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Quarta rivoluzione industriale e Intelligenza Artificiale

24/10/2018

di Pierdavide Scambi - Studio Scambi Vicenza www.studioscambi.com

L’industria 4.0 sta definendo, in base ai suoi fondamentali principi, nuovi modi di approcciare la progettazione della sicurezza, con lo sviluppo di tecnologie che cambiano il rapporto tra uomo e macchine e le relazioni tra macchine e macchine. Come in un gigantesco ingranaggio, si muove la potenza di calcolo delle macchine e tutti i temi connessi: Big Data, Open Data, IOT, Cloud. Si pensi ad esempio, al nuovo utilizzo dei dati nel caso delle telecamere intelligenti che generano e analizzano di continuo flussi video, che rappresentano sempre più la base per la costituzione di nuovi comportamenti e abitudini sociali e innovative tecnologie per ridurre la criminalità.

Nel mondo degli Analytics, le immagini - una volta raccolte - possono essere utilizzate al fine di scongiurare pericoli, siano essi ambientali, di sicurezza pubblica o privata, mediante non più rigidi schemi di analisi video, ma algoritmi complessi che leggono a “grana fine” e che alimentano processi di intelligenza artificiale con la capacità di riconoscere nuovi rischi ad oggi magari non ancora ottemperati.

COSA CAMBIA

Cambia con l’intelligenza artificiale il rapporto di interazione tra “uomo&macchina”: come comunichiamo con le macchine, con quali strumenti, quali interfacce, ma soprattutto come i nostri governi utilizzano queste macchine per valutare i nostri di comportamenti sociali. La nostra identità reale non può più prescindere da quella digitale. Potrebbe sembrare parossistico ma entro il 2020, in Cina, verrà adottato il sistema di “credito sociale”, come ha spiegato il quotidiano francese “Libération”, che valuterà le azioni reali e virtuali di tutte le persone e le organizzazioni mediante bonus, contravvenzioni e divieti in merito al proprio comportamento in rete e nella vita di tutti i giorni ...sotto l’occhio vigile di 450 milioni di telecamere. L’interconnessione tra digitale e reale, poi, influenzerà irrimediabilmente anche la manifattura e la nuova produzione di beni e servizi; raccolti i dati, analizzati, processati saranno resi linguaggio e sintassi per “istruire” le macchine in modalità funzionali all’ultimo passo, cioè trovare nuovi modi e strumenti per produrre i beni: pensiamo ad esempio alla stampa 3D, ai robot e alle interazioni tra macchine.

IL RUOLO DELLE MAJOR

All’interno di quelle che sono le logiche della quarta rivoluzione industriale, risulta fondamentale il ruolo detenuto dai Big che dominano la scena economica mondiale come Amazon, Google, Microsoft. Essi detengono la maggior parte degli spazi cloud, della potenza di calcolo e aggregazione, e possono finanziare le più importanti ricerche nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale. Si configura per queste organizzazioni un ruolo sovrannazionale e trasversale che condizionerà buona parte delle scelte dei singoli e dei governi. Queste società mettono in pasto quotidianamente nuovi accessi per gli sviluppatori per quanto riguarda la sicurezza e l’interconnessione di sistemi machine Learning e Deep Learning, rilasciano versioni ottimizzate di software e hardware, che permettono di gestire e creare nuove interazioni macchine to machine, grazie all’intelligenza artificiale di cui detengono, in termini di conoscenza, le maggiori ricerche.

TELECAMERA DI ADDESTRAMENTO

La divisione che si è dedicata ai servizi cloud di Amazon ad esempio, AWS, ha pensato alla prima telecamera al mondo per l’addestramento dei sistemi di machine learning e di deep learning: è infatti l’unico hardware che registra costantemente tutto quel che avviene e il sistema di intelligenza artificiale locale “sceglie” cosa mantenere in base a sistemi di machine learning per il riconoscimento e la valutazione dell’importanza di quel che succede. Nel suo cervello è stato inserito un algoritmo evolutissimo di intelligenza artificiale per gli usi più diversi; nella demo presentata a Las Vegas, DeepLens mostra di riconoscere le copertine dei dischi e l’espressione di chi li maneggia, se mostra entusiasmo o avversione per la musica che sente, oppure riconosce il testo in immagini o in video. Tutto questo rappresenta uno starter kit anche per sviluppatori neofiti con meno conoscenza sulla materia. Sempre Amazon nei suoi store a Seattle, avendo capito che i clienti male tollerano l’attesa alle casse, ha disseminato il punto vendita di sensori che riconoscono utente, conto e paniere acquistato, facendo sì che, una volta prelevato l’articolo dallo scaffale, sia praticamente acquistato e se nuovamente riposto defalcato dal conto. Un esempio lampante di come le telecamere diventano parte attiva dei nuovi processi di vendita.

LE “7 LEGGI AI” DI GOOGLE

Trattandosi dunque di strumenti con abilità sottilissime di decifrazione di comportamenti umani legati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, Sundar Pichai in persona, CEO di Google, ha reso note le 7 leggi del colosso americano per quanto riguarda l’intelligenza artificiale e come Google intende applicarla. L’AI deve:

1. essere socialmente vantaggiosa;

2. evitare di creare o rafforzare disparità;

3. essere costruita e testata con la sicurezza al centro;

4. essere soggetta ad un appropriato controllo umano;

5. incorporare i principi tutela della privacy;

6. sostenere elevati standard di eccellenza scientifica;

7. essere disponibile per usi che sono in accordo con questi principi.

Inoltre ha tenuto a definire l’impegno di Google a non sviluppare intelligenza artificiale nei seguenti ambiti: tecnologie che causino o possano causare danni generici; armi o altre tecnologie il cui scopo principale sia danneggiare le persone; tecnologie di sorveglianza che violino le norme internazionali; tecnologie il cui scopo violi principi largamente accettati dalle leggi internazionali e dai diritti umani. Le polemiche scaturite dalla partecipazione di Google ad un progetto militare del Pentagono, con uso di intelligenza artificiale “per analizzare le immagini dei velivoli a pilotaggio remoto e identificare gli obiettivi”, sembra abbiano portato Google a non rinnovare il contratto, in scadenza nel 2019, con l’ente governativo.

PREVENIRE LE AGGRESSIONI

In effetti i programmi di intelligenza artificiale promettevano di fare tutto: dal pilotaggio di auto autonome a fantasmagorici scenari predittivi, ma certamente, almeno nel nostro presente, proseguono la loro evoluzione e si stanno applicando a sistemi di videosorveglianza, con la filosofia di contrastare i crimini (in alcuni casi, prima che questi succedano). Un altro esempio è quello voluto dall’India, che ha finanziato lo sviluppo di una nuova telecamera, dovuto alla partnership tra l’israeliana Cortica e Best Group, per la sicurezza nei luoghi pubblici, che ha l’obiettivo di prevenire aggressioni sessuali. Queste telecamere riescono - tramite riconoscimento facciale, l’abbinamento di targhe e comportamenti - a individuare quelle anomalie comportamentali o ambientali che segnalano che qualcuno sta per un commettere un crimine violento. Il software a bordo delle telecamere, che analizza milioni di terabyte dai luoghi pubblici e si basa su sistemi di streaming di sicurezza militare e governativi, era nato allo scopo di identificare i terroristi, monitorando le persone in tempo reale, ricercando le cosiddette micro espressioni (minuscoli spasmi o manierismi che possono palesare le intenzioni nefaste di una persona). Un po’ come nella serie americana “Lie to Me”, che vede uno studioso esperto in comunicazione non verbale, infallibile nel capire quando una persona non dice la verità, mettere la sua conoscenza al servizio della giustizia. Tali segni spia sono così “piccoli” che possono però illudere un osservatore, ma certamente non l’occhio dell’intelligenza artificiale, che non si distrae mai! Inoltre Cortica è in grado di analizzare dati provenienti non solo da videocamere, ma anche da droni e satelliti, sapendo quindi affrontare delle sfide nell’identificazione non facilmente classificabili secondo gli stereotipi tradizionali.



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