Trasformata e sempre più rivolta all’innovazione, per garantire le soluzioni di sicurezza di nuova generazione più appropriate a ogni specifico mercato verticale: entriamo nel mondo di PELCO by Schneider Electric, alla scoperta delle ultime novità già immesse sul mercato o ancora sulla rampa di lancio, e dei progetti di maggiore rilievo realizzati di recente, all’estero e in Italia. Nel nostro paese, le stazioni dell’alta velocità di Bologna, Roma Tiburtina e la nuovissima stazione TAV di Napoli Afragola, progettata da Zaha Haid, che sarà inaugurata nelle prossime settimane.
Con Andrea Fontana, Technical Sales Engineer di PELCO by Schneider Electric, parliamo dell’immediato futuro del settore della sicurezza e della videosorveglianza, facendo emergere i driver dello sviluppo dei prossimi anni, per l’azienda e per l’intero comparto.
A suo avviso, quali mercati verticali traineranno il comparto della sicurezza e in particolare della videosorveglianza nel prossimo biennio?
Lo sviluppo della videosorveglianza in questi ultimi anni sta avvenendo a 360 gradi. Se è vero che ci sono dei mercati verticali consolidati che fanno da traino al settore, è altrettanto vero che il numero delle soluzioni di “nicchia” crea un volume complessivo importante. Detto questo, la videosorveglianza urbana e del territorio è il mercato che ha ottenuto il maggiore giovamento dalla digitalizzazione delle soluzioni: credo che i numeri lo dimostrino.
Per l’Italia prevede un’evoluzione analoga?
In Italia, come in molti paesi in cui la domanda interna non è molto forte, esistono realtà che lavorano molto bene all’estero, per cui anche settori che sul territorio non hanno molto sviluppo – come l’Oil&Gas – contribuiscono in modo efficace al fatturato italiano del TVCC. In aggiunta, credo che i problemi di scuole e ospedali dovranno prima o poi essere affrontati, per cui avremo nuovi mercati in crescita negli anni a venire.
Quali dei mercati che ha menzionato rappresentano target privilegiati per le soluzioni Pelco?
Negli ultimi anni, Pelco ha cercato di differenziarsi in termini di prodotto, proprio con l’obiettivo di soddisfare le esigenze più specifiche dei mercati verticali di riferimento: Safe City, Oil&Gas, Casinò, Porti e Aeroporti, ma anche Carceri, Scuole e Ospedali.
Come incide Pelco sul mercato italiano della videosorveglianza? Quali risultati avete raggiunto nell’anno appena concluso e quali sono gli obiettivi e le strategie di consolidamento per il prossimo?
Come accennato, negli ultimi anni Pelco si è trasformata, modificando la sua offerta da generalista in specialistica. Terminata questa trasformazione, da un paio d’anni l’azienda cresce a 2 cifre in termini di fatturato, guadagnando sempre più quote di mercato nei mercati verticali più consoni alla nostra proposta. Per un’azienda come la nostra, in un’economia altalenante come quella italiana, gli obiettivi rimangono sempre di consolidamento o di piccole crescite, ma in cuor nostro speriamo di essere ancora una volta smentiti positivamente.
Tra i progetti sviluppati nel nostro paese può citare quelli che vi hanno dato maggiore soddisfazione?
Di recente abbiamo realizzato importanti siti oil&gas all’estero, ma anche in Italia sono di fresca installazione le stazioni dell’alta velocità di Bologna, Roma Tiburtina e, a breve, l’inaugurazione di Napoli Afragola.
Come crede che i concetti di integrazione e interoperabilità cambieranno il comparto della sicurezza? Qual è l’impegno di Pelco su questo fronte?
Integrazione ed interoperabilità dovranno essere concetti intrinseci al mondo delle reti, dove la connessione non ha potenzialmente più limiti. La nostra nuova piattaforma VideoXpert, ad esempio, è sviluppata su paradigmi molto diversi dalle precedenti, con l’obiettivo di sfruttare plugin di terze parti, laddove non è ancora presente uno standard di comunicazione tra i sistemi.
Parliamo di uno degli sviluppi tecnologici più interessanti, ma anche potenzialmente rischiosi per la sicurezza, l’IoT: quali sono le sue riflessioni a riguardo?
Ci sono dei processi evolutivi inarrestabili, ma che devono essere controllati e incanalati nel giusto modo. Le telecamere potranno facilmente diventare una commodity, ma i sistemi non dovranno perdere la loro sicurezza e la riservatezza dei dati. Come per tutte le evoluzioni, ci saranno produttori in grado di garantire qualità e ci sarà chi, al contrario, cercherà di aggredire il mercato con la politica del prezzo. I clienti faranno le loro scelte e il mercato maturerà anche in termini di cyber security, ovviamente non senza inciampi: l’esperienza si acquisisce strada facendo.
L’innovazione è una costante in casa Pelco. Proprio negli ultimi mesi avete introdotto una soluzione che potrebbe cambiare gli standard del settore della sicurezza, con il concetto di Panomersive experience. Di che cosa si tratta?
Si tratta di una gestione del punto di ripresa particolarmente efficace, una nuova esperienza che l’operatore può provare utilizzando le telecamere multisensor Optera; se ripenso alla prima volta che l’ho vista, posso affermare con certezza che mai in passato mi era capitato di rimanere così colpito da una novità del nostro settore. Pensate ad una telecamera che ha registrato tutto quello che circondava e vi permette di muovervi all’interno della scena come fosse un unico punto di ripresa. L’effetto assomiglia tanto ad una operazione di ptz nel passato, una speed dome che ti permette di visionare anche dove in passato non stava guardando.
Qualche anticipazione su altre novità che immetterete sul mercato?
In termini di VMS, abbiamo una nuova piattaforma chiamata VideoXpert che è di nuova concezione, nata per superare le vecchie abitudini di programmazione ed orientata ai nuovi paradigmi IP di clustering. Guardando invece ai prodotti, nel mercato Oil&Gas stiamo rilasciando i primi esemplari di Exsite Enhanced, la nuova telecamera ATEX PTZ con illuminatore che si muove a 200°/sec. Dopo l’estate avremo un prodotto ad hoc per le carceri, mentre l’evoluzione della multisensor Optera sarà un driver per la videosorveglianza urbana.
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