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Automazione dell’edificio: i numeri in Italia e nel mondo

26/10/2011

di Elvy Pianca

Potremmo essere tra i primi mercati d'Europa nell'automazione d'edificio, ma ancora manca una normativa - e una "filosofia"- che promuovano a pieno l'automazione degli edifici intelligenti. Il traino determinante, infatti, sta arrivando dall'esigenza del controllo dei consumi energetici e della riduzione delle emissioni inquinanti. Il trend, in ogni modo e a dispetto della crisi, è in continuo aumento e i numeri sembrano confortarci. Ora ci aspetta un obiettivo che non possiamo mancare: quello del "nearly zero energy standard", il 2018 per gli edifici pubblici e il 2020 per gli altri. Senza contare, poi, la sfida delle "smart grid", le reti elettriche intelligenti, che hanno bisogno della struttura dell'automazione di case ed edifici per funzionare al meglio. Presentiamo un'indagine di a&s Italy.

L'Italia è tra i primi cinque mercati in Europa per quanto riguarda il BAS (Building Automation System), ma quello che manca a tutt'oggi è una normativa che promuova e incentivi al massimo gli edifici che in America si chiamano smart and green, "intelligenti e verdi", che rappresentano proprio la chiave di volta per tutti i sistemi di automazione. E' infatti intuitivo che, per consumare meno, un edificio - ma anche una casa - debbano essere intelligenti, ossia avere un "cervello" (il sistema di supervisione), in grado, in primo luogo, di misurare i consumi e, di conseguenza, di decidere come e dove intervenire per contenerli. I dati più recenti sulla building automation, che arrivano dall'autorevole istituto di ricerca Frost & Sullivan, parlano chiaro. In tutta Europa, e anche in Italia, il trend per sistemi e impianti di automazione di edifici è in aumento. E sotto certi aspetti non potrebbe essere diversamente, visto che ahinoi il periodo precedente è stato di pura recessione. Comunque, anche nel periodo ritenuto più nero (2008-2009), il BAS ha subito un rallentamento nella crescita, che, però, ha mantenuto il segno positivo: l'1%. Insomma, non è andato in rosso come la maggior parte dei settori di mercato. Il trend del mercato italiano dell'automazione non è andato poi malissimo; anzi, nel 2011 le previsioni sono di un 2% di crescita - una percentuale raddoppiata. Gli analisti però avvertono che i numeri "positivi" continueranno in parallelo con l'incremento del settore delle costruzioni dopo il periodo della recessione e comunque ci vorranno almeno altri tre anni per raggiungere e superare il 3%, che era la cifra relativa all'epoca pre crisi. La buona notizia è che, in Italia, il mercato dell'esistente e quello delle nuove costruzioni contribuiscono in maniera quasi uguale alle entrate del segmento del BAS. Un dato fondamentale, perché l'esistente offre delle possibilità di intervento praticamente infinite e che si concretizzano, appunto, nei tentativi di ridurre i consumi, sia per i problemi economici sia per quelli ecologici. Il patrimonio edilizio esistente, almeno al momento, risulta essere di sicuro sotto utilizzato e questo è un aspetto deprecabile perché legato non tanto all'economia, quanto alle scelte politiche e di gestione: mancano, infatti, sia una legislazione accurata, sia una "filosofia comune" che siano davvero interessate a promuovere gli edifici intelligenti e verdi.

Nel mondo

A questo punto è il caso di dare un'occhiata alla situazione mondiale per ciò che riguarda, nello specifico, le tecnologie intelligenti per la building automation. Sempre a fonte Frost & Sullivan, si evince che il mercato è in continua ascesa, peraltro con un tasso di crescita annuale che, nel quinquennio 2010-1015, supera sempre il 4%. Gli esperti sono anche in grado di dirci quali siano i principali "vettori" di questo mercato: la riduzione delle emissioni inquinanti e dei costi operativi e di manutenzione (il cosiddetto ciclo di vita di un edificio) ma anche – e ci fa piacere ricordarlo - la necessità di maggiore sicurezza a tutti i livelli, all'interno e all'esterno di un edificio. Ad esempio, il controllo accessi è ormai ritenuto indispensabile negli smart building: gli esperti hanno anche stimato che il budget medio per la security di un edificio intelligente supera il 5% dei costi totali di costruzione. Una buona notizia di cui non ci sarebbe da stupirsi più di tanto, se non fosse che, almeno in Italia, la sicurezza è spesso avvertita come "normativa" e non come componente fondamentale - se non vero traino - di ogni sistema di automazione intelligente. Per fortuna ci aiuta la più recente "classificazione" delle smart technologies per la building automation, che vede dei segmenti ben precisi, basati su sistemi, servizi e ovviamente IT. I sistemi e i servizi sono a loro volta classificati in facility management, life security e physical security. Non traduciamo, volutamente, dall'inglese perché in questa maniera ci pare ancora più intuitiva la comprensione dei sistemi e dei servizi di cui si parla. Se però si va a guardare maggiormente in dettaglio, a livello mondiale l'incremento delle tecnologie di BA resta legato all'energy management, in particolare in quegli Stati in cui anche le istituzioni, locali e nazionali, incentivano questo mercato. Per questo nell'America del Nord, che negli ultimi anni ha virato decisamente verso il green, l'automazione intelligente degli edifici ha avuto un incremento notevole - destinato, peraltro, a raddoppiare nel giro del quinquennio 2010-2015. Nei paesi europei, guidano l'ideale classifica degli edifici intelligenti la Germania e la Francia, mentre l'insieme degli altri mercati europei (Russia compresa) presentano dimensioni simili a quelle della sola Germania o della sola Francia. Ma c'è da dire che, in primo luogo, in particolare in Europa, lo smart & green riguarda in prevalenza il mercato delle nuove costruzioni, mentre in America è diffuso anche sull'esistente, e che si tratta – ci rassicurano gli esperti - di una fase di "gestazione": nel giro di pochi anni, anche negli altri Paesi EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) tutto dovrebbe decollare, anche perché si avvicina a grandi passi la data del "nearly zero energy standard", che è del 2018 per gli edifici pubblici e del 2020 per gli altri.

Italia e smart grid

Per quanto riguarda l'Italia, la definitiva cancellazione del nucleare potrà comportare, da un lato, un aumento degli investimenti sulle energie rinnovabili, ma soprattutto sull'efficienza energetica e il risparmio, perché le energie "alternative" non sono sufficienti a garantire il fabbisogno energetico e di sicuro non possiamo tornare indietro, al carbone o al petrolio. Non è un caso se anche nel nostro Paese ci stiamo finalmente dotando di organi e di istituti che possano veramente certificare l'efficienza energetica. Un traino fondamentale per ciò che riguarda l'incremento del BMS nel futuro prossimo, poi, verrà dalle reti elettriche "smart grid", una realtà ormai in America e in molti paesi europei e pronte al via anche in Italia, dove il principale provider di energia, l'ENEL, ha da tempo installato i contatori "intelligenti". Una smart grid rivoluziona il modo stesso di intendere una rete elettrica: essa, infatti, non è più "passiva" (semplice erogatore di energia), ma preleva la stessa da chiunque la produce, anche i privati, e la trasferisce ovunque, "on demand" e secondo le specifiche esigenze. E' intuitivo che la smart grid deve essere supportata da tutta una serie di dispositivi, sensori, chip, software, come quelli presenti nei sistemi di BMS, che controllano i consumi, ricevono e trasmettono dati e informazioni, monitorano lo status e i feedback, gestiscono le richieste e via dicendo. Insomma, formano quell'interfaccia produttore/ cliente che è indispensabile, fra l'altro, anche proprio alle nuove reti elettriche "intelligenti".

Italia e BMS per la sicurezza

Per quanto riguarda, invece, l'automazione degli edifici legata alla sicurezza, i numeri non sono così confortanti. Però anche in questo caso, a parte il settore dell'antintrusione legata ai sistemi di monitoraggio centralizzati (forse superata dai sistemi di gestione più avanzati), la BA sta lentamente risalendo la china, pur senza avere i grandi numeri del passato. Numeri che, con discreta probabilità, non torneranno più, perché ormai tutto vira verso lo smart & green, che comprende non solo il controllo e il contenimento dei consumi energetici, ma anche le più svariate opzioni di automazione per edifici e sempre di più la sicurezza: è in questa direzione, quindi, che si dovranno di necessità muovere gli operatori. Perché il mercato della building automation, oggi, offre numerosissime occasioni, ma è anche diventato abbastanza complicato: tante sono le opportunità, ma pure le tecnologie disponibili e i relativi prodotti. L'utente finale, quindi, può essere confuso e agli operatori del settore serve sempre più competenza e formazione per compiere quella che è la "scelta giusta". Insomma, non ci si può limitare a vendere una tecnologia, ma bisogna far capire anche perché è più adatta di altre. Forse sarà questa la vera sfida del futuro dell'automazione.


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