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Smart lock: tecnologia e mercato delle aperture intelligenti

15/09/2021

della Redazione

Esplode il mercato delle smart lock, serrature intelligenti per il settore residenziale (abitazioni, uffici, studi professionali, hotel, B&B, residence ecc.). Basta lo smartphone e un’App per identificare gli utenti, stabilire chi e quando può entrare, comandare il blocco e lo sblocco della serratura (anche a distanza), tracciare tutti gli eventi. Niente più chiavi in tasca. Diffusione del mobile, delle smart home e da ultimo il Covid-19, trainano la crescita annuale stimata a due cifre percentuali da qui alla fine del decennio. Gli Usa sono in pool position, le regioni del Pacifico inseguono, l’Europa arranca. Tutto rose e fiori? Vediamo.

Agli inizi era un rettangolino di plastica perforato. Rilasciato alla reception degli hotel di lusso, consentiva all’ospite di accedere alla propria stanza dopo averlo inserito dall’alto in basso nel lettore integrato nella serratura della porta. Una rivoluzione, quasi: per la prima volta nella secolare storia dell’ospitalità non era più necessario portarsi dietro la chiave (con spesso un pesante portachiavi di bronzo), lasciarla e ritirarla ogni volta al ricevimento.

Nuove tecnologie, vecchie modalità d’uso

Il tesserino e la serratura, col trascorrere del tempo, si sono poi evolute. Da una parte la banda magnetica ha preso il posto delle perforazioni; dall’altra si è passati da una programmazione locale (stand alone) a una gestione centralizzata. Sicurezza e management sono migliorati ma le modalità d’uso sono rimaste in sostanza le stesse per decenni. Un ulteriore passo avanti nella sicurezza e nella facilità d’uso si è infine registrato agli inizi del nuovo millennio con la diffusione della tecnologia RFId (Radio Frequency Identification): ora è sufficiente avvicinare la card (o il transponder) alla serratura, prima di entrare.

A scanso di equivoci

Già negli Anni ’70 del secolo scorso si parlava di «serrature intelligenti», ma la loro applicazione era circoscritta al settore alberghiero o poco più. Nei decenni successivi questo mercato non solo si è evoluto sotto il profilo tecnologico, ma ha anche conquistato nuovi spazi. Oggi in commercio c’è una scelta infinita di soluzioni in grado di soddisfare ogni esigenza. Sul termine smart lock, però, è necessario fare un po’ di chiarezza. Qualsiasi serratura in grado di sbloccare una porta senza l’uso della tradizionale chiave metallica può essere considerata “intelligente”. Nel linguaggio comune, tuttavia, per smart lock s’intende un «prodotto consumer» destinato al settore della domotica nel senso più ampio del termine (abitazioni, residence, hotel, B&B, negozi ecc.). Sebbene il dispositivo possa essere impiegato ovunque c’è una porta da controllare, negli impianti di tipo “industriale” questa tipologia di prodotti non è molto appropriata ed è più corretto parlare di controllo elettronico degli accessi.

I punti chiave

Dal punto di vista tecnico, una smart lock si distingue per alcuni punti chiave: il metodo di riconoscimento automatico degli utenti, il modo di funzionamento e le modalità con cui scambia i dati con il mondo esterno, il meccanismo impiegato per aprire e chiudere la porta. Le tecniche d’identificazione più diffuse sono il tradizionale PIN (codice segreto personale), il token (card, portachiavi, smartphone ecc.), l’impronta biometrica (in particolare quelle digitali). Il riconoscimento, in sintesi, segue la tradizionale regola degli accessi: cosa sai (codice), cosa hai (dispositivo), chi sei (impronta). Da un lato, quindi, l’utente detiene una o più credenziali per farsi riconoscere, dall’altro la serratura incorpora un lettore in grado di leggere le credenziali stesse. Per poter gestire un codice numerico la serratura prevede sul frontale una piccola tastiera (sempre più spesso in versione touch panel), per il token un lettore, per le impronte un sensore biometrico. La tecnica più avanzata e sicura (ma anche la più costosa) è basata sulla verifica delle impronte digitali, quella più in voga è l’utilizzo del proprio cellulare con a bordo l’App di turno. Alcuni modelli di smart lock integrano più tecniche di riconoscimento da usare in alternativa fra loro (come, ad esempio, le impronte o il PIN) oppure in abbinamento (multimodale).

Basta un’App

Sono disponibili smart lock che operano in modalità stand-alone (programmate una tantum, funzionano localmente in modo autonomo) e altre in grado di interagire con il mondo esterno (esclusivamente wireless). In entrambi i casi il dispositivo può gestire almeno un centinaio di utenti diversi. Gli standard di trasmissione dati (protocolli) più diffusi sono Bluetooth (in particolare Low Energy), NFC (Near Field Communication), Wi-Fi e Z-Wave. Se la connessione è in ambito locale (ad esempio tra serratura e smartphone) gli standard usati sono Bluetooth (a qualche metro) ed NFC (lettura a contatto). Se si desidera interagire a distanza, è necessaria una connessione a Internet tramite Wi-Fi. Z-Wave, infine, viene usato per applicazioni più complesse e integrate negli edifici civili di tipo intelligente.

Assistenti vocali e geofencing

L’App dedicata permette di comandare l’apertura e la chiusura della porta da un dispositivo mobile, in presenza oppure a distanza. Alcune soluzioni consentono la connessione con Amazon Alexa, Google Home e con Apple HomeKit per poter interagire con Siri. I prodotti keyless entry più moderni (così viene chiamato in gergo questo mercato) gestiscono anche il geofencing. Una volta stabilito il “recinto” di riferimento e attivata la funzione sullo smartphone, la porta può sbloccarsi o bloccarsi in modo automatico appena l’utente entra nell’area specifica oppure l’abbandona.

Un punto delicato

Il dispositivo elettromagnetico integrato nelle smart lock, necessario per aprire meccanicamente la porta (a riconoscimento avvenuto) e richiuderla quando il battente viene accostato, dipende dalla struttura fisica dell’infisso, dal grado di sicurezza richiesto e da altri fattori. Esso non dovrebbe differire molto da quello presente nelle serrature meccaniche tradizionali (e garantire, quindi, lo stesso livello di sicurezza fisica), ma non è così per tutti i modelli. Le smart lock calzano a pennello se applicate su strutture semplici (porte da interno in legno, alluminio, PVC ecc.), fanno fatica o sono costrette a rinunciarvi in altre situazioni (come porte speciali e portoni, oltre che cancelli veicolari, cancelletti pedonali e simili). Dal punto di vista meccanico, la smart lock prende il posto, quindi, del dispositivo di chiusura azionato a chiave nei modelli deadbolt (simili ai nostri più conosciuti «premi e apri»), maniglia a leva e lucchetti. Alcune serrature intelligenti, infine, integrano un sensore di prossimità che consente di rilevare se la porta è chiusa (anta accostata) o aperta, migliorando notevolmente il livello di monitoraggio e sicurezza.

Pro e contro

Disporre di una smart lock su una porta significa abbandonare l’uso della chiave metallica (con i vantaggi che ne derivano in caso di furto o smarrimento anche di una sola copia), aprire appena si è sulla soglia o avvicinando il proprio cellulare, conoscerne lo stato (aperta/chiusa), abilitare l’accesso di ospiti occasionali (anche a distanza), avere una cronologia dettagliata di tutti gli eventi e persino uno sconto nella polizza assicurativa. Di fronte a indubbi benefici, occorre tuttavia considerare anche i rischi che ne possono derivare. La smart lock funziona tramite batterie interne; le conseguenze causate da una mancata sostituzione in tempo utile sono immaginabili. Sia la serratura intelligente che il dispositivo mobile, oltre a non essere infallibili, possono guastarsi, perdere la configurazione, richiedere aggiornamenti ecc. Nell’installare una smart lock, per farla breve, a meno che la stessa non sia dotata di una tradizionale chiave metallica da usare in caso di emergenza, c’è da mettere in conto la possibilità di restare chiusi fuori. La sostituzione della vecchia serratura con una di tipo smart, inoltre, non deve pregiudicare la resistenza fisica contro le azioni da parte di malintenzionati. Un discorso sono le camere all’interno di un B&B o di un residence, un altro gli appartamenti di periferia dove la criminalità è sempre in agguato. La scena della famigliola che ogni mattina esce di casa tirandosi la porta dietro, tipica delle sit-com americane, non ci appartiene. Meglio due mandate di chiavistello (se non quattro). Da mettere in conto, infine, le conseguenze legate alla violazione della privacy e ai possibili attacchi informatici anche se, come ha dimostrato un test specifico su alcune delle smart lock più diffuse, si può dormire tranquilli.

Un futuro roseo

Diverse aziende internazionali specializzate in indagini di mercato hanno sondato e continuano a scandagliare la domanda e l’offerta di smart lock a livello globale e regionale. I risultati sono inequivocabili ma tutt’altro che univoci a causa del mix di prodotti preso in esame. Alcune aziende includono, ad esempio, anche i dispositivi meccatronici professionali wireless (cilindri, mezzi cilindri, maniglie ecc.) mentre altre non ne tengono conto. Indipendentemente dal valore di mercato stimato, tutte le ricerche prevedono per il prossimo decennio un tasso annuale di crescita (CAGR) a doppia cifra. Secondo uno di questi report, il business globale delle smart lock, che nel 2020 sarebbe stato di 1,38 miliardi di dollari Usa, nel 2028 raggiungerebbe 5,28 miliardi con un CAGR del 18,2%. A fare la parte del leone in questo settore sono gli Usa: le stime parlano di una quota del 45% dell’intero volume d’affari e tale si dovrebbe mantenere per gli anni a venire. Notevole è anche la domanda del continente asiatico. Meno rosee, invece, le previsioni per l’Europa, nonostante sia il Vecchio Continente a sfornare i prodotti più sicuri e innovativi in questo campo.

Le chiavi del successo

Il grande successo riscosso dalle smart lock negli ultimi tempi, secondo gli analisti, è dovuto a una serie di fattori concomitanti: la diffusione dei dispositivi mobili e delle App destinate ad applicazioni non convenzionali, la crescita della IoT (Internet of Things), della domotica e della Building automation (case ed edifici intelligenti), sia a livello di ristrutturazioni che di nuove costruzioni. Anche il Covid-19 starebbe dando una mano: specie negli ingressi comuni si eviterebbe di venire a contatto fisico con alcune superfici potenzialmente portatrici del virus (tesi opinabile, a meno che non si tratti di una porta scorrevole o ad anta motorizzata). A livello offerta non c’è che l’imbarazzo della scelta. Sul mercato, infatti, operano decine di produttori, alcuni dei quali sono marchi storici nel settore serrature meccaniche e altri di nuova generazione. Gli investimenti in R&S da parte delle aziende costruttrici sono ingenti.

Ma quanto costa?

Le smart lock sono prodotti di fascia alta nel mercato dei dispositivi di chiusura. Mentre l’ordine di grandezza di prezzo delle tradizionali serrature meccaniche è di poche decine di euro, quello dei dispositivi intelligenti è di alcune centinaia. Quattro sono le componenti di costo da considerare. Innanzi tutto il prezzo del prodotto vero e proprio, dipendente dalle prestazioni e dalle caratteristiche tecniche (i modelli biometrici o muniti di touch panel sono più cari). C’è poi il costo (molto variabile) dell’installazione e della messa in servizio. 

Sconsigliato il fai da te. Meglio affidarsi a un artigiano di provata esperienza, ancora di più se abilitato dal costruttore originale del prodotto. Lo stesso tecnico può essere utile nella scelta del modello che meglio si addice al tipo di porta. Da considerare anche l’eventuale necessità di altri componenti extra quali, ad esempio, il ripetitore per comunicare con Alexa o Google Assistant. Vi sono, infine, soluzioni che prevedono l’erogazione di servizi via Internet a fronte del pagamento di un canone annuale.

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