E' in discussione la nuova bozza di protocollo tra Ministero dell'Interno e Associazioni di categoria per definire linee guida di sicurezza più stringenti per i gestori dei locali: in cosa si sostanzia?
Innanzitutto è bene precisare che si tratta di un protocollo di indirizzo: non ha quindi valenza di legge, ma impegna reciprocamente le parti ad ottemperare ad una serie di misure volte ad accrescere la sicurezza nei locali da ballo e di pubblico intrattenimento. Il SILB (Associazione degli imprenditori del ballo e dell’intrattenimento) sottoscrive diverse proposte volte ad elevare la sicurezza nei locali: da una formazione idonea del personale dei locali per prevenire l'abuso di alcol, a nuove campagne informative e di sensibilizzazione rivolte in particolare ai giovani per educare ad un divertimento sano e gioioso. Per contro chiediamo però alle istituzioni di avviare una severa campagna contro l’abusivismo. Parliamo di un mercato parallelo composto da stabilimenti balneari, bar, ristopub e ristobar privi di licenza, che vale un miliardo di euro l'anno, eguagliando di fatto il valore di un mercato regolare sottoposto però a legittimi controlli e normative rigorose.
Lato tecnologie, come si difendono oggi le discoteche e cosa è previsto nel protocollo in itinere?
Qualche locale già utilizza dei metal detector o delle telecamere, mentre l'alcoltest è obbligatorio da tempo. Il protocollo sollecita l'installazione, dentro ai locali e agli ingressi, di sistemi di videosorveglianza gestiti dai titolari tramite gli addetti ai servizi di controllo, oppure affidati agli istituti di vigilanza privata. Il protocollo stimola inoltre i gestori all'impiego unicamente di personale munito di patentino rilasciato dalla Prefettura e ipotizza una nuova figura professionale, adeguatamente formata, che faccia da intermediario tra il locale e le FFOO. E' inoltre prevista l'affissione del regolamento dell’accesso e di permanenza all’interno dei locali.
Tutte misure importanti ma poco utili se permane il divieto di legge, per i gestori di locali aperti al pubblico, di allontanare i soggetti sgraditi, ancorché manifestamente alterati o recidivi.
Come superare questa criticità?
Il Ministro Salvini si è assunto l'impegno di modificare la norma in modo da poter impedire l'ingresso a chi ha già dato problemi o è palesemente in stato di alterazione. Ha parlato anche di valutare la possibilità di fare perquisizioni agli accessi, come già avviene in Spagna.
Un'altra criticità sono le tempistiche burocratiche, spesso purtroppo non compatibili con i carichi stagionali tipici del nostro comparto, nel rilascio dei patentini agli addetti ai servizi di controllo da parte delle Prefetture.
Quali sono le richieste del SILB al Governo?
Chiediamo maggiore attenzione nell'applicazione di un articolo del TULPS, desueto quanto il Regio Decreto che lo ha partorito, che addossa sul gestore la responsabilità di qualunque disordine avvenga all'interno del locale o nelle sue vicinanze, minacciando la sospensione della licenza. I gestori non sono autorità di polizia né genitori: se un minore entra accompagnato da chi ne esercita la potestà, non si può respingere. E se un ragazzo ingerisce una dose a un kilometro dalla discoteca e poi muore di over dose dentro il locale, la responsabilità non può essere ascrivibile al gestore. Siamo consapevoli che le discoteche possano essere luoghi pericolosi e saremmo favorevoli anche a disporre un presidio fisso di forze dell’ordine o di Polizia in tutte le discoteche, pagato da noi imprenditori. Sarebbe un utile deterrente.
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