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Italian Security Leaders, Top 25: il mercato italiano della sicurezza sotto la lente

05/03/2019

della Redazione

Torna l’attesa indagine “Italian Security Leaders, Top 25”, firmata secsolution magazine in collaborazione con Plimsoll Publishing. Nel 2018 il mercato italiano della security ha raggiunto quota 1,88 miliardi di euro, trainato da 179 imprese che nel 2017 hanno migliorato le performance (+ 6,2%).  Una crescita che ha interessato però meno del 50% del campione e che potrebbe aprire nuovi scenari nella scacchiera competitiva 2019. 

La nuova edizione di “Italian Security Leaders, Top 25” segnala che il mercato ha raggiunto quota 1,88 miliardi di euro nell’ultimo anno, trainato da 179 imprese che hanno aumentato il proprio fatturato nel 2017. Lo studio esamina i risultati conseguiti negli ultimi 7 anni dalle 363 società leader nel segmento della security nel nostro paese ed evidenzia un’espansione del settore del 6,2% rispetto al 2016. 

Tuttavia la crescita non è uniforme e interessa poco meno del 50% del campione esaminato. In altre parole, la maggior parte delle aziende ha perso quote di mercato e ha affrontato il 2018 in una posizione di relativa debolezza, accentuando la polarizzazione (già riscontrata negli ultimi due anni) tra imprese commercialmente dinamiche e innovative e realtà che stentano a realizzare utili ed a trovare nuovi clienti. Rispetto alla rilevazione precedente, il numero di leader nel settore in Italia si è ridotto di 34 player, con molte società che hanno chiuso e altre che sono state oggetto di acquisizione. 

Questo trend è destinato ad accentuarsi nei prossimi due anni: il settore della security ha ormai intrapreso un percorso di consolidamento che vedrà progressivamente ridursi il numero di aziende, a vantaggio di quelle realtà che sapranno individuare opportunità di sviluppo e adattare il proprio modo di fare business. La causa del crescente divario tra imprese di successo e società in difficoltà è riconducibile all’aumento della pressione competitiva, alle nuove sfide offerte dalla tecnologia e alla difficoltà di alcuni manager nell’interpretare trend di mercato e declinare con successo esigenze e bisogni del consumatore finale. Le principali fonti di preoccupazione sollevate dagli addetti ai lavori sono legate alla disponibilità al dettaglio e a prezzi contenuti di dispositivi di antintrusione fai-da-te e dalle politiche commerciali messe in atto da alcuni player del settore, che utilizzano canali di vendita non convenzionali (vendita porta a porta, social media o tramite partnership con gli installatori).  

Le nuove tecnologie avranno inoltre un impatto notevole su tutta la filiera nei prossimi 3-4 anni: la diffusione dell’artificial intelligence, l’implementazione di strumenti compatibili con il 5G e l’introduzione di sensori chimici e acustici potrebbero modificare i rapporti di forza nel comparto della security, spianando la strada a nuove realtà di successo italiane ed estere.

L’indagine “Italian Security Leaders, Top 25”, realizzata in collaborazione con Plimsoll Publishing, si pone pertanto l’obiettivo di fornire ai responsabili del settore uno strumento di analisi a supporto delle decisioni strategiche di investimento. Attraverso l’esame dei trend di mercato e dei numeri delle società che dominano il comparto security in Italia, la pubblicazione illustra con quali risorse i competitor si accingono ad affrontare il 2019 e quali imprese è bene tenere sott’occhio nei prossimi mesi. 

Situazione e prospettive del comparto

Per il secondo anno di fila, il comparto della security in Italia è in espansione, con un valore di 1,88 miliardi di euro (rispetto ai 1,77 miliardi registrati 12 mesi fa). L’aumento è imputabile non al numero di imprese che operano nella filiera (363 rispetto alle 397 mappate nel 2018), bensì all’incremento generale dei volumi d’affari.

Le 363 società che fanno parte del campione hanno infatti osservato una crescita del fatturato del 7,3%, proseguendo in un percorso di espansione che si manifesta per il sesto anno consecutivo, seppur a livelli inferiori rispetto a quanto rilevato dai bilanci 2016 (+12%) e 2015 (+8%). 

L’impresa media del settore ha un volume d’affari di 5,1 milioni di euro, impiega 93 dipendenti e realizza 338 mila euro di utili ante imposte: in altre parole, per ogni 100 euro di ricavi vengono generati quasi 7 euro di profitti al lordo delle imposte. I margini di profitto medi sono dell’8% superiori all’anno scorso. 

Il comparto della security in Italia mostra quindi il segno più, sia in termini di fatturato aggregato e medio sia a livello di redditività generale. Il numero dei soggetti campionati e ritenuti rilevanti è invece in lieve contrazione (-34), per effetto della chiusura di alcune aziende e dell’acquisizione di altre. In conclusione, il settore, tenendo conto dei volumi registrati nel 2018 anche dalle imprese fuoriuscite dal mercato, riscontra una crescita effettiva del 6,2%. 

Tale fenomeno di concentrazione del mercato è destinato ad acutizzarsi nei prossimi mesi: 181 società (il 50% del campione) ha ridotto il fatturato e 46 di queste sono in perdita. In assenza di profondi cambiamenti strategici e operativi, molte realtà appartenenti a questa categoria potrebbero purtroppo non sopravvivere fino al 2020. 

Con i cambiamenti tecnologici in atto e soggetti di grandi dimensioni che stanno investendo pesantemente in innovazione e nuovi canali di marketing, si prevede che il numero di imprese leader del comparto security in Italia scenderà di altre 20-30 unità nei prossimi 12 mesi. 

Ma non tutto il male vien per nuocere. La riduzione del numero di operatori leader del mercato rafforzerà quelle aziende che riusciranno ad espandersi laddove altri han fallito. 

Top 25

Una chiave di lettura importante sullo stato di salute del settore può ricavarsi esaminando i risultati conseguiti dai principali player. 

Come nelle scorse edizioni, i Top 25 sono stati selezionati sulla base della disponibilità dei bilanci 2017 in camera di commercio (al 30 Novembre 2018), del core business (attinente al comparto sicurezza) e della presenza di partita IVA italiana.  

Con un fatturato collettivo di circa 794 milioni di euro, i Top 25 del settore rappresentano adesso il 42,4% del mercato totale, con un aumento del 10% rispetto alla rilevazione effettuata l’anno scorso. Questi livelli di concentrazione, seppur in notevole incremento, sono ancora al di sotto della media riscontrata in Paesi quali Germania, Francia e Regno Unito - in cui i Top 25 costituiscono oltre il 50% del mercato nazionale. 

La dimensione media dei Top 25 è sei volte superiore a quella delle 363 società campionate. Tuttavia, il fatto che i volumi d’affari nell’ultimo quintile della classifica top (dalla 21esima posizione alla 25esima) siano mediamente pari a euro 17,6 milioni di euro, rendono questa categoria permeabile all’ingresso di nuove aziende il prossimo anno. 

In questa edizione, Anixter Italia Srl (distributore) ha scalzato un rivale nella Top 25 e occupa adesso la 19esima posizione. Tra le Top 10, invece, fa il suo ingresso Betafence Italia che – con un fatturato di 55,7 milione di euro – è terza nel comparto, alle spalle di Comelit Group e Allnet.Italia. 

I Top 10 rappresentano il 24% del mercato e, salvo poche eccezioni, crescono di oltre il 7%, mantenendo margini positivi. Il fatturato conseguito dal gruppo posizionato dalla decima alla ventesima posizione (tra i 18,5 e i 31,5 milioni di euro) è rimasto invece stazionario. 

In generale le Top 25 crescono del 3% annuo, in calo rispetto a quanto registrato nei 3 anni precedenti e al di sotto della media del campione delle 363 aziende del comparto security (7%). 

Continua invece ad aumentare il numero dei dipendenti medio delle Top 25 (da 83 a 93), mentre rimane stazionario quello totale (19).

La profittabilità dei Top 25 rimane positiva e in lieve aumento, con il rapporto Ebitda/Vendite che raggiunge quota 10%: 100 euro di ricavi si traducono cioè in 10 euro di risultato operativo lordo. Questa migliorata capacità delle imprese leader di generare flussi di cassa in misura significativa offrirà auspicabilmente maggiori opportunità di investimento nel settore e faciliterà la gestione di crisi di liquidità stagionali e congiunturali.

I migliori del settore

L’edizione sui security leader italiani non può prescindere dall’analisi delle aziende che hanno ottenuto i migliori risultati nel 2017. Le 25 società classificate come “Migliori del settore” sono quelle che sono cresciute significativamente, rafforzando la propria solidità finanziaria e conseguendo ritorni sugli investimenti e sul capitale proprio particolarmente elevati. 

Le Top 25 “Migliori del settore” crescono del 16%, godono di un ROI medio del 9%, di un ROE del 17% e sono classificate da Plimsoll come finanziariamente “Solide” o “Buone”. Il campione è in realtà molto variegato e include soggetti come Vitekna Distribuzione Srl (con crescita modesta al 2%, ma marginalità a doppia cifra) e operatori come Surveye Srl (che ha espanso il fatturato di oltre un quarto, ma con rapporto Ebitda/Vendita in linea con la media del settore). Tuttavia, sono proprio queste le imprese da tenere sotto monitoraggio il prossimo anno. Adottando strategie non sempre convenzionali e offrendo un portafoglio prodotti e servizi diverso, i “Migliori del settore” dettano i trend e influenzano infatti – in maniera più o meno significativa – le dinamiche competitive e le abitudini di consumo dell’utente finale. 

Attraverso l’esame dei risultati esplicitati in tabella, diventa intuitivo capire come ciascun operatore si sta posizionando sul mercato. Betafence Italia ha intrapreso un forte percorso di espansione volto ad incrementare le proprie quote di mercato, con ridotto focus sui ritorni. Produttori come Cooper Csa Srl, Tecnosicurezza Srl e Urmet Ate Srl sono invece soggetti in salute, commercialmente dinamici ma soprattutto ad alta redditività e con struttura operativa efficiente. 

Imprese più in crescita

La lista dei Top 25 soggetti del comparto security che sono cresciuti più rapidamente ha subito importanti cambiamenti negli ultimi 12 mesi, com’era lecito aspettarsi: mantenere livelli di crescita di oltre il 10% per due anni consecutivi è infatti un traguardo che pochi riescono a conseguire, soprattutto quando si raggiunge una certa dimensione aziendale. 

Gli ostacoli da affrontare per sostenere una crescita a doppia cifra nel tempo sono infatti di diversa natura: calo dell’effetto novità, guerra di prezzi con competitor locali e nazionali, difficoltà di espandersi in mercati geografici non esplorati ma già presidiati, reperimento delle risorse necessarie (in termini di organico, magazzino e macchinari) per gestire l’incremento degli ordinativi, capacità di investire in maniera congrua dove necessario, finanziamento della gestione operativa. 

A dimostrazione di quanto sia arduo mantenere lo slancio nel settore, solo 9 aziende rimangono nella classifica delle Top 25 per crescita rispetto alla scorsa pubblicazione. Smiths Detection Italia Srl, Ksenia Security Srl e Futurtec Srl sono esempi tangibili di organizzazioni che hanno affrontato con estremo successo le difficoltà summenzionate: per il secondo anno di fila sono cresciute di oltre il 25%. 

Non sempre la crescita è accompagnata da elevata marginalità. In alcuni casi, l’espansione sul mercato è dettata da una strategia volta a rosicchiare quote di mercato maggiori nel breve termine e raccogliere i frutti (leggasi ritorni) nel medio/lungo termine. Non è infatti infrequente osservare società del comparto security in forte crescita ma con scarsa redditività, a testimonianza della difficoltà intrinseca di adeguare i processi organizzativi ad un aumentato giro di affari. Tra le Top 25 imprese in questa categoria, ben 12 producono un rapporto Ebitda/Vendite inferiore alla media del comparto (5%); le rimanenti sono tutte in territorio positivo, con 4 di esse che superano quota 20%. 

In conclusione, l’analisi sulle Top 25 per crescita mostra che il comparto security non preclude opportunità di sviluppo per chi adotta scelte lungimiranti e utilizza in maniera efficiente le risorse a propria disposizione. Aumentare le vendite nel 2017 non è stato facile per tutti (ricordiamo che il 50% dei leader del settore della sicurezza ha contratto i ricavi) e riconfermarsi al top per il secondo anno consecutivo è stato ancora più complesso (solo 9 soggetti si riposizionano nella top 25 per crescita).  

Imprese con valore di mercato più alto

La stima del valore di mercato dei leader del comparto sicurezza offre una chiave di lettura alternativa sui risultati ottenuti nel 2017. 

Quantificare il valore delle 363 società del settore aiuta a stimarne le prospettive di sviluppo, prevedere la capacità di generare flussi di cassa e fornire un prezzo indicativo per chi volesse mettersi sul mercato o acquisire rivali. 

La classifica Top 25 per valore di mercato elenca le imprese di sicurezza in Italia con più alta valutazione ed evidenzia due misure: il valore di mercato e il valore economico. Il valore di mercato viene calcolato da Plimsoll moltiplicando per cinque l’Ebit e aggiungendo il totale delle attività. Si illustra pertanto la capacità di un’azienda di produrre reddito nel medio termine sommata alle risorse effettivamente investite. Tale processo di calcolo è assimilabile alla stima del valore di un immobile al netto del mutuo o dell’ipoteca su di esso gravanti. Il valore economico, invece, tiene conto delle passività totali. Soggetti che utilizzano un’elevata leva finanziaria vengono pertanto penalizzati nel computo di questa misura, mentre imprese con alta marginalità e scarso indebitamento risultano avvantaggiate. 

La differenza tra valore di mercato e valore economico è pertanto una misura dell’esposizione debitoria di un’impresa di sicurezza: un gap contenuto segnala un basso ricorso al capitale di terzi per finanziare la propria attività, mentre società con coefficiente fatturato/debiti totali inferiore ad uno presentano un valore economico significativamente più ridotto. 

Come intuibile, la Top 25 imprese per valore di mercato è dominata dai produttori, che guidano la classifica per effetto del contributo delle immobilizzazioni. Sedici delle 25 ditte elencate rientrano in questa categoria e hanno un valore di mercato combinato di 849 milioni di euro e un valore economico di 632 milioni. 

L’analisi sul valore di mercato rappresenta uno dei primi passi per chi volesse identificare potenziali obiettivi di acquisizione nel comparto security. Il valore economico fornisce infatti un benchmark per stimare l’investimento necessario per rilevare il 100% delle quote sociali di un’impresa. 

In seconda battuta, l’esame contestuale dei livelli di crescita e redditività di una società, nonché del differenziale tra valore di mercato e valore economico, aiuta ad individuare le società più finanziariamente attrattive nel settore. Aziende in crescita, che generano profitti ma con indebitamento considerevole, sono più facilmente acquisibili rispetto a soggetti a bassa leva finanziaria e con patrimonio netto elevato. Con una cifra relativamente contenuta, un investitore può ottenere il 51% del controllo di un’impresa di prospettiva (seppur indebitata) e abbattere le passività con i flussi di cassa di breve/medio periodo.

La salute finanziaria 

L’analisi della solidità finanziaria delle imprese leader del comparto security in Italia valuta lo stato di salute delle 363 società campionate attraverso l’applicazione del modello Plimsoll per ciascuna entità e l’attribuzione di un giudizio sui livelli di rischiosità economica. 

Esaminando l’andamento di cinque indicatori di performance (stabilità operativa, redditività, equilibrio del circolante, indebitamento e flussi di cassa), Plimsoll ha assegnato ad ogni azienda del settore una valutazione finanziaria tra: Solida, Buona, Media, Mediocre, Bassa. Il rating ricevuto viene raffigurato attraverso la linea Plimsoll (una linea di galleggiamento) e comparato con la media dell’industria. Una linea al di sotto dello 0 identifica società con valutazione “Bassa”, ossia organizzazioni con redditività contenuta o in perdita, con circolante netto negativo, basso ritorno delle vendite sugli investimenti e con scarsa liquidità. Nove aziende su 10 che ricadono in questa categoria per tre anni di fila e con una linea Plimsoll in calo del 30% sono destinate ad uscire dal mercato o cambiare proprietà. Imprese con valutazione “Solida” sono invece soggetti con scarsa dipendenza da capitale di terzi, in crescita, con utili significativi e ottimo equilibrio del circolante. 

Quarantotto società del comparto security su 363 sono classificate come “a rischio” in questa edizione Top 25. Poco più del 13% del campione. Si tratta di numeri leggermente più positivi rispetto a simili comparti in Italia (elettronica, informatica, telecomunicazioni) e riflettono i risultati negativi di 41 imprese con EBITDA negativo e di 29 con un livello di debiti da saldare entro l’anno difficilmente sostenibile senza significativi incrementi nei flussi di cassa. 

Il 69% del campione è invece a basso rischio fallimento nel 2019: 249 società presentano una Linea Plimsoll a livelli di salvaguardia e, salvo bruschi cali del fatturato, inatteso aumento dei costi o perdita di clienti chiave, continueranno ad operare sul mercato anche nel 2020. Ottantaquattro imprese, in particolare, sono inquadrate come “Solide” e sono in maggioranza produttori di dispositivi di sicurezza di medio-grandi dimensioni (45) e in misura minore distributori (22), system integrator (14) e produttori/distributori (3). 

Rispetto all’anno precedente, si osserva un significativo miglioramento nei livelli di solidità finanziaria del campione sulle 363: come indicato in precedenza, oltre 30 aziende poco produttive e in perdita sono uscite dal mercato, mentre le rimanenti hanno osservato mediamente un miglioramento nella capacità di produrre utili e crescere (ricordiamo che il tasso di crescita delle società trattate in questa edizione è del 7%, mentre il rapporto Ebitda/Vendite è del 5% rispetto al 3% rilevato l’anno scorso). 

Nei prossimi due anni, l’indicatore economico più critico da tenere sotto monitoraggio per capire come si evolverà il rating delle imprese leader del settore è il fatturato. Il 50% delle società è a crescita zero ma mantiene livelli soddisfacenti di profittabilità; tuttavia un forte rallentamento della crescita nel comparto potrebbe compromettere un numero significativo di aziende, comprimere l’Ebitda e creare liquidità insufficiente per sostenere le operations e ripagare le passività a breve termine.

Produttori

Con un fatturato aggregato di 949 milioni di euro, i produttori rappresentano quasi il 50% del comparto security in Italia, occupano le prime posizioni nella classifica delle imprese più grandi e dettano i ritmi di crescita nel settore. La classifica dei Top 25 produttori in questa edizione osserva interessanti modifiche rispetto all’anno scorso: si rilevano alcuni avvicendamenti tra le prime posizioni (con Betafence che balza al secondo posto e Hikvision Italy al quarto), nonché l’ingresso di Dahua Technology Italy Srl (che ha inglobato Videotrend), Keyline Spa (in crescita del 12%) e Smiths Detection Italia Srl (+70% del fatturato) nella lista dei principali produttori di sicurezza in Italia. 

Il livello di crescita medio dei Top 25 (4%) non coglie tuttavia il notevole differenziale tra i risultati commerciali ottenuti dal panel. Dieci produttori hanno contratto il fatturato e ben sei di questi hanno osservato un calo delle vendite di oltre l’8%; dallo schieramento opposto, sette crescono di oltre il 10%. 

Andando più nel dettaglio ed esaminando i risultati per categorie di prodotto, si evidenziano risultati particolarmente positivi nei segmenti antincendio e video-sorveglianza e crescita lieve (+1,7%) nella categoria antintrusione (con due produttori Top su tre che hanno diminuito le vendite). 

A livello di ritorni sugli investimenti e redditività generale si osserva invece maggiore uniformità nel campione. A prescindere dalla linea di prodotto o dalla dimensione del produttore, i livelli di profittabilità sono in aumento e mediamente superiori all’11%: solo un operatore su 25 è in perdita. 

Mantenendo la stessa categorizzazione adottata nell’ultima edizione, abbiamo classificato otto soggetti come produttori/distributori: si tratta di aziende che fabbricano componenti e svolgono anche attività di distribuzione per conto di altri produttori. Le società identificate hanno tutte sede in Lombardia e Piemonte, realizzano un fatturato complessivo di 66,2 milioni di euro ma stentano a crescere: cinque su otto hanno diminuito le vendite di oltre il 5% e per quattro di esse si tratta del secondo anno consecutivo di contrazione. 

Rispetto all’edizione Top 25 del 2018, tre operatori sono usciti dal mercato: Siqr Srl e Mesa Srl (entrambe in stato di liquidazione) e Videotrend (che adesso opera sotto il marchio del produttore Dahua Technology Italia). 

In termini di posizionamento, Gunnebo Italia SpA mantiene la prima posizione nella categoria, seppur con ricavi in contrazione (-5%). 

Anche in questa edizione le società che fabbricano cavi sono state analizzate separatamente rispetto al resto dei produttori, dato che servono prevalentemente comparti diversi dalla sicurezza (telecomunicazioni, elettronica, trasmissioni). 

La composizione delle nove aziende esaminate non si è modificata rispetto all’anno scorso e mantiene alle prime due posizioni Ramcro Spa (con una crescita del 13%), Cavicel Spa (+12%). Tre produttori di cavi su otto hanno contratto il fatturato, ma a livello complessivo il campione ha osservato una crescita media del 4,6% e aggregata del 5,8%. Il livello di espansione di questo segmento, benché positivo, mostra segni di rallentamento rispetto al sorprendente 10% registrato nell’edizione precedente. La marginalità media è pari all’8%.

Distributori

I distributori attivi nel comparto sicurezza hanno un fatturato aggregato di 595 milioni di euro, rappresentano il 32% del mercato totale e impiegano 1521 dipendenti sul territorio nazionale. In questa edizione, le 141 aziende che si collocano in questa categoria crescono del 12% e proseguono il percorso di forte espansione già registrato l’anno scorso (31%). La classifica Top 25 osserva la presenza di nuove aziende, Omega Srl e Microcontrol Electronic Srl, cresciute rispettivamente dell’8% e del 21%. Mantiene il primato Allnet Italia Spa, con quasi 60 milioni di euro, e balza dall’ottava posizione alla quarta Anixter Italia Srl (con un boom del fatturato del 43%). 

La redditività media dei distributori è sostanzialmente in linea con quella riscontrata tra i produttori, ma il numero di imprese con valutazione finanziaria “Bassa” è decisamente più contenuto. Solo 12 società su 141 (meno del 9%) sono a moderato o alto rischio fallimento: un chiaro segnale che il mercato della distribuzione è in rafforzamento e offre importanti opportunità di sviluppo. 

System Integrator

Gli 81 system integrator analizzati in questa edizione realizzano un volume d’affari pari al 14,5% nel comparto security in Italia. Con un fatturato medio di poco più di cinque milioni di euro  e un tasso di crescita negativo (-0,5%), questa categoria sembra aver fatto un passo indietro rispetto all’ultimo anno. Le difficoltà commerciali sembrano in realtà mettere in difficoltà soggetti di piccole/medie dimensioni che operano in ambito provinciale. Le aziende più grandi (i Top 25) crescono invece a livelli sostenuti (+6%) e mantengono buoni livelli di redditività: 14 imprese su 25 hanno incrementato il fatturato e solo due sono in perdita. Tra i primi posti, si segnala il balzo in avanti alla terza posizione di Scame Sistemi (che ha quasi raddoppiato i ricavi) e di Saiet Telecomunicazioni Srl. Si osservano inoltre ben sette nuovi ingressi nella classifica Top 25 dei system integrator: Surveye Srl, Consiag Spa, Co.Gen. Spa, Consorzio Stabile Goss Italia, Tonali Spa, Elettronica Cortesi e Consorzio Secap.  I primi due posti sono nuovamente occupati da Project Automation Spa e Dab Sistemi Integrati Srl, in leggera flessione rispetto ai risultati rilevati nell’ultima edizione. 

Distribuzione geografica

Il 46% delle imprese leader in Italia del comparto sicurezza ha sede legale nel Nord-Ovest (in prevalenza in Lombardia e Piemonte) e contribuisce al 51,3% del fatturato totale del mercato. Con una forte prevalenza di produttori e un tasso di mortalità aziendale pari al 3,4%, le imprese di quest’area geografica crescono in media del 4% e mantengono livelli medi di marginalità superiori al 9%. 

Ben più positivi i risultati commerciali conseguiti dalle aziende del Nord-Est (Emilia Romagna e Triveneto), che crescono del 6% e aumentano in numerosità rispetto all’ultima rilevazione (+2). Da segnalare, tuttavia, che i margini operativi sono in lieve contrazione rispetto all’ultimo anno. 

Aumenta il peso relativo delle imprese dell’Italia Centrale sul campione. Con un fatturato aggregato di 340,5 milioni di euro, le società crescono del 4%, mantengono gli ottimi risultati reddituali registrati nel 2018 (Ebitda/Vendite quasi all’11%) e rappresentano adesso oltre il 18% del mercato totale (rispetto allo scarso 15% osservato nell’ultima rilevazione). Due imprese abruzzesi – Betafence Italia Spa e Bentel Security Srl – sono adesso le prime società del settore per volumi d’affari nell’Italia centromeridionale. 

Più complessa e preoccupante la situazione nel Mezzogiorno, dove il numero di soggetti attivi nel comparto security è sceso a 32 (da 39 rilevati nel 2018). Con una dimensione media di 3,5 milioni di euro e una forte prevalenza di distributori sul territorio, le aziende del Sud mostrano segno meno in questa edizione. Il comparto della security nel Meridione vale adesso poco più di 118 milioni di euro, 15 aziende su 32 sono in decrescita e tra le realtà con fatturato superiore a tre milioni di euro solo cinque hanno aumentato le vendite sopra il 2%. Tra gli esempi virtuosi spicca il nome di Trans Audio Video Srl di Caserta, che ha raggiunto quota 16,4 mln di euro dopo essere cresciuta del 26,5%. 

Multinazionali

Per fornire un quadro completo sul comparto della security in Italia, è importante tenere in considerazione l’attività di multinazionali e soggetti esteri nel nostro territorio. 

Queste società, con forte presenza in Europa, operano tipicamente in più settori (installazione impianti elettrici ed elettronici, telecomunicazioni, sistemi hardware, strumenti per la domotica) e distribuiscono dispositivi di sicurezza (tipicamente apparecchi di videosorveglianza, antifurto e antincendio) attraverso intermediari attivi nel segmento retail o all’ingrosso. Benché la sicurezza non rappresenti in molti casi il core business di queste multinazionali, il giro d’affari riconducibile alla loro presenza sul mercato nazionale è particolarmente significativo. 

Conclusioni

Le rilevazioni e le analisi effettuate in questa edizione di Italian Security Leaders, Top 25 mostrano che il comparto della sicurezza è cresciuto del 6,2% nel 2017 raggiungendo una dimensione di mercato di 1,88 miliardi di euro. Il numero di imprese italiane campionate è adesso sceso a 363 (da 397 mappate nella precedente indagine) e si osserva un lieve rafforzamento nei livelli di redditività e solidità finanziaria medi del settore, in linea con i trend di consolidamento ravvisati in altre industrie affini in Italia e all’estero. Le società leader della security in Italia sono adesso mediamente più grandi dell’anno scorso (5,1 milioni di euro), più produttive (266 mila euro di fatturato per dipendente) e più redditizie (Ebitda/Vendite pari al 5% rispetto al 3% ravvisato l’anno scorso). 

Tra i segmenti in maggiore espansione segnaliamo quello dei distributori (+12,2%) e quello dei produttori di dispositivi di videosorveglianza (+10,9%) e antincendio (+10,6%). Il numero di distributori attivi in Italia è inoltre in controtendenza rispetto al comparto in generale (+10 rispetto alla scorsa indagine), a testimonianza delle interessanti opportunità di sviluppo presenti in questo settore. 

Tuttavia la crescita riscontrata quest’anno nel comparto security non è uniforme e interessa soltanto il 50% delle aziende campionate. Ottantaquattro società (il 23% del totale) osservano un calo del fatturato per il secondo anno di fila e un deterioramento nei livelli di solidità finanziaria. 

I segmenti più colpiti da crescita stagnante sono le categorie dei system integrator (-0,5%), i produttori/distributori (-1,3%) e le imprese del Sud Italia (-0,5% e in forte calo numerico). 

Il comparto della security sembra quindi essere avviato nei prossimi 24 mesi ad un ulteriore restringimento del numero di aziende attive e ad una maggiore polarizzazione tra società finanziariamente solide e in crescita e realtà che stentano a rimanere sul mercato. Non sono da escludere, come accaduto in passato, ulteriori operazioni di fusione e acquisizione nei prossimi mesi, volte a rafforzare sinergie e competitività e ottimizzare gli investimenti. 

Con nuovi player e tecnologie alle porte, l’industria della sicurezza in Italia è proiettata verso importanti cambiamenti nei prossimi cinque anni. Innovazione, alleanze strategiche, comprensione dei trend di mercato e gestione oculata delle risorse sono tutti fattori che determineranno il successo o il declino dei 363 security leader. 

L’edizione Top Security Leader è stata realizzata in collaborazione con Plimsoll Publishing Ltd, azienda britannica leader nel settore delle informazioni commerciali e delle analisi di bilancio. Il team Plimsoll è stato coordinato da Domenico Panetta, responsabile del dipartimento Italia e Spagna.

Chi è Plimsoll Publishing 

Plimsoll Publishing è un’impresa britannica leader a livello internazionale nella pubblicazione di studi di settore e analisi finanziaria. Con oltre 5.000 segmenti di mercato esaminati e aggiornati mensilmente, Plimsoll Publishing rappresenta il partner ideale per monitorare la concorrenza, identificare nuove opportunità di crescita sul mercato e valutare i punti di forza e di debolezza della propria organizzazione e di potenziali obiettivi di acquisizione. Fondata nel 1987, Plimsoll Publishing pubblica 750 studi di settore l’anno in Italia, redige classifiche di settore, valuta il potenziale di mercato di società di capitali e offre servizi di monitoraggio sulla concorrenza e sul proprio portafoglio clienti in Italia e all’estero. 

Attraverso un modello di valutazione efficace e di facile lettura applicato a milioni di imprese italiane ed estere, Plimsoll fornisce informazioni sulle prospettive di sviluppo di un’organizzazione e separa le realtà in crescita da quelle in difficoltà: empiricamente, nove società su 10 con valutazione Plimsoll negativa e in peggioramento per tre anni di fila sono uscite dal mercato o sono state acquisite. 

La versione integrale dell’articolo riporta tabelle, box o figure, per visualizzarle apri il pdf allegato.  

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