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La facial recognition prende il volo: e l’Italia?

31/12/2018

di Domenico Panetta, Marketing Manager di Plimsoll e Hind Farina, Market Research Executive di Plimsoll per i mercati Italia e Francia

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Plimsoll, i sistemi di riconoscimento facciale stanno decollando in Italia e all’estero. Ma chi saranno nel Belpaese i pionieri di queste nuove tecnologie? Qualcosa si sta già muovendo, soprattutto nel campo della ricerca e della sperimentazione, anche se 25 imprese su 187 società italiane della security sono ritenute “a rischio” nella pubblicazione Plimsoll. Per fortuna, la domanda di soluzioni di sicurezza ad alto contenuto tecnologico è in ascesa: chi sfrutterà le opportunità dal facial recognition?

Dispositivi digitali quali telecamere a riconoscimento facciale e telecamere termiche si stanno imponendo sul mercato mondiale in misura significativa: lo rileva l’Osservatorio Plimsoll. Nello specifico, è stato stimato che il mercato globale del riconoscimento facciale - facial recognition - raggiungerà soglia 7 miliardi di dollari entro il 2022, con una crescita percentuale media annua del 16% nei prossimi 3 anni.

GEOGRAFIA DELL’AVANGUARDIA

Stati Uniti e Cina sono i Paesi all’avanguardia nella ricerca e nello sviluppo di applicativi di facial recognition, tant’é che la diffusione di tali dispositivi è ormai diventata una commodity in strutture governative o in occasione di eventi sportivi, concerti e manifestazioni. Esempio eclatante della crescente pervasività ed efficacia di questi strumenti è la recente notizia dell’arresto di un latitante cinese – tramite riconoscimento facciale - nel corso di un concerto che ha visto la partecipazione di oltre 60mila persone: incrociando i dati e le foto di un database nazionale, i sistemi di accesso allo stadio hanno immediatamente riconosciuto e segnalato il ricercato.

ESIGENZE ED APPLICATIVI

Il crescente bisogno dei cittadini di maggiore sicurezza, sia in luoghi privati che pubblici, e l’aumentata minaccia di attacchi terroristici costituiscono del resto i principali elementi dell’atteso boom di queste tecnologie a livello globale. Negli ultimi anni, in particolare, il riconoscimento facciale è stato applicato in diversi settori, tra cui quello della difesa (forze dell’ordine, agenzie governative per la sicurezza), della telefonia mobile e smartphone di nuova generazione (linea iPhone X di Apple) e, ancor più recentemente, in ambito scolastico. Come rivela l’Osservatorio Plimsoll, la videosorveglianza ha già fatto il suo ingresso negli istituti scolastici e scuole materne nei primi anni Duemila. Tuttavia, a seguito di una maggiore sensibilizzazione ad episodi di aggressione, bullismo, discriminazione e violenza su minori e disabili, telecamere a riconoscimento facciale saranno installate nel 20% degli istituti primari e secondari americani entro la fine del 2025. I dispositivi di facial recognition aiuteranno ad individuare e bloccare non solo intrusi, ma – coadiuvati da telecamere termiche - anche armi da fuoco e oggetti indesiderati, in modo da prevenire eventuali sparatorie e/o attentati, garantire maggiore protezione per gli studenti e anticipare atti di terrorismo.

QUALI PIONIERI?

Grazie ai progressi ottenuti nel campo del machine learning e dell’Artificial Intelligence (AI), la tecnologia del riconoscimento facciale è destinata a diventare sempre più precisa e affidabile. Sistemi all’avanguardia di riconoscimento facciale sono stati sviluppati dalla società svedese Axis CommunIcations e dalla giapponese Panasonic, ma è solo questione di tempo prima che la nuova tecnologia trovi altri campioni e sponsor in Europa. Come afferma Plimsoll, “il settore dei dispositivi di facial recognition offre enormi opportunità di crescita per le imprese che per prime si affacceranno sul mercato garantendo prodotti di qualità a prezzi accessibili”. I pionieri di questa tecnologia potranno contare non soltanto sulla domanda privata di persone e imprese con elevata sensibilità di sicurezza, ma anche su forti investimenti pubblici.

UNA NUOVA SCACCHIERA

Domenico Panetta, responsabile del dipartimento Italia in Plimsoll, dichiara inoltre che “le barriere all’entrata nell’industria della sicurezza e del telecontrollo in Europa non sono mai state così basse. Non sarei assolutamente sorpreso se nei prossimi 2-3 anni assistessimo all’ingresso in Italia e in Europa di nuovi operatori internazionali (o start-up) che – attraverso la fornitura di sistemi di riconoscimento facciale – alterino gli equilibri di forza nel mercato della sicurezza”. Anche imprese di grandi dimensioni, consolidate sul mercato e radicate sul territorio, rischiano di perdere quote di mercato nel medio termine se non adeguano per tempo la propria linea di prodotti.

NEL BELPAESE

Lo Studio di Settore Plimsoll “Sicurezza e telecontrollo (Italia)” - aggiornato a Settembre con i nuovi bilanci - fotografa i risultati conseguiti dalle imprese leader della security nel nostro Paese e non rileva ancora forti investimenti nel campo dell’Artificial Intelligence, nello sviluppo di telecamere termiche e sistemi di riconoscimento facciale: il mercato italiano è ancora dominato da grandi gruppi con portafoglio prodotti che spaziano dalla domotica ai sistemi TVCC, fino ad includere i sistemi più tradizionali di antifurto e antincendio.

EPPUR SI MUOVE

L’Osservatorio Plimsoll segnala tuttavia che qualcosa si sta muovendo, soprattutto nel campo della ricerca e della sperimentazione. L’azienda italiana Parsec 3.26 ha di recente realizzato un sistema di riconoscimento facciale, RECO, che è già disponibile sul mercato. Con un fatturato di 4,9 mln di euro, redditività in netto miglioramento e investimenti in crescita, lo Studio Plimsoll sulla sicurezza e telecontrollo segnala che la Parsec potrebbe essere uno dei pionieri di successo nella tecnologia di facial recognition. Tuttavia 25 imprese su un totale di 187 società campionate nel segmento della security in Italia vengono evidenziate come “a rischio” nella pubblicazione Plimsoll: si tratta di soggetti che non soltanto perdono quote di mercato e ricavi da 2 anni, ma stentano a realizzare profitti e ripagare i propri debiti. Un nuovo shock tecnologico come l’avvento del facial recognition o delle telecamere termiche nel Belpaese potrebbe ulteriormente aggravare questo fenomeno e trascinare alla chiusura un settimo delle aziende di sicurezza nostrane. Ma non tutto il male vien per nuocere. La domanda di strumenti di sicurezza ad alto contenuto tecnologico è in ascesa e la “fetta di mercato” disponibile sarà più grande. Toccherà pertanto al management delle imprese italiane di security investire in maniera oculata e sfruttare le enormi opportunità dischiuse dal facial recognition. Prima che sia troppo tardi.


maggiori informazioni su:
www.plimsoll.it



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