di Ilaria Garaffoni
Lotto e lotterie, imposte e tributi (bollo auto, valori bollati telematici, bollette, ricariche telefoniche): il tabaccaio di oggi sembra più un esattore che il commerciante di sali e tabacchi di una volta. Ma grandi transazioni di denaro significano altissimo rischio di furto e spesso anche di rapina, come purtroppo testimoniano le cronache.
Secondo il Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria 2018 dell’Ossif, i furti messi a segno nel 2017 contro i tabaccai hanno fruttato complessivamente 4,7 milioni di euro (+9,7% sul 2016). Anche l’ammontare medio per evento (di oltre 10 mila euro) ha subito un incremento. Un bel bottino per i malviventi, se si pensa che sul territorio italiano insistono circa 54.000 piccole realtà del genere.
Doppie perdite
Lato esercente, la situazione è tragica: oltre alla perdita economica, questi piccoli esercizi – spesso imprese familiari e ditte individuali – possono subire anche ingenti danni materiali (nel 2017 i danni hanno superato il milione di euro), e sono comunque tenuti alla restituzione del denaro eventualmente sottratto dai ladri quando operano in veste di esattori per conto dello Stato o di altri enti concessionari. Con il rischio, in caso di mancata restituzione del denaro, di essere addirittura accusati di peculato (con conseguente perdita della concessione) quando l’ente è lo Stato.
Alti rischi, pochi soldi
Da uno studio commissionato dalla Federazione Italiana Tabacchi, è emerso che nella rete della tabaccherie ogni giorno transitano circa 15 milioni di persone. Guadagni altissimi, si dirà. Assolutamente no, perché sulla quasi totalità del denaro incassato, circa il 90-95% è rappresentato proprio dalle riscossioni di valori da riversare allo Stato o ad altri concessionari. Stiamo parlando di piccolissimi imprenditori: 54.000 realtà a rischio elevato, ma con fatturato, redditività (e quindi anche budget da destinare alle misure di sicurezza) spesso molto ridotti.
Rapina? 100% di successo
La percentuale di successo delle rapine a danno di tabaccherie - non a caso - è pressoché pari al 100%: la modalità è infatti quella della “spaccata” (nel 70% dei casi la durata dell’evento è inferiore ai tre minuti, secondo l’Ossif) e i locali, per loro natura aperti al pubblico e in genere poco protetti e con pochissimo personale interno, favoriscono appieno la messa a segno dei reati. Risultato: la criminalità si trova un piatto davvero ghiotto - esercizi commerciali estremamente appetibili per l’enorme traffico di denaro, ma al contempo facilmente attaccabili ed estremamente esposte. Come proteggere dunque le tabaccherie?
Noleggio e polizze assicurative
Non essendo più state previste agevolazioni fiscali per l’acquisto e l’installazione di sistemi di sicurezza dall’ormai lontano 2008, gli operatori della sicurezza possono oggi offrire soluzioni di tipo “noleggio operativo”, che snelliscono la spesa quanto meno per la voce d’acquisto. E naturalmente ci sono le coperture assicurative, essenziali per categorie così esposte al rischio ancorché incidenti sulle spese d’esercizio. In tal senso l’Ecomap ha studiato delle coperture assicurative specifiche che proteggono le varie attività di rivendita nel loro complesso.
Il Protocollo d’Intesa per la tutela delle tabaccherie, infine, sottoscritto da FIT e Ministero dell’Interno, fa quadrato contro la criminalità, promuovendo la video-sorveglianza e i mezzi di pagamento elettronico.
Rapine
La maggior parte delle rapine vengono messe a segno di sera, in genere da due malviventi che agiscono in meno di 3 minuti, minacciando i tabaccai con armi da fuoco e da taglio.
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