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Protezione esterna: tecnologie e suggerimenti per l’installazione

25/03/2020

della Redazione

La protezione esterna è un importante alleato dell’installatore perché, attuando una corretta progettazione, non solo si possono aumentare i benefici ma anche amplificare e confermare le potenzialità delle singole apparecchiature impiegate, elevando di fatto la sicurezza. Per comprendere al meglio le diverse opportunità che le soluzioni di protezione perimetrale offrono, è necessario però valutare con attenzione l’ambiente da proteggere, distinguendo tra residenziale, industriale e siti ad alto rischio. 

La flessibilità della microonda ne ha decretato il successo, tuttavia il livello di sicurezza  di questa tecnologia è legato ad un’installazione corretta. Qualche suggerimento? 

Risponde Luca Libralon - Tecnico/Commerciale AVS Electronics

Per un’installazione corretta, è necessario innanzitutto fare un sopralluogo, che deve sempre partire dalla considerazione che questa tecnologia è soggetta a riflessioni dovute a oggetti metallici (fissi o mobili) all’interno del lobo di rilevazione. Se però abbiamo a disposizione, per distanze sui 40 m tra TX ed RX, un corridoio libero di 4-5 m, possiamo installarle senza temere alcun imprevisto. Una volta analizzata la situazione, si potrà procedere alla progettazione, che non dovrà dimenticare di incrociare le varie coppie di barriere ad una distanza tra loro di circa 3-5 metri e di posizionare vicini tra loro, negli angoli di incrocio, sempre due TX o due RX. 

Nel residenziale la protezione deve fornire segnalazioni di preallarme, ovvero segnalazioni discrete che avvisano in caso di un’intrusione all’esterno. Nei contesti industriali, invece, l’interesse principale sarà quello di sfruttare la protezione per attivare segnalazioni finalizzate a dissuadere l’intruso e a comunicare la sua presenza nell’area protetta. Infine, nelle condizioni di alto rischio, come banche, musei, ambasciate, la protezione ottimizza la sicurezza del sistema ponendosi tra il bene da tutelare e chi vuole eludere la protezione, obbligandolo a maggiori sforzi e tempi più lunghi.

Le soluzioni

Una volta definite le diverse esigenze, quali sono le soluzioni per l’installatore? E quali i “trucchi del mestiere” per un’efficace installazione? Essenzialmente le proposte sono due: le barriere a microonda e i dispositivi a doppio infrarosso passivo. Analizziamo singolarmente le due soluzioni, per capire quando sia più utile e opportuno scegliere l’una o l’altra.

Barriere a microonda 

Le barriere a microonda sono composte da un trasmettitore e da un ricevitore ed il sistema di rilevazione funziona sull’interruzione di una percentuale del campo protetto. Spesso, per spiegare il loro funzionamento, si ricorre all’immagine di un sigaro gigante parallelo al terreno: l’attraversamento di questo lobo di copertura genera delle variazioni di segnale che, se raggiungono delle soglie impostate, generano l’allarme della barriera. Le barriere a microonda sono un prodotto molto flessibile e, a seconda dei modelli, possono proteggere perimetri da 60 a 200 metri con singole coppie o raggiungere distanze maggiori, anche di qualche km, combinando assieme più coppie di barriere. Questa loro flessibilità ha decretato, nel tempo, il successo del prodotto. La microonda però offre livelli di sicurezza elevati se assicurati da una corretta installazione. 

Doppio infrarosso passivo

Il secondo strumento a disposizione sono i dispositivi a doppio infrarosso passivo. I sensori di questo tipo sono composti da due infrarossi in AND tra loro e generano l’allarme per rilevazione simultanea di entrambe le sezioni di infrarosso; nei modelli più raffinati viene integrata anche una microonda in grado di rilevare il movimento. 

Anche in questo caso, la tecnologia è semplice ed offre innumerevoli applicazioni. La doppia rilevazione in AND permette di scremare eventuali falsi allarmi dovuti ad animali che possano interessare il campo di rilevazione del sensore. Sul mercato sono presenti anche tecnologie che prevedono l’inserimento di una sezione a microonda combinata al doppio infrarosso classico. Questo sensore, che potremmo definire a “triplo” AND, sostanzialmente genera l’allarme per la rilevazione simultanea delle due sezioni dell’infrarosso passivo e della microonda.

Accortezze in fase di installazione

Da ricordare sempre piccole accortezze: le apparecchiature vanno installate, a seconda dei modelli e delle necessità, da 1–1.20 m a 2.2 – 2.70 m di altezza dal terreno e l’installazione ottimale vede il sensore posto a parete o a palo, così da coprire una superficie di circa 100 mq. Per non avere problemi dovuti ad installazioni non corrette, è necessario rispettare almeno tre regole: posizionare il sensore sempre a 90° rispetto al piano che si deve proteggere, evitare che nella zona di copertura vi siano arbusti o piante ed evitare che i raggi solari colpiscano direttamente le due sezioni di rilevazione. 



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