martedì, 19 marzo 2024

Interviste

EnOcean e IBM, un’alleanza per l’integrazione

Intervista a Markus Florian, Sales Director Central Europe, EnOcean.

27/12/2016

Secsolution ha già pubblicato la notizia dell’accordo tra IBM ed EnOcean Alliance  per ciò che riguarda, in particolare, IoT e building automation. Data l’importanza di tale accordo, abbiamo deciso di approfondire intervistando Markus Florian, Sales Director Central Europe, EnOcean.

Si parla tanto di IoT, ma, a volte, le idee sono un po’ confuse. Ora, EnOcean Alliance e IBM si sono “alleati” proprio per soluzioni di IoT. Come e perché?

L’EnOcean Alliance si occupa della standardizzazione della comunicazione wireless per sensori autoalimentati usati negli edifici e nelle case intelligenti. IBM, invece, con la piattaforma Watson IoT, offre un servizio cloud performante che abilita a gestire i dati forniti da sensori e gateway in modo cognitivo e predittivo per aumentare le prestazioni operazionali, finanziarie ed ambientali di un edifico. EnOcean Alliance e IBM, in stretta collaborazione, intendono espandere questi standard per ottimizzare e semplificare l’integrazione dei sistemi tramite la comunicazione radio e l’interfaccia IP. L’idea è di dare la massima flessibilità e affidabilità per operatori attivi nel monitoraggio e supervisione dei loro edifici.

Da tempo le soluzioni EnOcean sono utilizzate in applicazioni su rete dati in maniera efficiente, sicura e, per loro natura, anche “economica”. Peraltro, le piattaforme e gli applicativi IBM possono diventare un aiuto indispensabile. Come è stato possibile coniugare le due tecnologie?

Unificare questi due mondi era necessario, per avere la possibilità di sfruttare in modo efficace la quantità e la qualità dei dati forniti dai vari sensori autoalimentati negli edifici. Il requisito per integrare queste due tecnologie é il fatto che entrambi i mondi si basano su standard di comunicazione internazionali ed aperti, come il protocollo EnOcean per la rete wireless o la comunicazione IP per l’interfacciamento con il servizio cloud. Questo approccio ha permesso di non alterare i valori rilevati, rimanendo disponibili con la particolarità ed accuratezza originale.

Le soluzioni EnOcean sono una vera e propria “killer application”, un po’ come, in generale, i sistemi wireless, per ciò che riguarda in particolare il retrofit, perché bypassano tutto il problema del cablaggio. Come si concilia questo con il mondo dell’IoT?

Uno dei vantaggi principali della tecnologia EnOcean è infatti che i vari sensori possono sfruttare concetti di Energy Harvesting, cioè l’uso dell’energia ambientale come energia cinetica, energia solare o differenza di temperatura, per pilotare l’elettronica necessaria per il rilevamento di grandezze fisiche (per esempio temperatura, umidità, luminosità, etc.) senza necessità di usare delle batterie ed ovviamente anche eliminando il cablaggio. Tanti concetti dell’IoT sono ancora in fase di definizione o devono ancora essere specificati meglio per soddisfare le varie applicazione nella building automation o anche nel campo industriale. Però una cosa rimane certa: solo l’installazione dei sensori in modo wireless e senza l’uso di batterie rende il concetto IoT sostenibile, finanziabile e perciò fattibile. L’investimento deve portare all’operatore un massimo ritorno del investimento già dal primo giorno dell’installazione senza aumentare lo sforzo per la manutenzione.

L’accordo tra IBM ed EnOcean Alliance quali prospettive potrà avere? Riusciremo infine a coprire il famoso “ultimo miglio”, il problema ormai storico per tutte le soluzioni di automazione?

Usando concetti wireless come quelli definiti nell’EnOcean Alliance certamente è possibile dare la massima flessibilità per gli ultimi 30 metri all’interno di un edifico e fino a 300 metri in campo libero. Queste sono tipicamente le distanze sufficienti per raggruppare una serie di sensori dentro un’unità “logica” nel edificio. Il protocollo EnOcean lavora sulla banda ISM, usando frequenze al di sotto di 1 GHz, che lo rende molto più resistente ad interferenze e consente di oltrepassare meglio anche le strutture solide conservando la portata del segnale radio necessario.

Secsolution si occupa, nello specifico, di sicurezza. L’accordo tra IBM ed EnOcean Alliance quali scenari può aprire per il nostro settore?

Già adesso nel mondo EnOcean esistono prodotti e concetti che possono contribuire al mondo della sicurezza o espandono i sistemi già installati per aggiungere questa funzionalità. Sensori intelligenti ed autoalimentati, per esempio, possono controllare l’apertura o chiusura di una finestra, monitorare il rischio d’allagamento, rilevare la presenza di una persona in un area specificata, misurare se la temperatura è ancora dentro i limiti definiti o verificare se i consumi d’energia corrispondono alle aspettative. La facilità nell’installazione e l’assenza di manutenzione abilita ad ampliare ogni edificio, sia nuovo che esistente, con questa soluzione. Il sistema Watson IoT analizza tutti i valori rilevati secondo dei ruoli pre-definiti dall’operatore per dare messaggi di pre-avviso, indicare se certi limiti sono già raggiunti, segnalare opere di manutenzione nell’infrastruttura o lanciare anche un segnale d’allarme.

La sicurezza può essere un ottimo traino per integrare tutti gli altri dispositivi d’automazione…e viceversa. Come si possono collocare, in tale contesto, le soluzioni wireless?

Abbiamo notato che solo gli standard internazionali ed interoperabili hanno la capacità di integrare tutte le funzionalità necessarie per un automazione completa che include anche i concetti di sicurezza. I giorni per i sistemi proprietari e chiusi sono ormai contati.  Oltre alla massima flessibilità, un sistema aperto viene supportato e adottato da più produttori attivi in questo ambiente applicativo, per dare all’operatore la capacità di scegliere la migliore soluzione disponibile sul mercato. La combinazione di sistemi wireless con sistemi filari, come è definita in questa co-operazione, offre il meglio di entrambi i mondi per creare soluzioni flessibili, sicure e affidabili.

La sicurezza dei dati, una questione ormai improrogabile. Come sarà possibile risolverla?

Dalla parte radio, i prodotti sviluppati a base della tecnologia EnOcean offrono la capacità di codificare il loro segnale radio tramite il formato AES 128, che offre una sicurezza più che adeguata per applicazioni di automazione di edifici. IBM, nel sistema Watson IoT, usa delle API sicure che trasmettono i dati in formato MQTT per aumentare l’integrità e sicurezza dei dati.

Come potranno i mercati locali e, in particolare, quello italiano, beneficiare di questo accordo IBM/EnOcean Alliance?

Le soluzioni definite in questa cooperazione sono proprio state pensate con la massima flessibilità sia dal punto di visto applicativo che dal punto di vista geografico. Basandosi su standard aperti e internazionali, ogni produttore di elementi hardware o software si può potenzialmente integrare in uno dei due mondi, avendo la possibilità di aderire al programma Business Partner col fine di contribuire e fornire delle soluzioni che soddisfano le esigenze del cliente. L’Italia in particolare è patria di una vasta gamma di fornitori con dei brand ben noti. Oltre al fatto che questi produttori sono già ben posizionati sul mercato dell’automazione con i loro marchi, possono beneficiare di questa cooperazione aumentando la copertura geografica e accedendo ad una varietà di operatori che già usano sistemi EnOcean e Watson IoT. Abbiamo notato che in Italia nascono tante nuove aziende con idee rivoluzionare che promettono grande successo nel mercato interno, ma anche estero.  Siamo certi che a una gran parte delle attività definite sotto l’accordo EnOcean Alliance ed IBM parteciperanno proprio aziende italiane, a causa della loro capacità innovativa.

Infine, quali saranno i prossimi passi dopo questo accordo tra IBM ed EnOcean Alliance?

I prossimi passi dopo l’annuncio sono in progress con delle prime implementazioni da parte di clienti che hanno già deciso di sfruttare le sinergie di questa cooperazione. Altre richieste sono in fase di progettazione, con proposte concrete per la loro realizzazione.

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