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Benzinai: alto rischio a scarsa redditività

05/07/2019

Furti, rapine, violenze, danneggiamenti. E ancora: minacce, estorsioni, prostituzione: questa è la vita di un gestore di carburante per 365 giorni all’anno, spesso 24 ore su 24, spesso in piena solitudine. Il Faib - Federazione Autonoma Italiana Benzinai - ha stimato oltre 2mila episodi malavitosi all’anno, per un bottino di 10 milioni di euro. 

Secondo l’ultimo Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria rilasciato da OSSIF, nel 2017 le rapine ai distributori di carburante sono state 30.713, in lievissimo aumento – sebbene nei precedenti 6 anni fossero calate addirittura del 48%. Il livello di rischio evidenzia un corrispondente calo su scala quinquennale: da 2,5 rapine ogni 100 distributori nel 2012 si è passati nel 2017 “solo” a 1,5 rapine ogni 100 distributori. 

Cosa rubano

La vera criticità però è quella dei furti di contanti da accettatori di banconote (OPT). Per l’Unione Petrolifera, nel 2017 i furti sono stati 1.130 (- 12,2% sul 2016), anche se negli ultimi 6 sei anni si era registrata un’escalation, con analogo andamento dell’indice di rischio: in crescita fino al 2016 e in calo solo nel 2017 (11 attacchi ogni 100 distributori). 

Cosa rubano e come

Non di solo carburante vivono però i distributori: spesso l’impianto comprende anche esercizi commerciali anche grandi, con differenze inventariali medie del 6%. Ma il vero rischio ovviamente è alla pompa. Gli attacchi avvengono in genere nei momenti di minore presidio (weekend e notturno), tramite sradicamento delle apparecchiature o taglio/smontaggio del lettore di banconote e asportazione delle stesse. Il bottino è in genere molto più ridotto rispetto ai danni alle apparecchiature e al conseguente fermo operativo necessario a completare le riparazioni. Un lucro cessante che può raggiungere entità molto elevate, se immaginiamo un impianto autostradale. 

Come rispondere

Per difendersi, occorre mettere in campo soluzioni tecnologiche e procedure per proteggersi da eventuali assalti. Lato tecnologie, si utilizzano sistemi di blindaggio degli accettatori, allarmi nelle aree chiuse e videosorveglianza con lettura targhe e ad alta definizione, atta anche ad assolvere funzioni forensi (a fini giudiziari ma anche assicurativi, ad esempio per dimostrare eventuali atti colposi/dolosi in area autolavaggio). Spesso le leggi regionali sulle concessioni all’apertura di stazioni di servizio prevedono l’obbligatorietà di installare sistemi di videosorveglianza.

Commercio illecito

Sempre più preoccupante è il business della vendita abusiva di carburanti, in prevalenza gasolio e cherosene di contrabbando. Calcolando un 10% di traffici illeciti, parliamo di evasioni tra IVA ed accise da 4 miliardi di euro. E ancora: si fa il pieno e si scappa, ci si serve al distributore e si paga solo il giornale, si compra da soggetti poco raccomandabili, addirittura si forzano gli oleodotti interrati e si installano rubinetti per attingere al bisogno.

Distributori stradalidi gas naturale: novità antincendio 

Da aprile 2019 sono entrate in vigore le nuove norme tecniche di prevenzione incendi per gli impianti di distribuzione stradale di gas naturale per autotrazione (Decreto 12 marzo 2019 «Norme di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione stradale di gas naturale per autotrazione»). Le novità, che promuovono la sicurezza degli utenti nell’uso dei distributori automatici, riguardano la segnaletica di sicurezza e forniscono specifiche istruzioni.  

Rischio marciapiede a completo carico del gestore

intervista a Martino Landi, Presidente Nazionale FAIB (Federazione Autonoma Italiana Benzinai) 

Per i gestori di impianti il “rischio marciapiede” è elevatissimo: i nostri piazzali sono infatti ubicati all’aperto e gli addetti operano su strada. Inoltre spesso le piazzole non sono presidiate, soprattutto la notte. Ci affidiamo quindi tendenzialmente alla videosorveglianza per la sua funzione deterrente e, in caso di consumazione di furto o rapina, per agevolare le forze dell’ordine nell’individuazione dei responsabili. Le leggi regionali sulle concessioni all’apertura di stazioni di servizio in genere prevedono l’obbligatorietà di installare sistemi TVCC almeno nei nuovi impianti, anche se le realtà meno dimensionate raramente ne riescono a sostenere i costi. Sono comunque misure non risolutive, anche perché il danno economico è interamente subito dal gestore: che vengano sottratti contanti o carburante, il rischio è infatti a carico non dello Stato né della compagnia petrolifera, ma del solo gestore. Vanno infine calcolati i danni materiali, che ricadono però sui titolari dalle stazioni di servizio, che nella maggioranza dei casi non coincidono con il gestore dell’impianto. Per limitare i danni abbiamo predisposto un vademecum per formare i nostri operatori: suggeriamo di conservare solo cifre ridotte nel cassetto, di disporre di casseforti temporizzate, di installare degli accettatori di banconote dotati di sistemi atti a ridurre la presenza di contante nel piazzale e tendenzialmente di promuovere l’uso della moneta elettronica. 

Conciliare “apertura e sicurezza”: la parola all’installatore

intervista a Davide Marcomini, Presidente RIFS

Per la loro naturale esposizione esterna e per l’assenza di barriere di protezione, le aree di servizio sono soggette ad un rischio elevatissimo. Essendo il tradizionale sistema d’allarme limitato alla protezione degli uffici e cassa self, è necessario ricorrere alla videosorveglianza più evoluta, con sovrapposizione di più telecamere, camere apposite per la lettura delle targhe e sistemi VCA (video content analytics). Per quanto concerne l’aspetto economico, si possono proporre sistemi di pagamento offerti da terzi che agevolano non solo “l’esborso mensile”, ma anche gli aspetti fiscali, ad esempio il “noleggio operativo” - una formula molto simile al classico leasing.

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