convenzioni tra aziende e Dipartimento PS, nonché con il Ministero degli Esteri e Protezione Civile. Nell'ottica della collaborazione è importante che vi sia un approccio convergente per la tutela delle Infrastrutture critiche nazionali, con particolare riguardo alle vulnerabilità innescate nel settore della Cyber Security al fine di giungere ad una "resilienza" adeguata del sistema paese portata avanti da Istituzioni e privati. Importante è ricordarsi sempre di mantenere una chiara distinzione di attività tra Aziende e Istituzioni.
AIPSA sul tavolo interassociativo
AIPSA non ha mai ritenuto di avere l'esclusiva sui temi relativi alla security privata.
Ha sempre impostato una collaborazione aperta e fattiva con le altre associazioni di categoria, quali ASIS, AIPROS, ecc. e ha iniziato recentemente anche la collaborazione con analoghe associazioni europee. Riteniamo che gli scambi di idee e di best practices siano un valore aggiunto per tutti.
Larghe intese su temi di security a mio avviso già ci sono, ma bisogna avere il coraggio di selezionare quelle che sono utili da mettere a fattor comune all'interno del comparto privato e che nel contempo possono trovare attenzione e interesse da parte delle istituzioni, con particolare riguardo al Dipartimento PS. Per fare "massa critica" bisogna avere argomenti di ampio respiro nazionale, che riguardino appunto temi di interesse comune del sistema paese, quali - come già detto - infrastrutture critiche e cyber security.
Le istanze al Governo di ANIE Sicurezza nelle parole del Presidente Rosario Romano
Il settore della sicurezza in Italia è formato principalmente da micro e piccole imprese.
Le piccole e medie imprese italiane rappresentano oltre il 95% di tutte le aziende nazionali e sono quindi il tessuto connettivo dell'economia italiana, il vero motore trainante.
Ragion per cui nessuna politica mirata a stimolare la crescita dell'Italia può prescindere dai problemi specifici e dalle peculiarità economiche di tali realtà imprenditoriali.
Le PMI necessitano di un quadro legislativo di sostegno, che limiti gli oneri amministrativi burocratici e fiscali. Le PMI sono un esercito che combatte in trincea giorno per giorno ma che è lasciato a morire nell'oblio più totale. In Italia si guarda con grande attenzione e titoloni di stampa alle grosse aziende che perdono i 500 addetti e si ignorano le migliaia di microimprese che chiudono e che causano la perdita di decine di migliaia di addetti.
Le politiche del governo devono favorire le piccole e piccolissime imprese perché da sole possono diventare un vero volano di sviluppo e con le prospettive economiche di recessione, confermate per il 2013, la piccola impresa potrebbe rappresentare il vero ammortizzatore sociale dell'economia italiana. La politica deve guardare oltre la crisi investendo nel futuro. E investire nelle piccola e micro impresa è guardare al futuro. Le PMI possono essere alla guida della ripresa economica e trainare l'economia italiana se si rimuovono velocemente gli ostacoli e se si interviene rapidamente con politiche di sostegno vere: abbassare il carico fiscale, dare credito alle imprese, semplificare, ridurre la burocrazia, promuovere nuove politiche industriali per puntare sulla crescita e politiche del lavoro che ne diminuiscano il costo. Le aziende hanno voglia di guardare al futuro oltre la crisi.
ANIE Sicurezza sul tavolo interassociativo
Il nostro compito è di sostenere le aziende associate, pensando in particolare di promuovere sinergie tra le imprese, su progetti specifici, e di incoraggiare quei processi di aggregazione in un polo economico che possa accedere a forme di finanziamento altrimenti irraggiungibili per le PMI che si muovono singolarmente. Dobbiamo rafforzare la nostra presenza presso le istituzioni. Dobbiamo contare di più per sostenere il legislatore che con il supporto dei nostri specialisti possa promuovere leggi che sappiano ben rispondere alle specifiche esigenze del nostro settore.
Oltre a stimolare l'associazionismo è necessario che le varie organizzazioni che insistono nel nostro settore sappiano fare fronte comune per individuare obiettivi comuni e parlare ad una sola voce.
La credibilità di un'associazione e di un settore passa attraverso l'accreditamento degli stessi presso le Istituzioni. Noi possiamo e dobbiamo fare ancora molto per diventare "punto di riferimento" per le Istituzioni che legiferano nel campo delle tecnologie della sicurezza.
E quello che c'è da fare lo possiamo fare unendo le forze di tutti coloro che hanno interesse nel settore, nell'obiettivo di fare sistema.
Le istanze al Governo di Assistal nelle parole del Direttore Generale Maurizio Esitini
Non posso nascondere che la situazione di instabilità politica che il nostro Paese ha dovuto affrontare negli ultimi mesi ha preoccupato non poco anche le nostre imprese. L'andamento dell'economia, infatti, è legato a doppio filo alla politica e, in special modo in momenti come l'attuale, risulta di primaria importanza, per un Paese, poter contare su una classe dirigente lungimirante ed attenta. Come sappiamo il nostro settore ha sofferto non poco negli ultimi anni, sia a causa della crisi del comparto delle costruzioni, cui siamo fortemente legati, sia per la discontinuità e l'incertezza di una politica di investimenti in opere pubbliche infrastrutturali che da sole sarebbero in grado di rilanciare l'economia del Paese. Le necessità che hanno oggi le nostre aziende sono le stesse che avevano lo scorso anno e l'anno prima ancora, con la conseguenza che più passa il tempo e sempre più numerose sono le imprese costrette ad uscire dal mercato, con pesanti ricadute sull'occupazione, il PIL, il fisco, il potere d'acquisto delle famiglie.
Servono forti iniziative a sostegno del comparto delle costruzioni, al fine di supportare adeguatamente un serio piano di riqualificazione del patrimonio edilizio del nostro Paese, ormai troppo vecchio e inadeguato a rispondere alle sfide energetiche europee. Sono, inoltre, necessari interventi dedicati al potenziamento delle infrastrutture di telecomunicazione e di trasporto dell'energia elettrica (smart grid), oltre che azioni volte all'informatizzazione dei processi, soprattutto nella Pubblica Amministrazione. Tutti questi interventi devono necessariamente portare ad un ammodernamento di tutte le componenti tecnologiche, sia nell'ambito civile che in quello industriale, indispensabili per una reale crescita del Paese.
Assistal sul tavolo interassociativo
Alla luce di quanto detto sopra, i temi caldi da discutere ad un tavolo interassociativo non mancherebbero di certo. Quello che posso aggiungere è che ciò di cui abbiamo bisogno è una vera e propria terapia d'urto che porti effetti benefici immediati su diversi fronti. Tanto per cominciare è necessario un cambiamento della prospettiva: dobbiamo fare uno sforzo comune per impedire agli imprenditori di cadere nello sconforto ed invece accompagnarli in un percorso di crescita, guidandoli laddove esistono delle nuove opportunità di business. Questi spiragli ci sono: esistono opportunità molto importanti che dobbiamo saper cogliere, se necessario, anche facendo uno sforzo per cambiare il nostro tradizionale approccio imprenditoriale e modificando la struttura stessa delle nostre imprese. Aggregazione e rafforzamento della struttura aziendale devono diventare le parole d'ordine per uscire da questo momento di grave difficoltà, attraverso adeguate politiche ed azioni finalizzate alla qualificazione degli operatori, che nella formazione possono trovare la chiave di volta per lo sviluppo del proprio business.
Le istanze al Governo di Assosicurezza nelle parole del Presidente Franco Dischi
Innanzitutto desidero esprimere vivo apprezzamento per la proroga del bonus fiscale per le ristrutturazioni del 50% e l'innalzamento dell'eco-bonus sull'efficienza energetica al 65%. Un'iniziativa del Governo che contribuirà allo sviluppo dell'impiantistica di sicurezza (intesa sia come safety, sia come security) e della building automation - due segmenti particolarmente legati all'andamento del mercato edilizio.
Resta però tantissimo da fare: servono soprattutto segnali concreti per far riacquistare fiducia alle imprese e agli investitori, perché il problema - com'è noto - non è la mancanza di lavoro, ma l'assenza di liquidità. Penso quindi a segnali forti come lo sblocco parziale dei patti di stabilità e la reale applicazione dell'esistente termine di 60 giorni per i pagamenti nelle pubbliche amministrazioni. Ma prima ancora penso ad una profonda revisione della ratio di una legge fallimentare che attualmente "incentiva" i concordati preventivi (e non invece i pagamenti) e di fatto ammette la "recidiva nel fallimento", consentendo agli stessi individui di ripresentarsi sul mercato all'infinito con nomi diversi. Il tutto con evidenti ricadute non solo sulla libera concorrenza, ma sull'intera collettività, che finisce col pagare i costi dei fallimenti pilotati.
Assosicurezza sul tavolo interassociativo
Come Assosicurezza stiamo portando avanti un progetto molto concreto, incentrato sulla formazione degli operatori con riferimento all'attuale situazione finanziaria e alle corrette modalità per rapportarsi con un interlocutore creditizio sempre meno propenso a liberare risorse per le imprese. Il tema, che spazia dalla gestione del rating del portafoglio clienti alle autovalutazioni di bilancio, fino alle modalità più efficaci per richiedere un finanziamento bancario, sarà oggetto di un congresso, il prossimo 19 giugno, che abbiamo aperto anche ad altre compagini associative.
Non è un tema strettamente "politico", ma è certamente di interesse trasversale per la filiera e potrebbe essere oggetto di un "tavolo di larghe intese" che si proponesse nel lungo periodo di stimolare gli investimenti nella sicurezza, riattivare la domanda e riportare fiducia tra gli imprenditori.
Le istanze al Governo di Federsicurezza nelle parole del Presidente Luigi Gabriele
Il nostro comparto produttivo, in piena transizione normativa, si mostra in confusione organizzativa e strutturale, privo di acume lobbistico collegiale, travagliato da divaricazioni nella rappresentanza datoriale a dir poco lesive dell'insieme.
Tali divaricazioni hanno portato, tra l'altro, alla nascita di due distinti tavoli di contrattazione per il rinnovo del contratto collettivo della vigilanza privata e si sta concretamente profilando la possibilità che si giunga alla ratifica di due distinti contratti, con i pesanti riflessi facilmente ipotizzabili. Quale contratto si dovrà tenere in considerazione per legittimare l'attività delle guardie giurate? Quale contratto dovrà esser preso a riferimento dall'Autorità tutoria per controllare la regolarità del servizio e l'integrale applicazione del contratto collettivo prevista dalla riforma? Federsicurezza ha informato i Ministeri del Lavoro e dell'Interno del precedente Governo e intende informare anche quelli attualmente in carica: se si arriverà a due contratti di comparto, starà ai Ministeri risolvere questa intricata partita. Questa è la nostra istanza prioritaria.
Federsicurezza sul tavolo interassociativo
Federsicurezza ha sempre promosso l'idea della filiera, al punto da aver ipotizzato, in tempi assolutamente non sospetti, la costruzione di un contratto "di comparto" che potesse regolamentare tutte le figure che, a vario titolo, concorrono a produrre sicurezza privata nel paese.
Inutile dire che la proposta è naufragata - e non sarebbe potuto andare diversamente, visto che non si trova un accordo neppure tra le sole rappresentanze della vigilanza privata.
Continuiamo però a salutare con fiducia ogni iniziativa di confronto tra le associazioni del comparto perché è solo da un confronto sano che nascono le idee sane.
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