giovedì, 28 marzo 2024

Interviste

Il traffico: per InfoProget è un core business

Intervista a Leonardo Benaglia, Responsabile Sistemi di Video Security e Traffic Analysis di InfoProget

27/07/2015

Nata nel 2002 nel segno dell’IP, in un’epoca in cui era difficile competere con sistemi analogici molto più convenienti, InfoProget ha continuato la sua strada nella videosorveglianza, specializzandosi nella realizzazione di soluzioni verticali. Da qualche anno il core business è rappresentato dal segmento del Traffic Management. Al team InfoProget si deve, per esempio, la soluzione di riconoscimento targhe e monitoraggio del traffico che, la scorsa primavera, ha permesso di catturare l’immobiliarista-killer autore della strage presso il Tribunale di Milano.

Con Leonardo Benaglia, Responsabile Sistemi di Video Security e Traffic Analysis di InfoProget, approfondiamo alcuni aspetti evolutivi del settore della videosorveglianza e di un segmento ancora poco evoluto, ma con enormi potenzialità di sviluppo, come quello dei sistemi di lettura targhe e analisi dei flussi di traffico.  

Siete presenti nel settore della videosorveglianza digitale da quasi quindici anni. Cosa ne pensa dell’evoluzione del comparto in questi anni e come ne immagina l’evoluzione nei prossimi?

L’evoluzione dei sistemi di videosorveglianza a cui abbiamo assistito dal 2000 ad oggi è stata profonda e radicale, grazie all’avvento della tecnologia digitale IP e di tutte le innovazioni che questa ha portato (immagini ad alta risoluzione, intelligent video). Per i prossimi anni vedo un’ulteriore evoluzione dei sistemi di videosorveglianza: da strumento generalista per “fare security” a strumento più orientato a realizzare vere e proprie applicazioni verticali. Avremo quindi telecamere progettate appositamente per una determinata tipologia di applicazione e con algoritmi di analisi video specifici. Il system integrator troverà già a catalogo modelli specifici per l’applicazione che deve realizzare. La mia visione è che assisteremo a una transizione dalla TVCC a SAS (Sistema Automatico di Sicurezza), dove non si renderà più necessario controllare i monitor ma sarà il sistema di sicurezza ad allertare l’operatore.

A che punto è arrivata la migrazione su IP nel mondo della videosorveglianza? 

La migrazione potrebbe anche essere a buon livello, ma non è questo il punto. Molti operatori hanno sfruttato l’opportunità di fornire dispositivi IP decisamente migliori nella resa delle immagini rispetto ai predecessori analogici senza considerare gli alti costi delle connessioni. Noi crediamo fermamente nei sistemi automatici con una elaborazione distribuita del dato immagine ed è lì che giocheremo le nostre migliori carte.

Si assiste in questo periodo a qualche forma di rivalutazione, più o meno nostalgica, dell’analogico. Cosa ne pensa?

Non ci credo molto, ma forse perché, fin da tempi non sospetti, siamo stati profondi sostenitori della tecnologia IP. Credo sia ancora in corso un cambiamento che fatica a concludersi per una serie di ragioni: in primis, una difficoltà a “digerire” tutta una serie di concetti legati al protocollo di trasmissione IP. Molto spesso vengono richieste competenze di ambito squisitamente IT per l’installazione di server in alta affidabilità e la realizzazione di infrastrutture di trasmissione dati in ridondanza, che non sempre sono alla portata del system integrator nato con la tecnologia analogica. L’altro fattore è rappresentato dal prezzo di acquisto: la tecnologia analogica costa meno e questi sette anni di crisi hanno offerto un vantaggio competitivo alla vecchia tecnologia. Grazie a questa difficoltà di transizione tecnologica alcuni produttori hanno individuato un’occasione di business da sfruttare introducendo l’alta risoluzione nel settore analogico (HD-SDI), che semplifica notevolmente le cose per chi da sempre lavora con impianti analogici. Ritengo però che questa sia solo un’operazione di breve-medio termine, dato che la maggior parte dei produttori concentra i propri sforzi nel settore dell’IP. Credo, invece, che i produttori investiranno in dispositivi IP intelligenti in grado di trasmettere solo dati nobili e così si potrà veramente investire in “sicurezza” e non in “hardware”.

Tra le vostre innovazioni più recenti, un sistema di riconoscimento targhe e analisi dei flussi di traffico che è balzato recentemente agli onori della cronaca. Che tipo di riscontro ha ottenuto questa soluzione presso le amministrazioni comunali?

Il riscontro è estremamente positivo grazie soprattutto alle funzionalità di elaborazione statistica dei flussi di traffico, di cui molte amministrazioni hanno colto l’importanza. Non si tratta semplicemente di contare i veicoli transitati, ma di derivare tutta una serie di informazioni che permettono di capire come il traffico si articoli all’interno del territorio monitorato ed avere quindi maggiore consapevolezza nelle decisioni da prendere. Con la nostra soluzione monitoriamo, per esempio, tutti i veicoli trasportanti merci classificate come pericolose, indicandone la tipologia, stilando una graduatoria di quali siano quelle che transitano con maggiore frequenza e indicandone i percorsi di attraversamento. Mediante questa analisi è possibile stilare un profilo di rischio (risk assessment) del territorio sottoposto a monitoraggio, valutare se questi mezzi transitino nelle adiacenze di obiettivi sensibili, come scuole e ospedali, fornendo elementi utili per apportare modifiche alla viabilità onde evitare il verificarsi di tragedie, come ne sono avvenute nel recente passato.

Come valuta il mercato attuale per i sistemi di lettura targhe e come si svilupperà secondo lei questo specifico segmento?

Il mercato attuale dei sistemi di lettura e riconoscimento targhe lo valuto ancora agli albori e poco evoluto. C’è tantissimo da fare. Gli sviluppi si avranno sul fronte dei dispositivi di campo (telecamere, radar…), ma soprattutto sulla parte di integrazione di queste informazioni, tra loro eterogenee, da parte del sistema di elaborazione dati. È infatti il sistema di elaborazione che fornisce all’utente l’informazione, che offre gli strumenti per ricercarla nel database districandosi attraverso milioni di rilevazioni. Le telecamere odierne di lettura targhe lasceranno il posto alle “unità di controllo traffico”, dispositivi più sofisticati di cui la telecamera sarà solo un componente. Un grande ruolo lo giocherà l’analisi video mediante algoritmi intelligenti specificatamente progettati per il mondo Traffic.

Quali sono i comparti in cui operate di più? Tra le realizzazioni che vi hanno dato maggiore soddisfazione, ne può ricordare qualcuna?

La nostra società ha iniziato ad operare nel 2002 accettando una sfida molto impegnativa: operare da subito solo con tecnologia IP. A quell’epoca era veramente difficile competere con sistemi analogici enormemente più competitivi sul prezzo. Ci siamo però specializzati nella realizzazione di soluzioni verticali, con una clientela molto esigente, dove l’analogico non poteva competere per i limiti offerti dal suo stesso protocollo. Dal 2010 ci siamo specializzati nella rilevazione delle targhe automobilistiche mediante telecamere, creando la soluzione di monitoraggio del traffico Traffic Scanner e da due anni il nostro core business è totalmente orientato al settore del traffic management.

Le realizzazioni che sicuramente ci hanno dato maggiori soddisfazioni sono: il monitoraggio dei valichi verso la Svizzera a Livigno (SO), dove sono state portate a termine, grazie al nostro sistema, importanti operazioni da parte della Guardia di Finanza e della Polizia Locale, e il sistema del comune di Brugherio (MB) dove, con 36 telecamere di lettura targhe, vengono monitorate tutte le strade di accesso, garantendo la tracciatura dei transiti in ingresso e in uscita dal centro abitato che ha consentito il fermo del killer del Tribunale di Milano, lo scorso aprile.

Per quanto riguarda l’estero, come vi muovete e su quali mercati?   

La nostra politica commerciale verso i mercati esteri si appoggia ad operatori che sono già presenti su quei mercati e che quindi fungono da riferimento per il canale locale. Anche a livello nazionale da quest’anno abbiamo modificato la strategia commerciale in modo da non vendere più direttamente all’utente finale, ma solo al system integrator attraverso il canale della distribuzione.

Ci può anticipare qualcosa sulle iniziative InfoProget in cantiere?

Attualmente stiamo chiudendo alcuni accordi commerciali per noi molto importanti che credo ci permetteranno, dal prossimo anno, di aumentare il nostro organico e i fondi riservati alla ricerca e allo sviluppo del prodotto.

Saremo presenti a Sicurezza 2015, dove presenteremo la nuova versione del sistema Traffic Scanner, e alle Giornate della Polizia Locale a Riccione.

Gli obiettivi per il 2015-2016?

Consolidare le partnership sui mercati esteri, introdurre funzionalità di analisi avanzate con il supporto di motori grafici innovativi, sviluppo del modello di business su piattaforma cloud.

www.trafficscanner.it

 

 

 



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