martedì, 23 aprile 2024

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Transizione ecologica ed efficienza energetica

16/09/2021

di Giuseppe Ligotti - Consulente in gestione HR Profittevole, Presidente di Federlavoro Varese

Continuiamo il nostro percorso verso l’efficientamento dei costi aziendali affrontando oggi un tema di particolare interesse per tutti i lettori. Parliamo di una transizione verso un futuro con emissioni di gas serra decrescenti e il recupero del degrado ambientale. Questo processo, inarrestabile, richiede un’economia diversa ovvero processi produttivi e tecnologie più rispettose dell’ambiente e con una diversa concezione del benessere. Questa irrimandabile trasformazione della nostra economia è definita green economy. Ma come attuare questa variazione di processi? La risposta è tanto semplice quanto banale, con i processi di transizione ecologica.

Ma cosa significa esattamente Transizione Ecologica? Con questa espressione si intende il passaggio o la trasformazione da un sistema produttivo intensivo e non sostenibile dal punto di vista dell’impiego delle risorse, ad un modello che, al contrario, nella sostenibilità, ambientale, sociale ed economica, trova il proprio punto di forza. Oggi la transizione ecologica è al centro del dibattito politico: tutti i più importanti Stati d’Europa e del mondo hanno presentato e stanno studiando progetti importanti. L’obiettivo è realizzare un processo di cambiamento, un rilancio dell’economia e dei settori produttivi all’interno di un quadro delineato e ben definito che metta al centro la tutela e il rispetto dell’ambiente. Questo passaggio avverrà attraverso progetti, che andranno ad impattare sia sull’essere umano, sia sull’ambiente. Lo scopo è quello di definire stili di vita indirizzati all’ecosostenibilità e sempre meno costosi portando un efficientamento economico.

In concreto

Affrontare un percorso di transizione ecologica significa, per le aziende, prendere consapevolezza della propria situazione di partenza per poi definire gli obiettivi da raggiungere nel piano industriale. Quando si parla di transizione ecologica ci si riferisce a quattro macro-aree d’intervento: 

• efficientamento dei processi energetici ovvero la transizione energetica;

• sostenibilità ambientale;

• sostenibilità economica;

• sostenibilità sociale.

Per efficientamento energetico dei processi e più in generale per transizione energetica si intende il passaggio da un modello di produzione di energia che affonda le proprie radici nello sfruttamento delle fonti fossili non rinnovabili (petrolio, metano, gas naturale e carbone), a quello legato a fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico e geotermia). Per avere una definizione completa di transizione energetica si deve però anche considerare la diffusione di soluzioni di efficienza energetica negli utilizzi dell’energia in tutti i settori dall’industria, al terziario all’edilizia. 

Energia pulita

Quando parliamo di efficientamento energetico, però, non dobbiamo pensare di restringere il concetto alla mera sostituzione (per quanto importante) delle fonti fossili con fonti rinnovabili, ma dobbiamo estendere il concetto ad una vera e propria rivoluzione nel modo di produrre e impiegare l’energia prodotta. Oggi l’80% della domanda di energia è soddisfatta con l’impiego di fonti non rinnovabili. Ma il mondo si sta sensibilizzando verso il tema della lotta al cambiamento climatico e per attuare questo processo occorre una transizione energetica verso forme di energia pulita. Un dato su tutti deve farci riflettere: secondo la IEA (International Energy Agency) il 90% delle emissioni a livello globale dipende dal settore energetico. 

In ottemperanza agli impegni presi con l’Accordo di Parigi, i Paesi del vecchio continente hanno iniziato ad accelerare il processo verso una transizione energetica dell’Unione Europea al fine di rispettare gli obiettivi stabiliti nella COP21 e contenere l’aumento medio delle temperature al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali. Per far questo l’UE ha innalzato l’asticella dei suoi impegni stabilendo di tagliare entro il 2030 le emissioni di gas serra di almeno il 55%, e non più del solo 40%, dai livelli del 1990.

Ministero della Transizione Ecologica 

In Italia proprio quest’anno, per dare una spinta decisiva alle fonti rinnovabili da un lato e all’efficienza energetica dall’altro, è stato istituito il Ministero della Transizione Ecologica. Sempre sul fronte italiano, per favorire una transizione energetica all’interno del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), sono stati stanziati ben 68,6 miliardi di euro. Sempre all’interno del PNRR, una ulteriore possibilità è data dall’incentivazione dell’idrogeno verde ovvero quello ottenuto fonti rinnovabili attraverso l’utilizzo degli elettrolizzatori. Mi sento di poter quindi affermare, con assoluta tranquillità, che la sostenibilità crea valore. Tale valore impatterà sempre più (in modo positivo) sull’economia e sulla società.

Technology first

La transizione ecologica ed energetica di fatto cambia il modo di produrre, consumare e muoversi. Le tecnologie hanno e avranno quindi sempre un ruolo sempre più fondamentale: digitalizzazione e transizione energetica sono temi cruciali in chiave innovativa, nell’ottica della riduzione dell’inquinamento. Per il nostro futuro sostenibile si punta su rinnovabili ed efficienza energetica, ma la transizione energetica e la sostenibilità ambientale devono andare di pari passo anche con la transizione digitale. Le emergenze ambientali, oltre a quelle economiche e sociali come quella che stiamo vivendo, spingono verso soluzioni ad alta tecnologia e nuovi modelli di business in ambiti quali, solo per citarne alcuni, la Mobilità Elettrica, le Smart Grid (reti elettriche intelligenti), Digital Energy (uso di tecnologie digitali avanzate lungo la filiera dell’energia), Energy Storage (accumulo e stoccaggio dell’energia in ottica di una maggiore efficienza energetica), Smart Building (edifici in cui gli impianti per l’efficientamento energetico sono gestiti in maniera intelligente e automatizzata), Fonti rinnovabili (forme di energia che rispettano le risorse provenienti dal mondo naturale, non inquinano e non si esauriscono, dal momento che hanno la capacità di rigenerarsi), Idrogeno (una possibile alternativa pulita e più efficace ai combustibili fossili, seppure richieda grandi quantità di elettricità da fonte rinnovabile per la sua produzione), Economia Circolare (pensata per potersi rigenerare da sola, dove si costruisce già nell’ottica di smaltire nella visione “zero waste”, gli eventuali rifiuti sono risorse e l’ottica del repowering allunga la vita degli impianti) con applicazioni che riguardano visioni totalmente nuove della produzione, del consumo,  dello smaltimento, della logistica.

Stiamo vivendo un cambiamento epocale al quale non possiamo derogare e che impone al nostro sistema industriale sempre più un grandissimo uso di tecnologia avanzata. Un utilizzo che dovremo essere capaci di gestire. 



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