Florindo Baldo, Presidente di ANCISS dal 2006 ad oggi, è stato riconfermato al timone per i prossimi due anni. Lo abbiamo incontrato per conoscere obiettivi, inquietudini e mission del suo prossimo mandato. Un mandato non semplice, che arriva dopo 4 anni in cui il settore automazione e sicurezza ha visto nascere il Polo Confindustriale della sicurezza, ma ha visto anche uscire alcune compagini dall'aggregazione associativa e soprattutto è stato messo alla dura prova della recessione. Assieme al doppiamente presidente Baldo, facciamo un bilancio degli anni passati e un'ipotesi di scenari futuri.
È membro del Consiglio Direttivo di ANCISS dal 2002, ne è stato il Presidente dal 2006 ad oggi e qualche giorno fa è stato riconfermato al timone per i prossimi 4 anni...si tratta di un unicum nella vostra storia associativa, o sbaglio?
Sì e no: è vero che si tratta di una situazione nuova, dato che lo statuto dell'Associazione prevede che il Presidente abbia un mandato biennale rinnovabile una sola volta, e non è vero che l'incarico mi sia stato assegnato per quattro anni, ma per due. In pratica avrò l'occasione per cercare di aiutare il comparto Sicurezza e Automazione degli Edifici - rappresentato in ANIE aderente a Confindustria da ANCISS - ad emergere da una condizione di tenue visibilità che lo caratterizza; è un impegno da parte mia a fare quanto possibile per raggiungere il risultato, ben conoscendo le difficoltà e le incognite che caratterizzano un simile percorso.
Rinascita del Comitato Interassociativo, creazione del Polo Confindustriale della sicurezza, ma anche fidanzamenti e separazioni, recessione e segni negativi: qual è il bilancio di questi 4 anni di luci e ombre?
Potrei dire che speravo di più senza correre il rischio di apparire incontentabile …Non si è ottenuto granché, anche perché il risultato che secondo me doveva e dovrebbe stimolare gli operatori del nostro comparto, è una rappresentatività che non abbiamo. E che non riusciremo facilmente a raggiungere finché agli interessi dell'intero segmento vengono anteposti obbiettivi di parte. Da anni seguito a sostenere che le aziende che operano nel settore della sicurezza e dell'automazione degli edifici hanno una caratteristica piuttosto unica: l'invisibilità. Non le si vede, non si conoscono, non si sa se esistano o meno. E ciò fa sì che, non sapendo che in Italia operano professionisti di alto livello, capaci di capire le esigenze di sicurezza degli utenti e di trasformarne i contenuti in soluzioni tagliate su misura, questi stessi utenti finiscano con il rivolgersi ad operatori senza la benché minima idea circa la qualità del servizio che potranno ricevere. Troppo spesso mi sono sentito chiedere "…perché non ci date un aiuto a scegliere l'azienda giusta …?", e questa semplice domanda rappresenta la realtà: tanti interlocutori, tutti bravi, a parole, e senza un "bollino blu", per richiamare una vecchia pubblicità, che ne indichi la competenza specifica. Evidentemente l'effetto immediato di questa mancanza di chiarezza è l'andamento altalenante, positivo in alcuni casi e negativo in altri, del tasso di crescita del comparto, a cui si va ad aggiungere l'ingresso in campo di nuovi giocatori che, ritenendo semplice affrontare la progettazione e la realizzazione di un sistema di sicurezza ben fatto, non esitano a creare competitività quasi esclusivamente su base economica, con il risultato che, alla fine della partita, tutti perdono.
Quali sono i principali obiettivi del suo prossimo mandato? Ce n'è uno al quale non sarebbe disposto a rinunciare per nessuna ragione?
Secondo me la ragione di esistere di un'Associazione - la prima ragione in assoluto - è la rappresentatività. Oggi nessuna Associazione presente nel nostro settore è rappresentativa. Non vorrei copiare Martin Luther King, con tutto il rispetto per l'uomo e per la sua triste fine, ma anch'io ho un sogno: vedere la sicurezza rappresentata da un organismo forte, visibile, conosciuto e riconosciuto, rispettato, in grado di trasmettere fiducia negli interlocutori e di guidare gli utenti in un processo di selezione e di scelta del fornitore basata sulla qualità e la competenza. Sono consapevole che ancora oggi i tempi non sono maturi, ma è un compito che un'Associazione vera deve indiscutibilmente svolgere! Se non viene totalmente compreso questo principio, se non viene assimilato e non diventa parte del DNA degli operatori, continueremo ad essere piccoli, invisibili, sconosciuti. Ed allora, in quanto vittime-colpevoli, sarà opportuno che tacciamo di fronte agli ostacoli che quotidianamente ci troviamo di fronte.
La vita di un Presidente di Associazione è costellata di richieste da parte degli associati. Che cosa chiede invece il Presidente Baldo alle imprese aderenti ad ANCISS?
Siamo operatori di un comparto che non ha contorni netti, che non ha un profilo definito, altrimenti non si spiegherebbero le innumerevoli occasioni in cui, anziché rivolgersi agli esperti, gli utenti chiedono supporto a tanti interlocutori che - mi lasci dire - in termini di competenza hanno spazio per migliorare …Nessuno di noi è in grado di affrontare da solo il comportamento del mercato: mi pare che il Marketing (quello con la M maiuscola) definisca il nostro scenario Polipolio Polipsonio Omogeneo. E se il Polipolio Omogeneo è anche definito "perfetta concorrenza", una ragione per sentire la necessità di partecipare alle attività di un'associazione deve esserci. E' anche grazie all'attività associativa che si può sperare di raggiungere maggior visibilità, di essere più facilmente riconoscibili, individuabili tra i tanti, di poter contribuire alla crescita qualitativa della domanda e dell'offerta, la sola crescita che porta progresso! Bene, in un momento di rallentamento dell'economia mi aspetto un aumento della voglia di confronto, di collaborazione tra gli operatori, allo scopo di costruire insieme i presupposti per dare al mercato le risposte che giustamente si attende, per aiutarlo ad investire con una ragionevole certezza che il denaro è stato speso bene, e questo sia che si tratti di utenti privati sia – ma forse ancor di più - nel caso di utenti pubblici.
Com'è cambiato il mercato della sicurezza negli ultimi 4 anni e come cambierà ancora?
Ho la sensazione che la strada sia tracciata, e che la distanza tra operatori della sicurezza ed operatori del mercato ICT si stia riducendo molto velocemente; i sistemi di sicurezza consentono oggi prestazioni di alto livello, che per poter essere sfruttate appieno necessitano di capacità di comunicazione altamente affidabili. Se consideriamo, infatti, che a fronte di un'interruzione della comunicazione tra sistemi, nella sicurezza si reagisce immediatamente considerando la possibilità di una manomissione, di un sabotaggio, e poi, solo in un secondo tempo, si può eventualmente passare a considerare l'ipotesi di un malfunzionamento, ci rendiamo facilmente conto di quali fondamentali princìpi debbano essere presi in considerazione nel "disegnare" un sistema di comunicazione per il nostro settore applicativo. Queste competenze ci sono, quota parte in ciascuno dei due comparti, Sicurezza e Comunicazioni, e ritengo che la sempre maggiore domanda di interoperabilità tra i sistemi stia naturalmente portando le due discipline ad una maggior integrazione. Scenario un po' diverso, per alcuni versi nuovo ed innovativo, che apre a possibilità finora non considerate, che fa pensare che forse si potrebbero spingere applicazioni di sicurezza ad impiegare sistemi comunicativi finora esclusi. Nuove opportunità professionali e spazio per i giovani in un settore, il nostro, che necessita di "aria fresca" come pochi altri.
Sempre rimanendo saldamente ancorati al buon senso, dato che una cosa è impiegare al meglio ed al massimo delle sue potenzialità la tecnologia disponibile, altra è diventarne schiavi. Quindi, buon lavoro!
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