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Progettare la sicurezza nei distributori di benzina

12/07/2019

di Pierdavide Scambi - Studio Scambi Vicenza 

Le stazioni di servizio sono considerate da sempre luoghi altamente “deboli” dal punto di vista delle attività criminose, in primis perché non possono essere recintati o protetti da barriere, poi perché intrinsecamente rappresentano un vero “concentrato di valori”. 

In effetti, molto spesso, si tratta di attività che al commercio del carburante aggiungono la vendita promiscua di altri beni e servizi quali: somministrazione e vendita alcolici, accessori e ricambi auto; gratta e vinci; slot machine, soprattutto se annoverano anche un punto di ristoro. Seppur in molti casi l’ambiente sia provvisto di apposite blindature, i criminali con facilità riescono ad agire rapidamente con mezzi utilizzati come arieti o con appositi fori. Ciò comporta danneggiamento delle strutture e un elevato grado di pericolo, trattandosi di aree peraltro fortemente esplosive.

Il quadro normativo

Gli impianti, infatti soprattutto se di tipo misto (carburanti liquidi e gassosi), sono assoggettati ad un quadro normativo complesso prodotto sia dal Legislatore, sia da CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), sia dall’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) e devono rispondente alle seguenti regole e al placet finali delle ispezioni dei VVF (Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco).

Le principali norme per gli impianti si possono riassumere in queste regole:

• che l’impianto non costituisca cagione di incendio o di esplosione e veicolo di propagazione sulla base della classificazione del rischio elettrico dei luoghi (ordinario, a maggior rischio in caso di incendio, a rischio di esplosione);

• che l’impianto garantisca la continuità di esercizio delle linee di alimentazione degli impianti e dei sistemi facente capo alla sicurezza antincendio;

• che si possa rispondere affinché gli impianti elettrici operino sempre a garantire la salvaguardia dell’operatore di soccorso.

Dislocazione geografica

La prima grossa falla nella sicurezza per i distributori è appunto costituita dalla dislocazione geografica delle strutture, generalmente periferica, che permette incursioni non gradite in qualsiasi orario del giorno e della notte soprattutto nei distributori a basso presidio umano.

Danni e fermo produttivo

Nondimeno costituisce un grave fattore di pericolo la quantità enorme di liquidi infiammabili presenti e il fatto che un qualsiasi danno denunciato crea un notevole impatto sulla ripresa dell’attività economica, data dalle lungaggini burocratiche e dai processi autorizzativi per la riapertura, pertanto al danno fisico va sommato un fermo produttivo particolarmente pesante.

Come proteggere questi impianti?

Essendo questi luoghi continuamente soggetti a falsi allarmi, costringono la sorveglianza esterna a continue uscite di intervento e sottopongono i sorveglianti interni ad abbassare il livello di percezione dei pericoli, diventando quindi difficile l’adozione di sistemi di sicurezza non integrati tra loro. Una videosorveglianza tradizionale o in grado di non eseguire una detezione sufficiente (parliamo almeno di un minimo di requisito di video analisi), si rivela uno scarso strumento di sicurezza, mentre una combinazione di più sistemi potrebbe rendere meno vulnerabili queste strutture. Un sistema di videosorveglianza che non genera alert e mai viene visionato non serve praticamente a nulla. L’adozione di contratti a distanza di monitoraggio 24 ore su 24, grazie a provider dotati di centrali operative collegate con le proprie pattuglie e con le forze dell’ordine, garantiscono una presenza virtuale costante.

Dissuasori audio e nebbiogeni

Per un’area da proteggere da furti e atti vandalici che annovera attrezzature di distribuzione e lavaggio, colonnine di incasso, mezzi da lavoro, merce presente in vendita (food, alcool) quali mezzi potremmo utilizzare? Anzitutto dissuasori audio e sistemi nebbiogeni.

Dispositivo man down

E per essere di immediato aiuto al personale? Consideriamo che i benzinai sono lavoratori isolati esposti a rischi per la loro salute e l’incolumità fisica, e rientrano nella categoria del lavoratore isolato. Una misura di sicurezza semplice, concreta e fattibile è dotare gli addetti di un dispositivo “uomo a terra” (detto anche man down o uomo morto) collegato gps e che genera un allarme in caso di caduta o di attivazione volontaria.

Gestione del denaro

Quanto alla gestione vera e propria del denaro, si consiglia non solo formazione tecnica delle risorse e organizzazione del personale attraverso regole e protocolli precisi e condivisi per il prelievo e la conta in sicurezza del denaro, ma anche la partecipazione a corsi per la gestione del panico ad esempio in caso di rapina. Si suggerisce infine fortemente l’utilizzo di casseforti speciali per l’accredito immediato e assicurato.


maggiori informazioni su:
www.studioscambi.com



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