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Intelligenza Artificiale: ruolo nella security fisica

14/03/2019

Dite la vostra - della Redazione

Marco Somalvico (un esperto di intelligenza artificiale talmente noto da essere menzionato su Wikipedia) definisce l’Intelligenza Artificiale (IA) come “una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana. 

Il denominatore comune, e chiave interpretativa delle ampissime e diversificate applicazioni legate a questa tecnologia, sembra essere il suo tentativo di somigliare al cervello umano, in un’ottica (un tantino radicale) di sostituzione, o più probabilmente di facilitazione delle attività operative oggi riservate all’uomo. 

Nella sicurezza fisica

Questa interpretazione è particolarmente vera nelle applicazioni legate alla sicurezza fisica, dove l’uso di tecnologie ad intelligenza artificiale è in costante aumento perché, in uno scenario tecnologico sempre più “grande” in termini dimensionali (di installazioni di sicurezza) e numerici (di quantità di sensori e telecamere disseminati sul territorio), sarebbe umanamente impossibile gestire l’immensa mole di informazioni generate dai sistemi. Qual è dunque il ruolo dell’IA nel nostro comparto?

Questione di numeri

Con i numeri che vanta oggi il comparto in termini di sensori e telecamere presenti sui territori, l’intelligenza artificiale sarà essenziale per ottimizzare il funzionamento e soprattutto il risultato della videosorveglianza, sia in termini di reale protezione e sicurezza, sia in termini di business intelligence, dunque di generazione di profitti per l’utente finale. Se l’AI sarà infatti davvero in grado di catturare autonomamente - e poi analizzare, filtrare, incrociare, comprendere e soprattutto restituire le informazioni in modo che esse siano immediatamente fruibili ed utilizzabili - allora sarà una tecnologia cruciale per lo stesso sviluppo del comparto sicurezza.

Tecnologia facilitativa

Facilitando l’accesso, la gestione e l’interpretazione di immagini e video, l’intelligenza artificiale eleverà l’efficienza complessiva dei sistemi e soprattutto aiuterà a prendere decisioni e a rilevare correttamente le minacce. L’integrazione dell’IA nei sistemi di sicurezza sarà quindi strumentale a rilevare pericoli reali e ad intraprendere le più efficaci azioni di risposta. In questo senso il ruolo dell’IA sarà soprattutto trasformativo: semplificando ed ottimizzando il lavoro degli addetti agli schermi, l’IA automatizzerà infatti la funzione di rilevazione, lasciando agli operatori ciò che devono saper fare meglio: verificare e rispondere correttamente agli eventi. 

Attenti ai facili entusiasmi

Ma attenzione: tanta parte dell’utenza, complice anche una stampa non sempre limpida e preparata, crede che intelligenza artificiale significhi che le macchine sono oggi in grado di pensare autonomamente, meglio e più degli uomini. La verità è che siamo davvero molto lontani da questo obiettivo, ammesso che si tratti davvero dell’obiettivo finale. Per far davvero “pensare” una macchina, occorrerebbe infatti combinare una gran quantità di tecnologie estremamente complesse e articolate. E per arrivare a prevenire gli atti criminosi si dovrebbero gestire ed elaborare una quantità infinita di variabili, con un dato di partenza peraltro potenzialmente errato: la codificazione di comportamenti “sospetti”. Una classificazione difficile anche per la mente umana e che apre temi sensibili sul piano etico. Insomma: AI sì, ma con i piedi per terra.

Matteo Scomegna - Sales Director Southern Europe Axis Communications 

“Progresso costante, ma lento. L’Intelligenza Artificiale rappresenta da tempo un argomento di grande discussione che ha coinvolto esperti in ogni ambito. Ad oggi però è inesatto affermare che il suo impatto stia cambiando radicalmente le logiche di funzionamento di tutti i comparti industriali. Bisognerebbe invece distinguere l’importanza del contributo apportato dalla tecnologia a seconda del settore e della sua applicazione. Se in alcuni campi, come quello sanitario e della ricerca contro i tumori, i risultati sono stati molto rilevanti, al contrario nella videosorveglianza il progresso è attualmente costante ma più lento”.

Tiziano Chiarini - Responsabile della formazione Dahua Italy 

“I dati, il nuovo petrolio. Assumendo il principio che i dati rappresentino oggi il “nuovo petrolio”, Dahua ha concepito la futura era della videosorveglianza fondandola sull’Intelligenza Artificiale: ciò che l’occhio vigile della telecamera osserva, deve essere analizzato e valutato per migliorare la quotidianità. Le soluzioni AI sono un valido strumento che coniuga le espressioni, gli atteggiamenti e i flussi di mezzi ed esseri umani per costruire la regia strategica di ciò che chiamiamo Smart City: per gestire al meglio la movimentazione nelle città e aiutare la popolazione nell’usufruire ciò che questa può offrire”. 

Massimiliano Troilo - General Manager Hikvision Italy 

“Innovare, investire in R&D, essere globali. AI è una tecnologia che cambierà la tecnologia stessa. Presto gli apparati forniranno informazioni diverse, indicizzate e codificate per essere fruibili,  con sensori e device che cambieranno comportamento in base allo stato del sistema. In futuro ogni macchina contribuirà all’evoluzione delle altre in un processo di miglioramento di performance, affidabilità e accuratezza con il profondo coinvolgimento di cloud e intelligenza distribuita.  Sul mercato cambierà tutto e non solo per l’AI, ma per la convergenza dei sistemi e la velocità di innovazione che abbracceranno l’intero comparto. La scacchiera competitiva si sposterà quindi sulla capacità di innovare, di investire in R&D, di essere globali”.

Andrea Scaggiante - R&D Manager Bettini  

“SERVE UN GIUSTO EQUILIBRIO TRA PERFORMANCE E PROCESSING Si tratta di un’innovazione disruptive, che ha - e sempre più avrà - un impatto notevole in tutti i settori, sicurezza inclusa. E’ una tecnologia che pone molte questioni, a partire dalla stessa definizione di intelligenza, che in futuro potrà forse essere ridefinita. È una tecnologia che attrae l’utenza finale e che nel nostro comparto interessa in particolare l’analisi video, con una face recognition già matura e che porta risultati significativi. Attorno all’AI sono nate in brevissimo tempo una miriade di start up: una delle sfide sarà per loro - e per tutti i produttori - trovare il giusto equilibrio tra capacità di calcolo richiesta dagli algoritmi e costo dell’hardware di supporto”.

Stefano Riboli - Marketing Security Bosch Security Systems  

“Verso una tecnologia di massa? Al momento l’AI è la chiave per risolvere problematiche complesse e per infrastrutture critiche, ossia per applicazioni che richiedono estrema affidabilità, ad esempio nel riconoscimento facciale non collaborativo, impiegato per il controllo degli accessi o ai fini di pubblica sicurezza, nel rispetto del GDPR. Il trend, a mio avviso, sarà quello di rendere queste tecnologie fruibili per tutti, grazie anche al supporto dell’intelligenza di analisi video e machine learning sulle telecamere. Ciò aprirà numerose opportunità di business “beyond security” ed un pieno e consapevole utilizzo di tutti i dati (es. da sensori IOT), che darà l’avvio allo studio di nuovi standard di fatto, come Open Security Safety Alliance”.

Andrea Bigliardi - Key Account & Business Development Manager Italy Dallmeier Italia  

“Un mainstream di mercato. Le moderne tecniche di apprendimento automatico, su cui si poggia la cosiddetta Intelligenza Artificiale, tracciano una nuova frontiera tecnologica verso cui è necessario spingersi per conferire ad un sistema di videosorveglianza il necessario valore di efficacia, sia nella sua valenza preventiva che in quella investigativa, a tutela, in ultima istanza, dell’investimento del cliente. L’AI rappresenta indubbiamente un mainstream di mercato, che può diventare una grande opportunità per chi saprà interpretarla nel modo corretto, declinandone le potenzialità in base alle esigenze e alle specificità del settore applicativo in cui verrà calata”.



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